Fidanzati in casa: affettuosità fra Picchioni e Beatrice |
Vi spiego: ieri pomeriggio c'era questo dibattito in Sala Argento intitolato per l'appunto "Il futuro del Salone del Libro a Torino". Convocati Picchioni, Luca Beatrice presidente del Circolo dei Lettori, tre politici (Luca Cassiani pd, che ha organizzato l'incontro, più Chiara Appendino M5S e Maurizio "Marry" Marrone FdI). E Gabo. La cosa aveva preoccupato assai Fassino, non so perché. Comunque Picchioni all'ultimo minuto non voleva neanche parlare. Non so se per naturale ritrosia o per non fare ulterirmente incazzare Fassino. Fatto sta che lo trascino sul palco a forza. Ma nessuno si decide a prendere per primo la parola; così la prendo io. E tanto per dare aria ai denti ripeto paro paro la proposta di un "nuovo modello organizzativo" del Salone (una guida a tre: presidente, direttore organizzativo e direttore artistico) che ho descritto stamattina su TorinoSette. Ripeto: una cazzata mia, mica una croccante indiscrezione captata chissà dove.
Beh, leggetevi questo passaggio del resoconto del dibattito che mi arriva dall'ufficio stampa del Salone: "Per il Salone del Libro, prossimo al
rinnovo dei vertici, si andrà verso un diverso sistema
organizzativo, sul quale Picchioni e Beatrice si sono mostrati concordi.
E’ il cosiddetto sistema triadico, che prevede un presidente,
un direttore organizzativo-esecutivo - “le cui professionalità sono
già in casa” ha detto Picchioni - e un direttore artistico, sulla
falsariga di quanto già avviene al Torino Film Festival, con il compito
di fare le scelte del tema dell’anno e dei contenuti
del Salone".
Vabbé, se volete provvedo pure a riformare la scuola e a riscrivere la Costituzione. Senza complimenti, voi chiedete e Gabo fa.
Picchio-Beatrice, una grande storia d'amore
Per il resto, la parte migliore del dibattito è il duetto d'amore fra Picchio e Beatrice, dopo gli scazzi sulla lounge. Io sulla "Stampa" di oggi vi racconto la lounge con l'ottica dell'inviato di guerra (non ho trovato il pezzo on line, quindi se volete leggerlo dovete comperare il giornale; oppure date un'occhiata ai tweet @gaboferraris); però i due presidenti grondano reciproche affettuosità.
Picchioni accalorato ripete che lui non ha nessun pregiudizio contro una più stretta collaborazione, e se la prende con il "pettegolezzo di maniera" di chi si ostina a immaginare dissapori (che fa, allude?); Beatrice ha qualche riserva su una "fusione" totale, ma è convinto che le due istituzioni debbano "parlarsi di più". E chiude la perorazione virando sull'hard: "Siamo persone diverse, ma ci vogliamo bene, e chi si ama litiga. Sulla lounge mi sono irritato per i troppi distinguo: a me i rapporti piacciono completi, non mi interessano i preliminari".
Per fortuna il tempo del dibattito è scaduto, e ce ne andiamo prima che le effusioni diventino troppo calde per questo che, notoriamente, è un blog per famiglie. E soprattutto prima che Marrone vada ai matti. Ieri, sul Salone, Marry ha persino detto alcune cose condivisibili: ma quando sente tirare una cert'aria perde il ben dell'intelletto. E della sintassi.
Picchioni accalorato ripete che lui non ha nessun pregiudizio contro una più stretta collaborazione, e se la prende con il "pettegolezzo di maniera" di chi si ostina a immaginare dissapori (che fa, allude?); Beatrice ha qualche riserva su una "fusione" totale, ma è convinto che le due istituzioni debbano "parlarsi di più". E chiude la perorazione virando sull'hard: "Siamo persone diverse, ma ci vogliamo bene, e chi si ama litiga. Sulla lounge mi sono irritato per i troppi distinguo: a me i rapporti piacciono completi, non mi interessano i preliminari".
Per fortuna il tempo del dibattito è scaduto, e ce ne andiamo prima che le effusioni diventino troppo calde per questo che, notoriamente, è un blog per famiglie. E soprattutto prima che Marrone vada ai matti. Ieri, sul Salone, Marry ha persino detto alcune cose condivisibili: ma quando sente tirare una cert'aria perde il ben dell'intelletto. E della sintassi.
Bonus track: il testo completo del comunicato del Salone
Salone del Libro rilancia con un nuovo modello organizzativo
Sì a una maggiore collaborazione tra la
Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura e il Circolo dei
Lettori. No a una fusione a freddo tra le due istituzioni, troppo
diverse per storia, identità e valore. E’ quanto emerso
al termine di un dibattito sollecitato dalla Quinta Commissione
Consiliare Permanente del Consiglio Comunale della Città di Torino a cui
hanno partecipato i due presidenti, Rolando Picchioni e Luca Beatrice, e
i consiglieri comunali Luca Cassiani, Chiara
Appendino e Maurizio Marrone (qui non sono citato, e li capisco... Ma vi giuro che c'ero, Ndr).
Per il Salone del Libro, prossimo al
rinnovo dei vertici, si andrà invece verso un diverso sistema
organizzativo, sul quale Picchioni e Beatrice si sono mostrati concordi.
E’ il cosiddetto sistema triadico, che prevede un presidente,
un direttore organizzativo-esecutivo - “le cui professionalità sono
già in casa” ha detto Picchioni - e un direttore artistico, sulla
falsariga di quanto già avviene al Torino Film Festival, con il compito
di fare le scelte del tema dell’anno e dei contenuti
del salone.
Luca Beatrice, sollecitato dal
moderatore Gabriele Ferraris (macché moderatore, figurarsi: ero un relatore come gli altri, Ndr), ha auspicato una strategia comune tra le
due istituzioni e soprattutto un’attività che si integri e copra i 365
giorni l’anno. Per il presidente del Circolo dei Lettori
occorre conquistare nuovo pubblico, quello dei tweet e degli
smartphone, portandolo verso il libro e nei luoghi deputati ad ascoltare
gli scrittori.
Su tutto il dibattito è aleggiato lo
spettro di Milano, città che secondo Chiara Appendino è diventata molto
aggressiva nei confronti del libro, in un contesto di mercato che è
mutato negli ultimi anni. La consigliera del Movimento
5 Stelle ha chiesto di analizzare bene i costi e di individuare su
quali leve agire per contenerli. Si è detto d’accordo su una maggiore
sinergia tra gli eventi il capogruppo dei Fratelli d’Italia Maurizio
Marrone, secondo il quale il Salone deve essere più
presente sul territorio anche se ha dato atto che con il Salone Off
qualcosa è già cambiato. Il presidente della Commissione Cultura Luca
Cassiani ha rilevato che questo è il momento storico con i più bassi
finanziamenti pubblici alla cultura degli ultimi
40 anni e ha ricordato che l’attività del Salone si estende già sul
territorio e per tutto l’anno.
Infine il presidente Picchioni si è
detto ideologicamente non contrario ad alcuna ipotesi, chiedendo però di
eliminare chiacchiericci e pettegolezzi. L’ipotizzato sistema triadico
si può praticare e chi ha a cuore il futuro del
Salone si sieda intorno a un tavolo a discutere. Il presidente della
Fondazione ha ricordato che in 28 anni di attività il Salone ha superato
mille difficoltà, comprese le voci di un eventuale scippo da parte di
Milano. Infine le cifre: il Salone ha un valore
di tre milioni di euro, costa ogni anno 1 milione e 700 mila euro di
cui 1 milione e 200 mila sono spesi per gli affitti. Per il suo
successore, Picchioni auspica una scelta vincente, in un’ottica
pluriennale politicamente avveduta e corretta.
Commenti
Posta un commento