L'illustre storico Jacques Le Goff al lavoro, circondato da parte dei testi consultati per controllare le schede sotto esame |
Insomma: terminata l'alacre giornata istigata dalle alzate d'ingegno di un cenacolo di fini intellettuali, mi apprestavo - per restare nel mood - a rivedermi un film con Alvaro Vitali. Per scrupolo, ho dato ancora un'occhiata alle mail, e guardate che cosa ho trovato:
DIRITTI E PARI OPPORTUNITA’: LE POLITICHE DELLA CITTA’ IN TEMA DI DIFESA DEI DIRITTI NON SONO IN DISCUSSIONE
Le
schede relative all’omofobia nel settore “diritti e pari opportunità”
del sito della Città per il corso “contrastare il bullismo omo/transfobico” rivolto a docenti della scuola
secondaria saranno rimesse online entro domani.
L’attività
di controllo delle schede e delle loro fonti che l’Assessorato ha
ritenuto di dover fare per non offendere le sensibilità di nessuno è
quasi ultimato: un’azione di scrupolo per verificare eventuali
inesattezze o informazioni che potessero prestarsi a interpretazioni
non chiare.
“Un
lavoro di verifica – ha detto l’Assessore Ilda Curti- che, ovviamente,
non mette in nessun modo in discussione le politiche della Città di
Torino in merito alla lotta alla discriminazione e alla difesa delle
pari opportunità, né condiziona lo sviluppo di questo progetto che
prosegue e contribuisce a fare di Torino una città all’avanguardia sui
temi dei diritti e del contrasto alle discriminazioni omofobiche,
razziste e/o xenofobe”.
Tutto vero, ripeto. Firmato dall'ufficio stampa del Comune.
Allora. Riassumiamo. Un tizio, i cui titoli accademici sono pari alle mie presenze nella nazionale brasiliana di calcio, pianta casino perché nel sito del Comune ci sono alcune schede contenenti notizie - peraltro ben note a ogni studioso di storia delle religioni - in merito alle posizioni critiche sull'omosessualità riscontrabili nella Bibbia e nel Corano. La giunta comunale, anziché prendere benevolmente atto dell'insoddisfazione del sullodato tizio, e passare ad occuparsi di cose serie, che fa? Toglie dal sito le schede incriminate, e le sottopone a una "attività di controllo".
A questo punto, una domanda mi sorge spontanea. Ma siete scemi, o che cosa? Devo dedurre che non le avevate controllate prima di pubblicarle, quelle benedette schede? Cioé, fatemi capire. Io domani arrivo in Comune con una scheda dove sostengo che la Terra è piatta e la Luna è fatta di formaggio, e voi la pubblicate senza neppure darle un'occhiata? E la lasciate on line finché lo spirito di Margherita Hack non viene a tirarvi i pedalini di notte?
Oppure: avete pubblicato le schede dopo averle lette, senza trovarci nulla di errato. Poi arriva il professor Lupo de Lupis, ordinario di Gioco della Lippa all'Università di Valpisello di Sotto, e ve le contesta. E voi, cuori di leone, vi affrettate a toglierle dal sito, perché non si sa mai. E le fate controllare. Anzi, ricontrollare.
Ma da chi?
Ecco, cara Ilda Curti. Te lo chiedo cortesemente. Dimmi, per piacere, da chi le avete fatte ricontrollare, queste infelici schede. Dimmelo, per carità. E dio non voglia che tu debba rispondermi che le hai fatte ricontrollare dai tuoi funzionari. Però devi dirmelo. Devi rivelarmi quale luminare siete riusciti a contattare nel giro di poche ore, convincendolo a sottoporre a un esame scientifico il contenuto delle schede.
Perché, anche qui, i casi sono due. Avete ingaggiato Jacques Le Goff, che vi ha spiegato per l'ennesima volta com'è stato inventato il Purgatorio. Oppure avete incaricato un funzionario, libero da più pressanti impegni, di farsi un giro su Wikipedia.
Della prima ipotesi, mi permetto di dubitare. E comunque, il tizio - pardon, l'illustre accademico - che ha scatenato il casino obietterebbe che Le Goff non è attendibile in quanto prevenuto (per via di quella faccenda dell'invenzione del Purgatorio...).
La seconda ipotesi è disarmante. Non voglio neppure prenderla in considerazione, per il residuo rispetto che nutro nei confronti delle istituzioni.
Per cui ne avanzo una terza: è uno scherzo del Primo Aprile. Però un po' in anticipo. Perché voi siete astuti. Se lo tiravate fuori il giorno giusto, non ci cascava nessuno.
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