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BILANCIO DELLA CULTURA: MAXIEMENDAMENTO IN COMMISSIONE, MAXISCAZZO SUI TAGLI

L'assessore Vittoria Poggio

Ieri la Commissione cultura della Regione ha esaminato il maxi-emendamento al bilancio 2021 che almeno in parte mitiga i tagli trucibaldi proposti in prima istanza dal Tagliator Tronzano.
Quanto li mitighi, e quanto invece rimangano criticità gravi, resta questione irrisolta. La giunta, guarda caso, sostiene che va tutto benissimo; mentre l'opposizione conferma che non va bene un cazzo.
E' difficile, allo stato dell'arte, farsi un'opinione precisa: siamo ancora lontani dall'approvazione in Consiglio, qualcosa - forse molto - può ancora cambiare. D'altronde, non è una mai passeggiata leggere un bilancio complesso come quello della Regione: figurarsi quando non c'è ancora un documento definitivo.
Quindi, senza sbilanciarmi mi limiterò a riportare i diversi punti di vista, tentando di chiarire alcuni passaggi laddove possibile.
In Commissione Vittoriona Poggio ha dichiarato che "complessivamente gli investimenti per la Cultura nel 2021 saranno di 50 milioni 481 mila euro, nel 2022 di 38 milioni e 163 mila e nel 2023 di 38 milioni e 149 mila euro". Per darvi un parametro di riferimento, gli impegni in cultura della Regione toccavano i 50 milioni nel 2019, mentre tra il 2015 e il 2017 erano scesi fino a 35 milioni, per poi risalire a 44,5.
Il consigliere Daniele Valle
Poggio ha sottolineato che "oggi il bilancio regionale è in sofferenza: questo particolare momento richiede uno sforzo congiunto di tutte le parti coinvolte, tuttavia abbiamo mantenuto cifre importanti per il comparto".

Il taglio alle partecipate

Nello specifico, Vittoriona fa notare che per gli enti culturali partecipati dalla Regione (si tratta di eccellenze quali il Regio, lo Stabile, i Musei Civici, il Museo del Cinema, le Regge sabaude e via dicendo, per le quali l'iniziale proposta di Tronzano prevedeva un taglio da 29 a 21 milioni) per il 2021 il bilancio regionale stanzierà 24 milioni e 214 mila euro, a cui sono stati aggiunti 5 milioni per l’erogazione degli acconti 2021.
Secondo l'opposizione le cose non stanno esattamente così. I consiglieri Pd Valle e Scarno affermano che "il capitolo delle partecipate sconta ancora un taglio di ben 3 milioni di euro (dai 29 milioni del 2020 a 26 milioni), che andrà a insistere su un settore che era già stato ridotto l’anno scorso (da 31 a 29 milioni) per finanziare in parte il bonus cultura alle piccole associazioni. Tagliare le partecipate vuol dire diminuire i servizi al pubblico e ridurre le commesse alla filiera della cultura".
Nessuno fa cenno alla prospettiva - che al momento non ha nulla di ufficiale, per cui più che un fatto va considerato un pio desiderio - di un intervento delle fondazioni bancarie, che sarebbero (e sottolineo "sarebbero") intenzionate a integrare l'impegno regionale sulle partecipate con un intervento straordinario di circa 2 milioni.

La scomparsa del bonus cultura

Valle e Sarno invece fanno notare che "il bonus cultura legato all’emergenza covid19, che contava l’anno scorso di 3 milioni di euro, quest’anno è azzerato. Eppure l’emergenza per il nostro tessuto piccolo associativo persiste e le risorse non sono tornate ai capitoli originali. Si sono volatilizzate".
In effetti, nel 2020 il finanziamento alle partecipate era inizialmente di 31 milioni, ma a maggio ne tolsero tre per girarli sul bonus cultura: alle partecipate quindi alla fine della fiera sono andati 29 milioni. 
Nel 2021 - anche nel migliore dei casi, così come descritto dalla Poggio - alle partecipate spetteranno di nuovo 29 milioni: ma non ci sarà il bonus cultura. Dal resoconto della Commissione di ieri (le sedute non sono pubbliche) non mi risulta se la Poggio vi abbia fatto cenno: si è limitata a dichiarare che "sul tema dei lavoratori della filiera culturale che hanno particolarmente risentito del blocco delle attività, l’assessore ha annunciato, dopo un confronto con i sindacati, l’attivazione di un tavolo di lavoro sulla legge nazionale affinché vengano creati albi nazionali per il riconoscimento di queste particolari categorie professionali". Campa cavallo.

Più soldi per i bandi

In compenso Vittoriona ha annunciato con soddisfazione che "per il 2021 si è deciso di prorogare di un anno il triennio di Piano di programmazione della Cultura previsto per il periodo 2017/2019: i nuovi bandi del settore saranno condivisi con i Tavoli della cultura che verranno convocati a breve. I bandi riguarderanno la promozione dei beni librari e archivistici, l’editoria, gli Istituti culturali, gli Ecomusei e la promozione delle attività culturali, del patrimonio linguistico e dello spettacolo. Verrà attivato anche il bando per le Società di Mutuo Soccorso".

Che fine fanno le convenzioni?

Ma qui grande è la confusione sotto il cielo. Valle e Sarno sostengono che "il capitolo delle convenzioni viene azzerato mentre fino all'anno scorso aveva una dotazione superiore al milione di euro. Questo - aggiungono i consiglieri Pd - vuol dire che i soggetti culturali che attingevano da queste risorse (Fondazione Sandretto, Collisioni, Pistoletto, per fare degli esempi) si riverseranno sul bando delle associazioni che però conta, grazie al recupero del maxiemendamento, su poco più delle risorse dell’anno scorso. Le convenzioni restano uno strumento fondamentale per la programmazione culturale della regione e di assunzione di responsabilità politica nelle scelte da parte dell’assessora. Abolire questo strumento vuol dire tornare indietro di anni".
In effetti siamo davanti a un altro bell'esercizio di prestidigitazione contabile. Il finanziamento tramite bandi a enti e associazioni culturali sale dai 4.436.064 euro del 2020 ai 5.119.500: circa 700 mila euro in più. Fantastico. Peccato però che tale aumento non compensi il milione sottratto a realtà che d'ora in poi dovranno anch'esse ricorrere a quel bando. Totalone: le risorse complessive per il settore calano di 300 mila euro, e si scatena la guerra fra poveri e più poveri.
Non si capisce invece cosa succeda delle convenzioni, caposaldo del Programma triennale per la Cultura, a suo tempo voluto dall'assessore Parigi per garantire stabilità e prospettive ai soggetti di maggior peso strategico per le politiche culturali della Regione.

Segnali positivi

Infine la Poggio ha fatto notare che per il progetto "Piemonte TV Film Fund" a sostegno delle produzioni cinematografiche, televisive e audiovisive realizzate in Piemonte, per il 2021 è confermata la copertura economica delle attività con 1,5 milioni di euro, utilizzando le risorse residuali della gestione FESR 2014/2020. Per la valorizzazione del distretto Unesco piemontese l’assessorato ha aggiunto 1,8 milioni di euro dell’anno precedente, facendo salire a 6,8 milioni il contributo regionale.
Persino l'opposizione, comunque, riconosce che rispetto alla prima proposta vengono recuperate risorse per l’associazionismo, i bandi, e il sistema bibliotecario e del libro
Per oggi è tutto. La Commissione cultura ha dato l'ok al maxi-emendamento, ma la guerra continua: la prossima tappa è in Consiglio, e l'opposizione preannuncia battaglia.


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