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TAGLI ALLA CULTURA: I FATTI OLTRE LA PAURA

Assessore nei guai: Vittoria Poggio fa i conti con la minaccia di tagli trucibaldi al budget della cultura

Nel 2020 la Regione ha destinato alla cultura 71,9 milioni di euro. Nel 2021 dovrebbero ridursi a 43. Fanno 28,9 milioni in meno.
In questi termini, il bilancio di previsione 2021 della giunta Cirio suona come un certificato di morte per ciò che rimane del sistema culturale piemontese, sopravvissuto a stento al primo anno del covid e ancora nel pieno di un'apocalisse di cui non si intravvede la fine. La scomparsa di quasi un terzo degli stanziamenti, in un anno ancora pandemico, non sarebbe sostenibile dal settore. Andremmo verso un'estinzione di massa, una desertificazione con conseguenze gravi e durature per l'intero tessuto sociale ed economico del Piemonte.
L'opposizioni in Consiglio regionale è sul piede di guerra, Grimaldi (Luv) minaccia ostruzionismo a oltranza, e si susseguono lettere e appelli accorati di associazioni e comitati del settore culturale.
Ma, come direbbe Mark Twain, al momento la notizia della morte della cultura è leggermente esagerata. Non che ci sia da stare allegri, tutt'altro. Ma nell'articolo che potete leggere sul Corriere di oggi (ecco il link) cerco di spiegare che la situazione, per quanto seria, non è disperata. E qualche via d'uscita è ancora praticabile.

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