Passa ai contenuti principali

PUZZA DI BRUCIATO

E tanto per farsi un altro po' di sangue marcio, a proposito dell'incendio della Cavallerizza, cui ho accennato anche nel post precedente, mi arriva una mail del Comitato Cavallerizza 14.45 (quelli che hanno occupato il complesso qualche mese fa, dopo che era stato rilasciato da Teatro Stabile) che dà voce ai cattivi pensieri che circolano in città. Tutte illazioni maliziose, certo: che comunque si potevano evitare con un po' di buonsenso e un minimo di vigilanza. Io non ci credo, naturalmente. Non sono più quei tempi quando con un paio di zolfanelli i terreni boschivi diventavano edificabili. Viviamo in un paese civile, poffarbacco! Però. Tuttavia. Ad ogni buon conto. E per completezza dell'informazione. Io la mail la pubblico.

TUTTO IN FUMO E L'INTERESSE SI RIACCENDE.

L’amministrazione è in evidente difficoltà, ormai è di dominio pubblico che la Cavallerizza, bene culturale, patrimonio Unesco, sia lasciata da anni al degrado e all’abbandono, e questo accade proprio mentre il sindaco sui giornali parla di Torino città della cultura, si appresta ad ospitare il Vertice Europeo dei Ministri della Cultura e vanta l’inserimento del Polo Reale tra i 20 siti di interesse nazionale dotati di autonomia speciale nell’ambito del Mibact.

Il risultato dell'incendio doloso, che pure non ha colpito gli spazi rivitalizzati dall'occupazione  cittadina, ma dolorosamente ha danneggiato parte importante del complesso e costretto all'interruzione delle attività l’ultima associazione resistente e vitale, il Circolo Beni Demaniali (per altro già sotto sfratto, ora esecutivo per motivi di sicurezza), è stata la brusca accelerazione del processo di vendita e ri-destinazione del Complesso.

Sotto il nome, infatti, di una (piuttosto tardiva e sempre tristemente emergenziale) necessarissima tutela del bene, adesso si ignora completamente il dialogo in corso tra istituzioni e cittadinanza per la realizzazione di una progettazione partecipata.

É sconcertante per un cittadino che, fiducioso nelle istituzioni, ha partecipato ad un percorso di assemblee cittadine per la difesa di un patrimonio della città, e avviato con loro un dialogo perché la Cavallerizza Reale non venisse trascurata e lasciata in uno stato di degrado e abbandono nella prospettiva di una s-vendita a privati, pensare che tutto venga cancellato, il complesso venduto rapidamente e vedere tra pochi anni appartamenti e negozi di lusso in un luogo che ha dato, può dare e deve dare alla città molto altro.


Improvvisamente, dopo l’incendio, ecco apparire pubblicamente la rosa dei possibili "salvatori" del (bene) comune, emergono progetti, nomi di possibili investitori e compratori (privati) già da tempo interessati. Basta informarsi brevemente su internet per farsi un'idea del curriculum di questi volenterosi investitori (http://www.building.it/building_spa/number6.html). Imprese che da anni acquistano il patrimonio pubblico messo all’asta dall’amministrazione e ne fanno profitto per pochi.
Guarda caso proprio la zona colpita dalle fiamme sembra prestarsi ad una riedificazione ad ospitare attività commerciali (un hotel di lusso). Forse i vincoli storico-artistici si allentano, quando si tratta di intervenire su travi carbonizzate e macerie.
Le dichiarazioni del sindaco Fassino, che garantisce il mantenimento della destinazione culturale, sono in netto contrasto con una realtà che si presenta ben diversa: quello che ci viene detto, seppur avvolto da belle parole e dall’ossessiva ripetizione del termine cultura, è che l’amministrazione comunale vuole vendere, vendere ad un privato che ne farà appartamenti di lusso e esercizi commerciali (le cosiddette “botteghe artigianali” per alcuni o il “centro commerciale naturale” per altri), lasciando al pianterreno un contentino “culturale”, non meglio specificato, il minimo indispensabile secondo i progetti che si vedono sui giornali.
“Hotel de charme”, questa è l’intenzione; “i vincoli per ora ci bloccano” si lamentano già i possibili acquirenti, riferendosi alle tutele cui la cavallerizza, bene patrimonio Unesco, è soggetta.
Che fine fa l’idea di gestione partecipata? La dichiarazione del Sindaco Fassino relativa all’assicurazione rispetto alla vocazione culturale dell’intero complesso oltre ad essere priva di ogni vincolo e garanzia, sembra dimenticare il dialogo già aperto con la cittadinanza per la costruzione di una progettualità condivisa, poiché riconosce come unici interlocutori imponenti aziende che come primo obiettivo hanno la privatizzazione e commercializzazione di spazi culturali.
Posta la netta distinzione fra “Polo culturale”,e “Monopolio immobiliare”, ci chiediamo quali garanzie avrà la cittadinanza dal momento in cui l’intero complesso e quindi la sua completa gestione, sarà affidata alle mani di pochi privati che da sempre si impongono con i propri progetti assolutamente privi di ogni intento culturale, che al contrario danno luce solamente a sistemi speculativi di alto profitto.
In tempi di crisi l'investimento sull'attività culturale, per noi vuol dire altro, e la Cavallerizza deve “dire” altro: vuol dire favorire luoghi di confronto e aggregazione, di scambio, di partecipazione, cultura accessibile a tutti/e. Questa città non ha bisogno di appartamenti di lusso ed esercizi commerciali; quelli che ci sono, stanno già patendo la crisi dei consumi. Una città come Torino, che ambisce ad essere “capitale della cultura” ha bisogno di spazi culturali e di aggregazione.
La Cavallerizza può essere “Polo culturale” nel centro cittadino ma e’ necessario che l’amministrazione faccia il proprio ruolo: contrastare gli interessi immobiliari e mettersi al servizio della cittadinanza.

Ci auguriamo e lotteremo perchè questo avvenga.

Assemblea Cavallerizza 14:45


Commenti

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da