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VOLETE IL GRANDE FESTIVAL? L'AVETE SOTTO IL NASO, LAVORATECI SU

L'unione fa la forza: la pubblicità congiunta di Flowers e Sonic Park in piazza Vittorio

La pubblicità congiunta di Flowers Festival e di Stupinigi Sonic Park, che da ieri campeggia su un palazzo di piazza Vittorio, mi ha sorpreso (quando mai s'erano visti a Torino due promoter che non solo non si fanno la guerra, ma addirittura uniscono le forze e collaborano?) e mi ha suggerito una piccola riflessione, mentre ferve a Palazzo Civico l'alato dibattito sull'eventualità di inventarsi un terzo "festival comunale" (come se non bastassero le esperienze di Torino Jazz e Todays...) tale da diventare finalmente il "Grande Festival Internazionale" che i primi due non sono riusciti a essere.

L'idea - che motivo ed espongo nei dettagli in un articolo uscito oggi sul Corriere (ecco il link) - è fin banale nella sua semplicità: non potrebbe il Comune, anziché incaponirsi a fare un mestiere che non è il suo tentando di organizzarsi dei festival in proprio, cogliere l'opportunità offerta da quelle manifestazioni - Flowers e Sonic Park, senza dimenticare Futur Kappa, il "terzo grande" del periodo - che già adesso propongono per l'intero mese di luglio, e senza ostacolarsi reciprocamente, un cartellone di spettacoli di notevole qualità e levatura? 

In questo periodo post-Eurovision ho sentito da più parti rimpiangere Traffic: certo, quella fu un'esperienza esaltante stoltamente affossata da Fassino per motivi che non ho mai ben capito, o forse ho capito fin troppo. Ma non dovrei essere io a ricordare a lorsignori come nacque Traffic, e prima di Traffic il suo predecessore Pellerossa: fu quello il frutto di un rapporto serio e paritario fra il Comune e i maggiori promoter allora attivi in città, che vennero chiamati a lavorare insieme per un obiettivo che né ciascuno di essi, da solo, né tantomeno gli uffici comunali, mai sarebbero stati in grado di raggiungere. Il risultato fu, per l'appunto, Traffic: una storia di notti magiche e concerti epocali, ancora oggi rimpianti dai fortunati che c'erano. 

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