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IL MARCHIO DEL SALONE E LE NOTIZIE DI DUE ANNI FA

Uno stronzetto mi domanda come mai non scrivo dell'inchiesta sui conti del Salone del Libro e la presunta sovrastima del marchio.
Risposta facile. Perché mi sono fatto le vacanze lunghe. E non mi disturbo certo, in vacanza, per ripetere ciò che io ho già scritto ben due anni fa, mentre i segugi dell'oggidì ronfavano saporitamente. Chi fosse interessato a saperne di più può rileggersi il post "A proposito del Salone: due conti che mi inquietano", del 2 novembre (giorno dei morti) 2015, ma sempre attuale. D'altronde già allora chi aveva cervello se n'era accorto e s'era regolato di conseguenza, come non mancai di sottolineare allorché Massimo Lapucci si dimise dal CdA della Fondazione per il Libro
Se poi una manica di scienziati ci mette due anni a capire quello che un cretino come me aveva capito nel giorno dei morti del 2015, non ci posso far nulla: di certo non mi getto sulla non notizia mentre me ne sto rilassato tra il verde e le fresche acque.
E anche la volontà della Regione di ricapitalizzare il Salone - proprio per tappare quel buco nel bilancio - non è una novità: questo blog lo ha annunciato già il 21 maggio scorso
Adesso posso tornare a farmi i cazzi miei? Grazie. Chiamatemi quando scoprite qualche altro scottante segreto. Che la Terra è rotonda, ad esempio.

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CIAO SERGIO

Sergio Ricciardone non c'è più. Se n'è andato così, ad appena 53 anni, dopo breve malattia. Venticinque anni fa, insieme con i colleghi deejay Giorgio Valletta e Roberto Spallacci, aveva fondato l'associazione X-Plosiva e inventato Club to Club. Il resto è storia. La storia di una piccola serata itinerante nei club torinesi che man mano cresce, evolve, cambia pelle, fino a diventare C2C, uno dei più importanti festival musicali d'Europa e del mondo . Sergio, che di C2C era il direttore artistico, era un mio amico. Ma era molto di più per questa città: un genio, un visionario, un innovatore, un pioniere. E un innamorato di Torino, che spesso non l'ha compreso abbastanza e ancor meno lo ha ricambiato. Un'altra bella persona che perdiamo in questo 2025 cominciato malissimo: Ricciardone dopo Gaetano Renda e Luca Beatrice. Uomini che a Torino hanno dato tanto, e tanto ancora potevano dare.   Scusatemi, ma adesso proprio non me la sento di scrivere altro.

ADDIO, LUCA

Luca Beatrice ci ha lasciati all'improvviso, tradito dal cuore all'età di 63 anni. Era stato ricoverato lunedì mattina alle Molinette in terapia intensiva. Non sto a dirvi quale sia il mio dolore. Con Luca ho condiviso un lungo tratto di strada, da quando ci presentarono - ricordo, erano gli anni Novanta, una sera alla Lutèce di piazza Carlina - e gli proposi di entrare nella squadra di TorinoSette. Non me la sento di aggiungere altro: Luca lo saluto con l'articolo che uscirà domani sul Corriere . È difficile scriverlo, dire addio a un amico è sempre triste, figuratevi cos'è farlo davanti a un pubblico di lettori. Ma glielo devo, e spero che ne venga fuori un pezzo di quelli che a lui piacevano, e mi telefonava per dirmelo. Ma domani la telefonata non arriverà comunque, e pensarlo mi strazia. Ciao, Luca. Funerale sabato 25 alle 11,30 in Duomo.

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz...