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REGIE POSTE: STAVOLTA SCRIVONO I DIPENDENTI PRO-GRAZIOSI

Il romanzo epistolare del Regio continua.
Dopo la lettera dei lavoratori anonimi anti-Graziosi; quella dei sindacati anti-Graziosi ma anche anti-anonimi e quella di Graziosi pro-Graziosi; quella della maggioranza dell'Orchestra anti-Graziosi; e in  attesa di una lettera del sindaco/presidente del Regio Chiara Appendino, che non scrive lettere perché sta sempre su Whatsapp; dopo questo profluivio di missive, mail, biglietti, appelli e segnali di fumo, ieri circolava una lettera a Chiarabella e Leon di alcuni lavoratori del Regio. Quando l'ho vista, in calce alla lettera c'erano 25 firme ma si possono prevedere altre adesioni. 
I lavoratori firmatari esprimono il loro sostegno a Graziosi e stigmatizzano quei colleghi che lo hanno attaccato. Immagino siano quei lavoratori che, come faccio notare nel post di ieri mattina, "sono onestamente convinti che la sua (di Graziosi) sia una battaglia per cambiare in meglio, e che le critiche siano frutto soltanto dell'avversione dei più retrivi contro ogni cambiamento. Va poi da sé che chi fa parte del cerchio magico del sovrintendente tema di perdere i benefici ottenuti o di subire ritorsioni, qualora Graziosi se ne andasse".
Ecco, quei dipendenti - quelli onestamente convinti - sostengono  e promuovono il sovrintendente sotto attacco con le seguenti parole: "In qualità di dipendenti della Fondazione Teatro Regio, non condividiamo l'ostile presa di posizione da una sedicente maggioranza anonima di colleghi nei confronti del Sovrintendente Graziosi. Con sorpresa abbiamo appreso dell'accaduto e dei toni utilizzati, che, alla luce dei positivi risultati conseguiti sinora - pareggio di bilancio, approvazione del piano di sviluppo da parte degli Organi Competenti, apertura alle scuole, buon esito della produzione artistica -, appaiono paradossali e fuori luogo. Ci auguriamo, anzi, che la futura Amministrazione continui a operare scelte sostenibili e lungimiranti, al fine di salvaguardare il benessere del Teatro e dei professionisti che con dedizione vi lavorano".
Trattasi di valutazioni che arrivano da persone direttamente coinvolte (come tutte le parti in commedia, in questa triste commedia); e pertanto rispettabilissime, pur se non tutte dimostrabili. Come indimostrabili peraltro sono anche alcune delle valutazioni negative della "controparte" sull'operato di Graziosi. Semmai, trovo agghiacciante che in un'azienda alcuni lavoratori siano "controparte" di altri lavoratori. Ma quello non è un problema: è IL problema del Regio. E di quello dovrebbe in primis preoccuparsi il presidente di quell'azienda. Altro che chiudersi in un imbronciato silenzio. Vabbè, adesso almeno è convocata in Consiglio comunale: il biglietto d'invito è l'apposita interpellanza del pd, che chiede spiegazioni. E lì almeno qualcosa dovrà dire, il sindaco/presidente Appendino. 
Per dovere di cronaca, devo però puntualizzare un paio di fatti che dalla lettera non mi risultano così evidenti:
1) Gli anonimi autori della missiva anti-Graziosi non si sono definiti "maggioranza" in nessun punto del loro scritto: quindi non possono essere definiti "sedicente maggioranza" perché non sedicono un bel niente a proposito di "maggioranza". Asseriscono bensì di essere "numerosi". E questo è possibile: in aprile fu inviata al Consiglio d'indirizzo un'altra lettera di ben 204 dipendenti (quella volta firmanti) in cui si esprimevano, seppur in forma più blanda, molte riserve sulla gestione del Regio. Nei giorni scorsi c'è stata anche la lettera anti-Graziosi dei soli orchestrali: quella risulta sì approvata "a maggioranza", però "maggioranza dell'Orchestra". Non confondiamo piani e parole.
2) Che il bilancio abbia chiuso in pareggio è senz'altro un titolo di merito per l'amministrazione del Regio. Non è invece un titolo di merito, né per chi sovrintende né per chi lavora, sia pro o contro il sovrintendente, che dallo stesso bilancio risulti che il "fatturato per dipendente" è sceso ancora: dai 198.578 euro di produzione per singolo dipendente nel 2016 si era passati ai 101.247 del 2017 e adesso, nel 2018, siamo atterrati a quota 100.212 euro. Posso permettermi un sommesso suggerimento a tutta la combriccola? Signori cari, che siate pro o contro Graziosi, ciascuno di voi proclama, nelle varie lettere, immenso amore per il Regio. Ebbene, il Regio lo si ama e lo si difende anche, e direi principalmente, lavorando. Come non ci fosse un domani. Guadagnandosi lo stipendio e facendo guadagnare il Regio che paga. Ogni singolo cittadino contribuente torinese ha apprezzato moltissimo tutte le vostre lettere, democratiche espressioni di libero pensiero. Ma adesso - si dice così anche da voi? - all'opera: e confermate nei fatti la vostra "dedizione" al "benessere del teatro".
Aggiungo però che la responsabilità prima della produttività in un luogo di lavoro è di chi dirige e comanda. Di chi sovrintende. Ora: io non so se rientri fra le "scelte sostenibili e lungimiranti" pagare novemila euro al mese una consulente di marketing che consulenteggia assai parcamente. Ma so che se in un'azienda anziché aumentare la produttività aumentano le tensioni, il problema sta nella testa, non nella pancia. E allora è la testa che non funziona.
Capito?

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