Francesco Bonami è il curatore di "Tutttovero" |
Oggi è il “Tutttovero Day”: un pulmino scorrazza i
giornalisti da una sede all’altra della mostra curata da Francesco Bonami checoinvolge le quattro istituzioni torinesi dell’arte contemporanea (Gam,Castello di Rivoli, Fondazione Sandretto e Fondazione Merz) e che si scrive con
tre “t”, anche se i più conservatori insistono a usarne soltanto due.
Ho un sacco di cose migliori da fare, così non vado in giro
col pulmino. Però non mi sono perso la conferenza stampa all’una a Casa
Hollywood. Casa Hollywood è uno spettacolo, ma adesso non sto a raccontarvela.
Sono andato alla conferenza stampa perché volevo fare una domanda. Ovviamente,
parlano quelli che devono parlare (Bonami, Fassino, Gianaria e Remmert), poi si
alzano e i presenti si rovesciano sul buffet.
E io resto con la mia domanda in canna. Allora vado da
Bonami e chiedo a lui: “Quando si è cominciato a parlare di questa mostra, a
dicembre, la si immaginava come della mostra di Artissima 2015. Poi,
all’improvviso, Artissima è scomparsa dal gruppo di lavoro. Come mai?”. Questa
è la domanda.
Le risposte sono variegate.
Bonami mi risponde che a lui hanno chiesto di curare la
mostra, e non sa altro.
Passo alla presidente della Fondazione Musei, Patrizia
Asproni. Secondo alcuni, è stata lei a escludere Artissima (che pure dipende
dalla Fondazione) perché vuole che la Fiera faccia la Fiera e basta, senza
occuparsi di curatele.
Le pongo domanda
Patriziona risponde che Artissima era “troppo lontana “ (in
senso temporale) da questa mostra. Non le faccio notare che le tranche di
“Tutttovero” al Castello di Rivoli e alla Gam chiudono il giorno prima
dell’inizio di Artissima. Le chiedo invece se fin da quest’anno Artissima sarà
una fiera pura, senza una sua mostra speciale come “Shit and Die”. Asproni
precisa che Artissima avrà una sua mostra, ma dentro la fiera. Cioè fisicamente
all’interno dell’Oval. Insomma, non ci sarà la mostra speciale, quella del
progetto “One Torino” tanto caro alla direttrice di Artissima Sarah Cosulich.
Combinazione, in quella avvisto un’attapiratissima Sarah Cosulich. Le pongo la solita domanda. La sua prima risposta è “Non chiedere a
me, io qui sono un’ospite”. Poi, affettuosamente sollecitata, ci torna su. “No,
non ci sarà un’altra Shit and Die – ammette. – Ci concentreremo sulla fiera, e
sarà bellissima”. Sì, ok, obietto io, ma non ti mancherà il lavoro di
curatrice? Sarah Cosulich si limita a un sorriso attapirato, e sfarfalla via.
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