Oggi in Consiglio comunale hanno discusso un paio delle rinomate interpellanze spiritosette di Fabrizio Ricca.
Una rimestava la polenta del Mao, ma lì siamo oltre i confini della noia, e semmai mi venisse la voglia ve ne parlerò più tardi.
Il Crociato Padano della cultura mi risulta più ruspante quando se la prende con Appendino perché si lascerebbe influenzare da due "personaggi" (per usare la definizione ricchesca) del tenebroso Sistema Torino: nientemeno che Evelina Christillin e Patrizia Sandretto. Ricca lo ha scoperto leggendo un'intervista al presidente del Circolo dei Lettori, e persino un post di Gabo; e domanda sdegnato al "Sindaco" - e Appendino, I presume - se ciò sia vero, e in tal caso intendano "formalizzare" tale "consulenza"; o se sia falso, e pertanto non ritengano di smentire.
Il Crociato Padano della cultura mi risulta più ruspante quando se la prende con Appendino perché si lascerebbe influenzare da due "personaggi" (per usare la definizione ricchesca) del tenebroso Sistema Torino: nientemeno che Evelina Christillin e Patrizia Sandretto. Ricca lo ha scoperto leggendo un'intervista al presidente del Circolo dei Lettori, e persino un post di Gabo; e domanda sdegnato al "Sindaco" - e Appendino, I presume - se ciò sia vero, e in tal caso intendano "formalizzare" tale "consulenza"; o se sia falso, e pertanto non ritengano di smentire.
Un pezzo di cabaret condito dell'ironia che Ricca può sciorinare. Quindi piuttosto greve.
Come al solito, a rispondere mandano la povera Leon. La sventurata replica sempre più piccata con argomenti ben noti, e cioé che lei e la Sindaca (penso quindi si riferisca ad Appendino) ascoltano tutti e dunque tutti sono "consiglieri informali"; e però lei (Leon) "non ritiene di delegare a nessuno la sua funzione di assessora". Ma questa sua convinzione ormai non fa più notizia: l'ha già espressa in analoga circostanza.
Ricca a sua volta piccatissimo ribatte che dovrebbero smentire "l'intervista del presidente del Circolo dei Lettori" benché, aggiunge, "potete immaginare quale sia la mia opinione su quel salotto". Inutile, non si tiene. Detesta tutto ciò che non capisce: è più forte di lui.
E insomma: continuano a baccagliare per una decina di minuti, ovviamente senza cavare un ragno dal buco.
Con quale autorevolezza, competenza, esperienza?
Ce ne sarà uno, dico uno, nella ciurma di miracolati della mediocrazia che pigiano tasti in Sala Rossa, che abbia mai portato un teatro ai risultati dello Stabile, o un museo a quelli dell'Egizio? Ma nemmeno: me ne basterebbe uno che abbia gestito con esiti non fallimentari una qualsiasi attività culturale. Uno che sia entrato non pretendo nella top 100 degli influenti in qualsiasi settore dell'umano sapere, ma almeno nella top 100 dei più simpatici del bar all'angolo. Uno che sia conosciuto e stimato fuori dalla cinta daziaria - o anche dentro, mi contenterei.
Certe vecchie lenze, quanto meno, non incorrerebbero in ridicole buffonate quali la defenestrazione a mezzo Ansa della presidente di Torino Musei o la nomina fallita del direttore del Museo del Cinema; non si farebbero perculare dalle istituzioni di mezzo mondo; si risparmierebbero i balletti dei bandi sbagliati, rifatti, rinnegati; non s'immerderebbero in figure dimmerda come Natale coi fiocchi; e probabilmente saprebbero addirittura dare un'occhiata a un calendario.
Perché quelli del tenebroso Sistema Torino saranno pure brutti e cattivi e plutomassonici e tutti gli accidenti che volete: ma almeno non si fanno di continuo beccare con le braghe calate.
Massì, Ricca in fondo ha ragione, è meglio lasciar perdere e rinunciare a certe "consulenze informali": purtroppo non basta qualche amichevole consiglio a compensare voragini di storditaggine.
Aggiornamento. Beatrice risponde a Ricca: Parli di cultura chi ne ha titolo
Riaggiornamento. Ricca replica a Beatrice: Basta cultura salottiera
Posso dire? Ancor più dei 1255 migranti in arrivo, mi terrorizza lo strazio della sintassi.
Si aggiunga che pochi istanti dopo una signora, assessore a non so cosa, si esibisce ripetutamente in uno spericolato "manifatti", inteso come plurale di "manufatto".
Merita la ola.
Sono i prodromi perfetti: poi la mediocrazia procede a sdottoreggiare sui destini della cultura.
Come al solito, a rispondere mandano la povera Leon. La sventurata replica sempre più piccata con argomenti ben noti, e cioé che lei e la Sindaca (penso quindi si riferisca ad Appendino) ascoltano tutti e dunque tutti sono "consiglieri informali"; e però lei (Leon) "non ritiene di delegare a nessuno la sua funzione di assessora". Ma questa sua convinzione ormai non fa più notizia: l'ha già espressa in analoga circostanza.
Ricca a sua volta piccatissimo ribatte che dovrebbero smentire "l'intervista del presidente del Circolo dei Lettori" benché, aggiunge, "potete immaginare quale sia la mia opinione su quel salotto". Inutile, non si tiene. Detesta tutto ciò che non capisce: è più forte di lui.
E insomma: continuano a baccagliare per una decina di minuti, ovviamente senza cavare un ragno dal buco.
Ma di che cazzo parlano quando parlano di cultura?
Mentre ascolto cianciare quei messeri, mi sorge spontanea una domanda: ma di che cazzo parlano quando parlano di questi argomenti, di queste persone, di queste istituzioni?Con quale autorevolezza, competenza, esperienza?
Ce ne sarà uno, dico uno, nella ciurma di miracolati della mediocrazia che pigiano tasti in Sala Rossa, che abbia mai portato un teatro ai risultati dello Stabile, o un museo a quelli dell'Egizio? Ma nemmeno: me ne basterebbe uno che abbia gestito con esiti non fallimentari una qualsiasi attività culturale. Uno che sia entrato non pretendo nella top 100 degli influenti in qualsiasi settore dell'umano sapere, ma almeno nella top 100 dei più simpatici del bar all'angolo. Uno che sia conosciuto e stimato fuori dalla cinta daziaria - o anche dentro, mi contenterei.
Consulenze inutili e braghe calate
Ricca usa l'espressione "personaggi del Sistema Torino" manco parlasse di criminali. Ma magari fossero davvero quelli i "consulenti"!Certe vecchie lenze, quanto meno, non incorrerebbero in ridicole buffonate quali la defenestrazione a mezzo Ansa della presidente di Torino Musei o la nomina fallita del direttore del Museo del Cinema; non si farebbero perculare dalle istituzioni di mezzo mondo; si risparmierebbero i balletti dei bandi sbagliati, rifatti, rinnegati; non s'immerderebbero in figure dimmerda come Natale coi fiocchi; e probabilmente saprebbero addirittura dare un'occhiata a un calendario.
Perché quelli del tenebroso Sistema Torino saranno pure brutti e cattivi e plutomassonici e tutti gli accidenti che volete: ma almeno non si fanno di continuo beccare con le braghe calate.
Massì, Ricca in fondo ha ragione, è meglio lasciar perdere e rinunciare a certe "consulenze informali": purtroppo non basta qualche amichevole consiglio a compensare voragini di storditaggine.
Aggiornamento. Beatrice risponde a Ricca: Parli di cultura chi ne ha titolo
Riaggiornamento. Ricca replica a Beatrice: Basta cultura salottiera
Bonus track: badilate di cultura
A margine della seduta del Consiglio comunale, trascrivo fedelmente un passo dell'interpellanza che il capogruppo e consigliere unico di Forza Italia Osvaldo Napoli distribuisce ai giornalisti presenti. Tale interpellanza rivela quanto segue: "Come si evince, dal sito della Prefettura di Torino pubblicato nel pomeriggio di venerdì 27 gennaio 2017, sono in arrivo a Torino 1255 migranti e di cui nessuno ne è a conoscenza".Posso dire? Ancor più dei 1255 migranti in arrivo, mi terrorizza lo strazio della sintassi.
Si aggiunga che pochi istanti dopo una signora, assessore a non so cosa, si esibisce ripetutamente in uno spericolato "manifatti", inteso come plurale di "manufatto".
Merita la ola.
Sono i prodromi perfetti: poi la mediocrazia procede a sdottoreggiare sui destini della cultura.
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