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VA' DOVE TI PORTA VACIS

Un nuovo dipartimento del Tst per Gabriele Vacis 
Dell'Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona, Gabriele Vacis e Roberto Tarasco mi avevano parlato a lungo un pomeriggio di qualche mese fa ai Magazzini Oz. Alla fine delle loro appassionate spiegazioni, io mi ero molto congratulato per il progetto. Ma confesso che ci avevo capito poco.
I progetti di Gabriele Vacis in genere mi fanno questo effetto: quando me li racconta ci capisco poco, quando li vedo realizzati mi incantano. Non è colpa di Gabriele Vacis, che è un narratore nato; bensì di questo Gabriele qui, che ha scarse capacità d'astrazione.
Vacis è un visionario, e la sua idea di teatro è ormai molto lontana da ciò che io penso quando penso al teatro, cioé un regista, un testo, degli attori che studiano il testo e poi lo recitano davanti a un pubblico che se è contento applaude e se ne va a casa.
Vacis costruisce ambienti. Racconta vite. Fa cose. E tutto ciò, miracolosamente, diventa teatro, il suo teatro.
Ciò può talora costituire un handicap: per esempio, sospetto che, al momento di scegliere il nuovo consulente artistico dello Stabile (che d'ora in poi definirò per comodità "direttore artistico", visto che è l'espressione usata pure dallo Stabile), abbiano chiamato Valerio Binasco anziché Vacis, che pure è da sempre indiziato per la direzione artistica dello Stabile, perché il Tst è un Teatro Nazionale e da un Teatro Nazionale ci si aspetta che faccia (anche) teatro tradizionale, come lo immagino io, per contentare (anche) il pubblico di un Teatro Nazionale che pretende (anche) spettacoli di teatro tradizionale. 
Però, ora che Vacis lascia la direzione dei Teatri di Reggio Emilia, lo Stabile torinese per acchiapparlo ha fatto proprio il progetto dell'Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona, creando addirittura un nuovo dipartimento che - cito dal comunicato ufficiale - "realizzerà attività, laboratori, seminari, performance e ambienti dedicati alla cittadinanza, concentrandosi, in una prima fase, sulle comunità dei migranti presenti nell’area metropolitana di Torino e sul territorio piemontese". Ecco, sembra molto fumoso. Invece nella pratica è una cosa semplice e importante e bellissima. Solo che è difficile da spiegare con le parole.
Tutti gli ambienti sono difficili da spiegare con le parole. Gli ambienti non si spiegano, si vivono.
Ad ogni modo: si tratta di costruire dei progetti, partendo dall'incontro con le persone. Le persone deboli, gli ultimi. Il primo progetto coinvolge i migranti. Già da qualche mese Vacis e i suoi due compagni d'avventura, il fedelissimo Roberto Tarasco e Barbara Bonriposi, sono al lavoro nei centri d'accoglienza, insieme con le onlus e le cooperative che aiutano i rifugiati. Raccolgono storie, testimonianze, racconti di chi ha visto la morte in faccia, o ha inseguito una speranza.
Ok, detto così sembra la solita solfa. Ma le voci e i volti che Vacis e soci stanno riprendendo sono veri, forti, lasciano il segno. Non so, e non sa neanche Vacis, quale sarà il risultato di questa cosa, e delle cose che seguiranno, i seminari, le performance, i laboratori. Uno spettacolo? Può essere, ma Vacis dice che è solo "una delle possibilità", e ammette che "non è chiarissimo dove stiamo andando". Perché, aggiunge, lui non fa gli spettacoli per dimostrare qualcosa che ha già in testa; ma per capire dov'è arrivato, una volta che è arrivato.
Lo dicesse un altro, mi suonerebbe sospetto. Come minimo, velleitario. Se lo dice Vacis, a me sta bene, perché ho visto "La bellezza salvata dai ragazzini" e "Amleto a Gerusalemme", altri due lavori di Vacis che sono nati così, senza sapere prima dove si stesse andando; e sono due spettacoli che ricorderò per quanto vivrò, anche quando avrò dimenticato ogni spettacolo dove c'era un regista e un testo già scritto e gli attori che recitavano il testo e si sapeva fin dall'inizio dove si sarebbe arrivati, e che il pubblico alla fine avrebbe applaudito e se ne sarebbe tornato a casa e l'indomani avrebbe dimenticato tutto.
Io quei due spettacoli non li dimentico più.
Quindi sono molto contento che Vacis torni a Torino con un nuovo progetto, e aspetto di vedere quale ambiente costruirà, e che cosa potrà accadere.
Per il momento, so che qualcosa del lavoro di questi mesi finirà fra un anno in uno spettacolo, l'ultimo della stagione 2017/2018 dello Stabile, che si intitolerà "Cuore/Tenebra"; e il primo atto del prossimo direttore artistico del Tst Valerio Binasco è stato chiamare Vacis e proporgli di fare quello spettacolo lì, che non sappiamo ancora di preciso che cosa sarà. Però io sono sicuro che lo vedrò, e mi porterà via come mi hanno portato via quegli altri spettacoli di Vacis che ho visto e non dimentico più.
A questo punto vi domanderete come fa lo Stabile, alla canna del gas, ad aprire addirittura un nuovo dipartimento da affidare a Vacis. Facile, lo Stabile non ci mette un centesimo. In quel progetto ci hanno creduto la Regione e la Compagnia di San Paolo, e lo hanno finanziato con centomila euro ciascuna. E per fortuna che c'è chi crede. Così, mentre tutto sembra affondare, a Torino ancora una volta succede qualcosa che le altre città neppure riescono a immaginare.
Con questo ho detto ciò che posso dire. Se non siete soddisfatti, leggetevi il comunicato stampa dello Stabile. Magari siete più bravi di me, e capite tutto.

Il comunicato del TstIl Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale sostiene da tempo l’importanza del teatro come opportunità di integrazione, condivisione e coesione ed è proprio in quest’ottica di teatro inclusivo, impegnato ad operare in aree disagiate della società, che ha deciso di accogliere e sviluppare un progetto di Gabriele Vacis, Roberto Tarasco e Barbara Bonriposi dotandosi, grazie al sostegno della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo, di una nuova funzione e dando vita all’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona.
A partire da 2017, infatti, un nuovo dipartimento all’interno dello Stabile - considerato anche dal MiBACT quale progetto pilota a livello nazionale - realizzerà attività, laboratori, seminari, performance e “ambienti” dedicati alla cittadinanza, concentrandosi, in una prima fase, sulle comunità dei migranti presenti nell’area metropolitana di Torino e sul territorio piemontese.
«Questo progetto consolida il posizionamento dello Stabile al centro del contesto in cui opera - dichiarano il Presidente del Teatro Stabile Lamberto Vallarino Gancia e il Direttore Filippo Fonsatti - nella profonda convinzione che il teatro sappia rafforzare il senso di appartenenza ad una comunità, favorire la coesione sociale e la condivisione di valori identitari, accogliere e includere le differenze. L’Istituto di Pratiche Teatrali e il progetto Migranti - continuano Vallarino Gancia e Fonsatti - contribuiscono a creare una “competenza di cittadinanza” e sono complementari all’iniziativa Un posto per tutti che, eliminando ogni barriera di accesso, consente anche alle classi svantaggiate e ai meno abbienti di partecipare alle nostre attività ricevendo gratuitamente un abbonamento alla nostra stagione».
«Da sempre - scrivono i curatori del progetto - il teatro impiega le proprie tecniche oltre lo spettacolo: lo psicodramma, la musicoterapia, la danza come antidoto alla nostra vita statica, l’animazione nelle periferie più degradate, sono consuetudini diffuse e ormai popolari. Si impiega la narrazione in campo medico e il gioco teatrale nella gestione delle disabilità... Tutte queste pratiche si fondano sulla consapevolezza di sé, degli altri, del tempo e dello spazio, che è alla base del teatro di ogni tempo. Oggi c’è molta più gente che fa teatro, che danza, di quanta non vada a vederli teatro e danza. Grandi registi e grandi attori hanno ispirato queste strade del teatro da più di un secolo. E oggi accade che molti artisti non percepiscano più l’azione sociale come un dovere civile o una benevola elargizione. Il coinvolgimento del cittadino, della persona, nel lavoro artistico è ormai la poetica di molti attori, drammaturghi, registi. Il nostro presente tecnologico produce forme a getto continuo: l’arte non è più solo creazione di forme ma anche inclusione. L’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona, nasce per comprendere questa articolazione del teatro».
L’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona nasce dalle esperienze di Gabriele Vacis, Roberto Tarasco, Antonia Spaliviero e dal vasto gruppo di collaboratori che li hanno seguiti in questi anni. Dalle varie edizioni di SCHIERA, metodo di allenamento all’attenzione, ai laboratori che sono confluiti nel film La paura siCura, dalle pratiche con i disabili fisici e psichici fino al progetto ideato da Antonia Spaliviero e realizzato con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Gioventù, la Regione Piemonte e il Teatro Stabile di Torino Cerchiamo Bellezza.
Le attività dell’Istituto sono iniziate nel marzo del 2017 con la partecipazione al Festival dell’Europa Solidale e del Mediterraneo di Settimo Torinese, tre giornate ideate da Abdullahi
Ahmed, ex rifugiato somalo ora cittadino italiano. Nell’ambito di questa rassegna è stata organizzata una serata dal titolo Per la stessa ragione del viaggio, viaggiare con i racconti di Gabriele Vacis, la testimonianza dei ragazzi di Equilibri d’Oriente e gli ambienti sonori di Roberto Tarasco. Nel maggio 2017 sono stati realizzati, al Teatro Gobetti di Torino, i primi video-colloqui con migranti e operatori sociali di differenti cooperative e centri d’accoglienza dell’area metropolitana e regionale (Torino, Settimo, Pecetto, Chieri, Cavoretto, Chivasso); i materiali saranno pubblicati nelle prossime settimane sul sito www.listituto.it.
Dal 3 al 16 luglio 2017, alle Fonderie Limone di Moncalieri, prenderà vita l’Awareness Campus: un percorso rivolto ad attori, attrici, mediatori culturali, animatori, danzatori, assistenti sociali, medici, psicologi, fisioterapisti, formatori, ginnasti, musicisti, cantanti e studenti, mirato al consolidamento di un gruppo per la conduzione di pratiche teatrali per la cura della persona e in particolare per il Progetto Migranti che si svilupperà sul territorio piemontese tra il 2017 e il 2018. Il metodo di apprendimento applicato si fonda sull'esercizio costante e rigoroso della consapevolezza (awareness) e dell’attenzione, tramite la pratica dell’azione fisica, vocale e della narrazione e sulla pratica della SCHIERA, uno strumento articolato di costruzione della propria presenza e un modo di riflettere sullo spazio e sulle relazioni. Le giornate di lavoro di luglio saranno suddivise in diverse attività, che verranno coordinate dai tre diversi dipartimenti: si passerà da momenti di lavoro sul corpo (Di.CO.) insieme a Barbara Bonriposi, alla pratica del canto e voce (DI.VO.) con Domenico Castaldo per arrivare fino al lavoro sulla narrazione (DI.NA.) insieme a Gabriele Vacis. Sarà inoltre prevista la presenza di ospiti, tra gli altri Gerardo Guccini (Università di Bologna), Claudio Bernardi (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Domenico Quirico (La Stampa), Suor Giuliana Galli (Mamre Onlus), Fabio Giommi (AIM-Associazione Italiana per la Mindfulness) e Rosario Porrovecchio (Istituto di Psicosomatica e Yoga). Il campus che ha visto la candidatura di 150 persone provenienti da tutta Italia, tra artisti (attori, danzatori) e professionisti (insegnanti, educatori, mediatori culturali, fisioterapisti e psicologi) sarà totalmente gratuito. Per i partecipanti provenienti da fuori Torino sarà possibile alloggiare presso le foresterie delle Fonderie Limone di Moncalieri (TO) fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Nel settembre 2017 riprenderanno i video-colloqui e gli incontri con diverse associazioni torinesi, a partire dal Centro Polifunzionale C.R.I. "T. Fenoglio" di Settimo Torinese (TO), Mamre Onlus (TO), CasaOz (TO) e AlmaTeatro (TO); e dall’ autunno sarà implementata la mappatura regionale per la realizzazione di laboratori teatrali e video-colloqui in provincia di Cuneo con il Consorzio Compagnia di Iniziative Sociali (Bra - CN), con Hub Terramadre e Slow Food (Bra), a Novara con i Centri d’Accoglienza rivolti a migranti coordinati dalla Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana, e in provincia di Alessandria con i Centri d’Accoglienza e le realtà coordinate dal Teatro Sociale di Valenza.
Il 18 dicembre 2017, alle Fonderie Limone di Moncalieri verrà programmato un evento per celebrare la Giornata internazionale per i diritti dei migranti.
Il primo esito spettacolare che nascerà dall'Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona sarà Cuore/Tenebra. Migrazioni tra De Amicis e Conrad con la regia di Gabriele Vacis, prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale che andrà in scena in prima assoluta dal 22 maggio al 10 giugno 2018 al Teatro Carignano di Torino.


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