Il valzer dei direttori è da sempre uno dei miei trastulli favoriti. L'altro ieri, lunedì, prendendo spunto dall'imminente (si spera...) e pur parziale riapertura del Museo Regionale di Scienze Naturali, ho pubblicato sul Corriere questo articolo che non è reperibile on line.
Stavolta ci siamo. La notizia non è ancora ufficiale, ma tutto lascia presumere che il presidente Cirio potrà mantenere l'impegno di dodici mesi fa: tenere la sua conferenza d'inizio 2024 in un Museo Regionale di Scienze Naturali finalmente riaperto dopo l'esplosione del 3 agosto 2013 che segnò l'inizio di un incredibile calvario: oltre dieci anni – e tre giunte - di promesse deluse, inghippi burocratici, sonnolenti lavori e sovrumani silenzi.
Chiariamoci subito: “riaperto” è un'espressione forte. Diciamo che sarà una “riaperturina”: se tutto andrà bene, da metà gennaio, subito dopo la conferenza di Cirio, si potranno visitare soltanto le sale al primo piano del palazzo di via Giolitti. Quelle già agibili. Per le altre ci sarà ancora da aspettare. Campa cavallo, ma meglio che niente. E giusto in tempo per evitare a Cirio una brutta figura in prossimità delle elezioni. Dovrebbero esserci anche delle iniziative per celebrare l'epocale evento: mostre? spettacoli? conferenze? Ancora non è chiaro, dicono se ne stia occupando il Circolo dei Lettori.
Ma la “riaperturina” del Museo di Scienze implicherà la nomina di un nuovo direttore, ruolo che nel decennio della chiusura è stato coperto dirigenti della Regione: al momento il titolare si chiama Marco Fino, un ingegnere elettrico il cui pur apprezzabile curriculum come istruttore direttivo tecnico dell'ufficio Energia di Cuneo non garantisce purtroppo le competenze specifiche indispensabili per dirigere un museo di scienze naturali aperto, operativo e – ci si augura – attrattivo.
Si aggiunge così un'altra pedina nel gioco delle poltrone innescato dal pensionamento di Enrica Pagella ai Musei Reali e dalla scadenza (ad agosto del '24) del mandato di Guido Curto alla Reggia di Venaria e al Consorzio delle Residenze Reali. Il bando (internazionale) per la successione di Curto – che per raggiunti limiti d'età non si ripresenterà - è stato pubblicato l'altro giorno, e i colloqui di selezione cominceranno soltanto a febbraio. Ma sappiamo bene come funzionano i bandi, ed essendo il Consorzio territorio di caccia della Regione – che ha già provveduto a sistemare un uomo di fiducia alla presidenza - è ragionevole scommettere che il prescelto non sarà un protegé della sinistra. La strada è lunga; per ora le prime voci danno ben piazzato un funzionario del ministero della Cultura, oggi in forza ai Musei Reali. Ma forse è una prospettiva minimalista.
Ai Musei Reali, invece, ormai molti prevedono l'arrivo alla direzione di Luca Beatrice: il critico e curatore d'arte, nonché ex presidente del Circolo dei Lettori, piace molto al ministro Gennaro Sangiuliano: e stavolta – essendo i Reali un museo statale promosso da Genny stesso in “prima fascia dirigenziale” - il ministro ha effettivamente voce in capitolo, a differenza di altre situazioni, tipo Salone del Libro e Tff, nelle quali entrato a piedi uniti pur non avendone titolo.
Parlare di Tff ci porta al Museo del Cinema, dove l'indiscutibile successo della seconda e ultima direzione di Steve Della Casa non attenua, semmai acuisce, le preoccupazioni per il futuro. Della Casa, nel discorso d'addio, sotto traccia ha ammannito alcuni consigli, saggi seppur non richiesti – valorizzazione del comitato di selezione, spirito di gruppo, importanza delle retrospettive – implicitamente rivolti al suo successore Giulio Base: ma direi, a giudicare da certe facce inquiete mentre Steve parlava, che il mood generale sia pessimistico, e prevalga il timore che quei consigli restino largamente inascoltati.
Il nuovo corso del Tff non è però l'unica gatta da pelare che il 2024 porterà al presidente Ghigo, il quale non a caso spera di trattenere al Museo Steve Della Casa, almeno con una consulenza, giusto per non privarsi di uno bravo davvero. Alla Mole altri due problemi incombono: oltre alla scadenza il prossimo ottobre del direttore del Museo Mimmo De Gaetano – il quale spera di essere riconfermato, sebbene tale speranza non sia unanimemente condivisa – c'è da affrontare la dolorosa urgenza di dare un nuovo direttore a CinemAmbiente, che con la prematura scomparsa di Gaetano Capizzi ha perso padre, guida e punto di riferimento. Per il momento la soluzione più logica sarebbe un incarico-ponte alla più stretta collaboratrice di Capizzi, Lia Furxhi, per allestire la prossima edizione a maggio. Solo allora si potrà ragionare con calma su un direttore definitivo. Tanto più che CinemAmbiente maneggia una materia purtroppo ancora divisiva: una figura vicina alle posizioni negazioniste diffuse anche in alcuni ambiti della destra di governo potrebbe infatti snaturare CinemAmbiente, e soprattutto irritare e allontanare il tradizionale pubblico di quel festival, senza attrarne del nuovo.
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