La sede dell'Isef in piazza Bernini dal 24 maggio ospita gli uffici del Salone |
Chiacchierando con Nic, apprendo che il Salone ha traslocato. Ha lasciato la vecchia sede di via Santa Teresa e adesso gli uffici hanno una nuova, singolare location: il palazzo - di bello stile piacentiniano - in piazza Bernini, già Casa centrale del Balilla, poi Scuola Universitaria Interfacoltà di Scienze Motorie, per tutti e per sempre Isef.
Cado dalle nuvole: non ne sapevo nulla.
Il trasloco è stata una scaltra mossa del direttore generale Giuseppe Ferrari che ha risolto così l'annoso problema dell'affitto, che pesava come un macigno sui malandati conti della Fondazione per il Libro. In via Santa Teresa pagavano una stangata mensile di diverse migliaia di euro, mentre il progetto di trasferire il Salone (e il Circolo dei Lettori) a Palazzo Cisterna è tramontato - credo perché mancano i soldi per la ristrutturazione, o perché il Comune, proprietario dello stabile, ha altro a cui pensare: devo informarmi.
Piccoli incidenti... Nic Lagioia soccorre il vicepresidente Mario Montalcini che ha sbattuto il naso mentre s'esibiva in una serie di arditi esercizi ginnici sull'asse d'equilibrio |
Così mercoledì 24 maggio, a due giorni dalla trionfale conclusione del Salone 2017 e nel giorno in cui l'esercito marciava, anche Nic e la sua truppa si sono messi in marcia e hanno raggiunto la nuova casa in piazza Bernini. A due passi dal glorioso Liceo Classico Cavour, quindi in zona propizia alle belle lettere; e tanto ben servita dalla metro, sicché si prevedono significativi risparmi anche sui taxi.
Va da sé che il risparmio comporta qualche disagio, non privo però di aspetti pittoreschi. Gli uffici della Fondazione per il Libro nel palazzo dell'Isef sono sistemati un po' come capita, nelle aule disponibili, e ciò crea un simpatico mix fra studenti e studentesse in tenuta ginnica e staff del Salone.
Nic mi è sembrato un po' perplesso: lui spera che si tratti di una sistemazione temporanea. Ho evitato di ricordargli quanto duri il "temporaneo" a Torino, e con spirito costruttivo gli ho invece suggerito di convocare le riunioni più importanti nella bella e funzionale piscina di cui è dotato il palazzo. Gli editori in visita apprezzeranno, come di sicuro non mancheranno di ammirare il rude stile dei servizi igienici maschili, contraddistinti dai caratteristici cessi alla turca: per cui anche noi scribi dovremo andarci piano nell'uso di espressioni del tipo "si è tenuta ieri l'assemblea dei soci fondatori del Salone del Libro, e nel corso della seduta...". Il termine "seduta" dovrà, a seconda dei casi, essere sostituito da "nel corso della nuotata" o, in casi estremi, "dell'accovacciata". Non so decidere quale termine adottare per gli incontri previsti - ieri e oggi - tra i massimi vertici (Bray, Montalcini, Parigi, Appendino, forse il sindaco e altri barbapapà assortiti) per discutere il futuro del Salone: ricordo che sul tavolo (o sull'asse d'equilibrio) ci sono, ad esempio, la ricapitalizzazione e il nuovo assetto della Fondazione.
Lo staff della Fondazione è già al lavoro per il Salone 2018 |
Lo sostituiranno con l'Oval? Sarebbe una soluzione di ripiego, con molte controindicazioni: è troppo grande, e lontano com'è dal corpo del Lingotto potrebbe venir disertato dal pubblico. Sarebbe una buona idea sistemarci i grandi editori milanesi che quest'anno hanno disertato perché volevano farsi un salone tutto loro. Se tornano - e torneranno, visti i bei risultati di Tempo di Libri... - mandiamoli all'Oval, visto che gli piace tanto starsene per conto loro.
Chi vivrà vedrà. Ma una cosa è sicura: il Salone 2018 sarà un Salone baldo e muscolare. E il tema è già scritto: "Mens sana in corpore sano".
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