Quasi non par vero, di arrivare alla conferenza stampa di febbraio del Salone del Libro senza aver attraversato un altro inverno di tremori, un'altra estate di bollori. Mancano tre mesi all'inizio e tutto va bene, la squadra funziona, il barometro segna bello stabile e il successo è garantito. Da non credere.
Le turbolenze e le infinite crisi sembrano ormai acquetate, e dopo gli anni dell'Emergenza Permanente sembra essersi affermato un Nuovo Ordine Salonistico fondato sul triumvirato formato da Silvio Viale (che con l'associazione Torino Città del Libro garantisce gli l'anima commerciale della fiera) e dai due direttori - Nicola Lagioia (Salone) ed Elena Loewental (Circolo dei Lettori) - a tutela dei contenuti culturali, con il presidente del Circolo Giulio Biino a fare da pacioso peace keeper.
Ho dedicato all'inconsueta quiete che accompagna quest'anno l'avvento del Salone una piccola analisi che potete leggere oggi sul Corriere oppure a questo link.
P.S. Però posso dire che il manifesto di quest'anno più che al Salone del Libro mi fa pensare a un horror-movie anni Cinquanta?
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