Sebastian Schwarz |
Intanto, però, godetevi lo stentato messaggio con il quale un imbarazzato Comitato di gestione, corresponsabile del papocchio, saluta l'ex presidente Toffetti: "Il Comitato di Gestione del Museo Nazionale del Cinema, riunitosi in data odierna, ha preso atto delle dimissioni rassegnate dal dr Sergio Toffetti da Presidente e componente dell’esecutivo. Il Comitato ringrazia il dr. Toffetti per il lavoro svolto durante la Sua presidenza e per l’impegno e la passione profusi per promuovere il Museo e le sue attività. A Lui l’augurio di buon lavoro per i Suoi progetti futuri". La vera meraviglia sono le Maiuscole. Nonché la calda simpatia che letteralmente trasuda da ogni sillaba.
Schwarz: "Mi dissero che non volevano confermare Galoppini"
Ieri, invece, mi sono giocato l'intera giornata per tornare sul fronte del Regio: lì mi attendeva un incontro con il sovrintendente Sebastian Schwarz, che non avevo ancora conosciuto di persona e che, a pelle, mi ha fatto un'ottima impressione.L'intervista è uscita sul Corriere, e la potete leggere a questo link. Qui metto solo in evidenza la prima domanda - scontata - che ho posto a Schwarz, e la sua illuminante risposta, con relativa Nota di Gabo che festeggia se non altro l'archiviazione del tristissimo caso-Galoppini, al netto di fanfeluche e storielle della buonanotte.
Sovrintendente Schwarz, cominciamo dalle cose spiacevoli, così ci togliamo il pensiero. Cosa mi dice del caso-Galoppini? Ha deciso lei di non rinnovargli il contratto? O era comunque d'accordo? E può dirmi per quale motivo?
Mi fecero sapere che oltre a non rinnovare il contratto a Graziosi il Comune, anzi il Consiglio d'indirizzo, non intendeva rinnovarlo neppure a Galoppini perché c'erano stati troppi scontri fra i due e volevano che il nuovo sovrintendente potesse crearsi la sua squadra. All'epoca non conoscevo Galoppini, alcuni colleghi che stimo me ne avevano parlato molto bene, ma se ci sono stati dei problemi è anche sensato azzerare. D'altra parte dopo tanti anni per certe posizioni decisionali è necessario un cambiamento, altrimenti si creano incrostazioni e rigidità. E guardi, non sto parlando di Galoppini: accade ovunque, in tutto il mondo. Quindi, venendo a Galoppini, per me non è stato un problema dire va bene, se voi volete così io poi mi troverò una persona che riterrò giusta per quel lavoro. Tra l'altro c'era anche l'idea di cambiare un po' quel tipo di posizione.
(E con questo possiamo considerare archiviata la storiella comunale di un Galoppini lasciato a casa perché "il contratto di consulenza non era compatibile con il suo ruolo". Avevano deciso di lasciarlo a casa perché aveva criticato Graziosi, e stop. Chiusa la questione e andiamo avanti. Nota di Gabo)
Caro Gabo, ricordo che le api sono nello stemma della famiglia Barberini...come dire: per chi si occupa di Opera, sembra proprio di buon auspicio. Sperem.
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