Ripubblico qui l'articolo uscito ieri sul Corriere ma non disponibile on line:
E alla fine della gran festa, con tutta calma, anche la politica comincia a porsi qualche interrogativo sull'effettiva utilità di scialare i soldi nostri per un sedicente «concertone» – quello del 31 dicembre in piazza Castello – che non soltanto è costato carissimo, ma non è manco piaciuto più di tanto al popolo in teoria destinatario del pubblico intrattenimento.
Già alla vigilia dello spettacolo, su questo giornale avevo evidenziato lo squilibrio economico di una manifestazione pagata dal Comune 848 mila euro Iva compresa (altri 61 mila euro si sono inoltre spesi per il concerto di classica del 1° gennaio, che perlomeno un senso culturale ce l'aveva); manifestazione alla quale avrebbero potuto assistere al massimo 13 mila spettatori; il che – calcolavo nel mio articolo - dava un costo di 65,23 euro a spettatore. E scrivevo, allora, che “facevano prima a scegliere tredicimila cittadini - i più bisognosi, o i più giovani, oppure a estrazione fra chi ne fa richiesta - e regalare a ciascuno di essi 65,23 euro per pagarsi un Capodanno a scelta, dove e come gli garberà”.
Lo spunto ha ispirato il consigliere cinquestelle Andrea Russi (nella foto), che in virtù dei poteri conferitigli ha potuto vedere gli atti relativi al concerto di Capodanno, appurando così che in realtà è andata anche peggio di quanto prevedevo.
Intanto, non c'è stato il pienone. Anzi. Basti dire che per accedere al concerto in piazza Castello era obbligatorio prenotare versando 5 euro di caparra, a garanzia che l'aspirante spettatore quella sera si sarebbe effettivamente presentato in piazza; i 5 euro gli sarebbero stati rimborsati all'ingresso. Beh, anziché i 13 mila sperati, hanno prenotato in 11.898; dei quali – riferisce Russi - soltanto 9.794 sono andati effettivamente in piazza Castello. Insomma, 2.104 persone hanno preferito perdere 5 euro piuttosto che sorbirsi (al freddo) Rose Villain, Malika Ayane e Morcheeba. E stento a dargli torto. Resta inoltre il mistero su chi intascherà i 10.520 euro delle caparre non rimborsate: mi auguro vadano ad opere caritatevoli oppure a sostegno di iniziative culturali serie, sicché dal male fiorisca il bene.
E alla fine della gran festa, con tutta calma, anche la politica comincia a porsi qualche interrogativo sull'effettiva utilità di scialare i soldi nostri per un sedicente «concertone» – quello del 31 dicembre in piazza Castello – che non soltanto è costato carissimo, ma non è manco piaciuto più di tanto al popolo in teoria destinatario del pubblico intrattenimento.
Già alla vigilia dello spettacolo, su questo giornale avevo evidenziato lo squilibrio economico di una manifestazione pagata dal Comune 848 mila euro Iva compresa (altri 61 mila euro si sono inoltre spesi per il concerto di classica del 1° gennaio, che perlomeno un senso culturale ce l'aveva); manifestazione alla quale avrebbero potuto assistere al massimo 13 mila spettatori; il che – calcolavo nel mio articolo - dava un costo di 65,23 euro a spettatore. E scrivevo, allora, che “facevano prima a scegliere tredicimila cittadini - i più bisognosi, o i più giovani, oppure a estrazione fra chi ne fa richiesta - e regalare a ciascuno di essi 65,23 euro per pagarsi un Capodanno a scelta, dove e come gli garberà”.
Lo spunto ha ispirato il consigliere cinquestelle Andrea Russi (nella foto), che in virtù dei poteri conferitigli ha potuto vedere gli atti relativi al concerto di Capodanno, appurando così che in realtà è andata anche peggio di quanto prevedevo.
Intanto, non c'è stato il pienone. Anzi. Basti dire che per accedere al concerto in piazza Castello era obbligatorio prenotare versando 5 euro di caparra, a garanzia che l'aspirante spettatore quella sera si sarebbe effettivamente presentato in piazza; i 5 euro gli sarebbero stati rimborsati all'ingresso. Beh, anziché i 13 mila sperati, hanno prenotato in 11.898; dei quali – riferisce Russi - soltanto 9.794 sono andati effettivamente in piazza Castello. Insomma, 2.104 persone hanno preferito perdere 5 euro piuttosto che sorbirsi (al freddo) Rose Villain, Malika Ayane e Morcheeba. E stento a dargli torto. Resta inoltre il mistero su chi intascherà i 10.520 euro delle caparre non rimborsate: mi auguro vadano ad opere caritatevoli oppure a sostegno di iniziative culturali serie, sicché dal male fiorisca il bene.
Aggiorniamo intanto i conti: dividendo la spesa di 848 mila euro per 9.794 spettatori presenti arriviamo a 86,58 euro pro-capite, cifra con la quale in molti posti ti paghi un buon veglione di Capodanno con spettacolo di tuo gradimento, riscaldamento accettabile e magari una flute di bollicine.
Ma giunto a questo punto il pugnace Russi, criticando l'operato della giunta, incorre in analogo peccato di faciloneria. Egli infatti afferma che lo spettacolo “ha inciso sul bilancio cittadino per quasi un milione di euro”, con “una spesa di ben 92 euro per ogni singolo partecipante”. Risultato sballato: nel suo calcolo Russi non scorpora, dallo stanziamento complessivo di 909 mila euro per gli eventi del 31 dicembre e 1° gennaio, i 61 mila euro spesi per il concerto di classica. E comunque 92 euro per 9.794 spettatori dà 901.048, non “quasi un milione di euro”: almeno a casa mia, 99 mila euro non sono un “quasi”.
Inutile, è più forte di loro: precisione e accuratezza sono optional non previsti nel kit della politica torinese.
Ma giunto a questo punto il pugnace Russi, criticando l'operato della giunta, incorre in analogo peccato di faciloneria. Egli infatti afferma che lo spettacolo “ha inciso sul bilancio cittadino per quasi un milione di euro”, con “una spesa di ben 92 euro per ogni singolo partecipante”. Risultato sballato: nel suo calcolo Russi non scorpora, dallo stanziamento complessivo di 909 mila euro per gli eventi del 31 dicembre e 1° gennaio, i 61 mila euro spesi per il concerto di classica. E comunque 92 euro per 9.794 spettatori dà 901.048, non “quasi un milione di euro”: almeno a casa mia, 99 mila euro non sono un “quasi”.
Inutile, è più forte di loro: precisione e accuratezza sono optional non previsti nel kit della politica torinese.
901.000 euri in meno nel bilancio e le strisce pedonali sono ancora tutte lì da rifare. Poi ci raccontano che non ci sono mai i soldi per fare......?
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