Bruno Segre il 23 aprile torna in via Asti |
E così non vi parlo del jazz
Scherzi a parte, io comincio un po' a incazzarmi. Capisco, il sindaco ha molti pensieri, stamattina l'ho visto straimpegnato a presentare il Jazz Festival. E a proposito, vedete che schifo? Non scrivo sul Festival: oggi vado in campagna a fare la marmellata di chinotti, e ho tempo soltanto per finire questo post. L'argomento si sembra più serio, e quindi al bel festivalone da un milione di euro (però 850 mila li mettono i soliti sponsor, bada ben...) non dedico neppure una riga. Echissenefrega. Però qualcuno dei suoi cari suggerisca a Fassino di dar segno di vita: almeno ci confermi che abita nella stessa città dove c'è via Asti. Così ci togliamo il pensiero, io mi curo dei miei chinotti e lui del suo jazz, in santa pace.Bruno Segre torna in via Asti
In the meanwhile, alla La Marmora i "non occupanti" di Terra del Fuoco proseguono con il loro programma di tutela e apertura alla città dello stabile, simbolo della Resistenza torinese. Oggi alle 16 c'è l'incontro con Maurizio Landini seguito dalla proiezione del film "Diaz", presenti il regista Daniele Vicari, Giorgio Airaudo e Marco Revelli. Inoltre mi hanno appena confermato che il 23 aprile visiterà l'ex caserma Bruno Segre, protagonista della Resistenza e autore del memoriale "Quelli di via Asti" in cui rievoca la sua detenzione tra quelle mura che videro i più efferati crimini dei repubblichini. Segre parteciperà all'assemblea convocata per il 23, per poi unirsi, con gli altri "non occupanti", alla fiaccolata della Liberazione. E in quell'occasione Segre firmerà anche l'appello diffuso dai "non occupanti" e già sottoscritto da un numero impressionante, per quantità e qualità, di personalità della cultura e della politica - tra cui un sacco di vecchi amici e sodali di Fassino, che a questo punto proprio non può fare il nesci e fingere di non saperne nulla.Appello che ovviamente vi riporto qui sotto, completo di firme
Trasformare la caserma di via Asti, già luogo di detenzione e di tortura, in luogo di memoria e di solidarietà. Questa è la sollecitazione rivolta ripetutamente negli ultimi anni al Demanio militare, al Comune di Torino e, poi, alla Cassa Depositi e Prestiti (cui l’immobile è stato da ultimo venduto a prezzo stracciato con una delle tante operazioni destinate a “fare cassa”). La sollecitazione è rimasta inascoltata.
Così sabato 18 aprile, su iniziativa di un
gruppo di giovani di “Terra del fuoco” (formatisi, tra l’altro, nell’esperienza
del “treno della memoria”), alcune parti della caserma sono state oggetto di
una pacifica occupazione ed è in
corso la loro risistemazione per renderle luogo di incontro dei cittadini,
prima di tutto, il 25 aprile, settantesimo anniversario della liberazione.
L’obiettivo è quello di restituire alla
città un pezzo della sua storia, liberandosi nel contempo dalla retorica
celebrativa, e di fare della caserma un luogo di liberazione per chi oggi è maggiormente colpito dalla crisi (aprendo
in essa servizi di accoglienza e sostegno).
A questo fine si è aperto un dibattito che
nei prossimi giorni si svilupperà all’interno della struttura.
Crediamo si tratti di un’occasione
importante per la città e chiediamo alle istituzioni interessate e al Comune di
Torino di non restare insensibili e di dare all’iniziativa il proprio apporto e
anche una legittimazione formale.
In ogni caso noi sosterremo l’esperienza in
atto con un contributo di partecipazione, di idee, di risorse.
Torino 19 aprile 2015
Marco Aime (antropologo
e scrittore)
Ersilia Alessandrone
Perona (Istituto storico della Resistenza)
Alessandra Algostino
(professore diritto costituzionale, Università Torino)
Dunia Astrologo
(Istituto Gramsci)
Giovanni Baratta (SICET
Piemonte)
Federico Bellono (Fiom
Torino)
Roberto Cavallo
(cooperativa Erika)
Anna Chiarloni
(prof.emerita di Letteratura Tedesca, Università di Torino)
Sergio Chiarloni
(professore di diritto processuale civile, Università Torino)
Gastone Cottino
(professore emerito di diritto commerciale, Università Torino)
Alfonso Di Giovine
(professore di diritto costituzionale, Università Torino)
Marco Alessandro Giusta
(Arcigay)
Fulvio Grandinetti (Anpi, sezione 68 Martiri,
Grugliasco)
Leopoldo Grosso (psicologo
e psicoterapeuta, Gruppo Abele)
Mimmo Lacava (funzione
pubblica Cgil Torino)
Roberto Lamacchia
(Associazione Giuristi democratici)
Alfio Mastropaolo
(professore di Scienza della Politica, Università Torino)
Ugo Mattei (professore
di diritto civile, Università Torino)
Luca Mercalli (presidente
Società meteorologica italiana e giornalista scientifico)
Beatrice Merz
(Fondazione Merz)
Elisabetta Mesturino
(Filcams Cgil Torino)
Sen. Gian Giacomo
Migone (Professore di Relazioni Euro-Atlantiche, Università di Torino)
Diego Novelli
don Fredo Olivero
(diocesi Torino)
Valentina Pazé
(professore di teorie dei diritti umani, Università Torino)
Livio Pepino
(magistrato, Controsservatorio Valsusa)
Gianni Perona (Istituto
storico della Resistenza)
Ugo Perone Guardini
(Professore alla Humbolt University di Berlino)
Igor Piotto ( Flc Cgil
Torino)
Marco Revelli
(professore di Scienza della politica, Università Alessandria)
Mariangela Rosolen
(Comitato acqua pubblica Torino)
Beppe Rosso (attore e
regista)
Nanni Salio (Centro
studi Sereno Regis)
George Tabacchi
(Consorzio Abele Lavoro)
Enrica Valfré (Cgil
Torino)
Sergio Velluto (Tavola
Valdese)
Ugo Zamburru
(psichiatra, Arci Torino)
Farà la stessa fine che ha fatto la stazione dora: la storia nel dimenticatoio!
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