Uno spettacolo, un festival, una mostra non si giudicano – non soltanto – dalla risposta del pubblico. Le folle non sempre certificano la qualità. Ma per chi lavora nella cultura certi numeri sono importanti: per il prestigio, per ottenere contributi, per soddisfare gli sponsor. Così, quando si parla di presenze talora capita di esagerare. Ricordate quando Picchioni stimava 400 mila ingressi al Salone del Libro? L'anno scorso i visitatori erano 215 mila e si gridò al record assoluto. Le tecnologie consentono calcoli più accurati. E vale il principio per cui i numeri non mentono, ma dipende da come li conti. Ne ho parlato, sul “Corriere di Torino”, a proposito delle performance dei Musei Reali. Un altro caso interessante è Lovers, il festival del cinema Lgbtqi+ (nella foto, la direttrice Luxuria con l'ospite Rupert Everett) che quest'anno ha dichiarato 4.731 presenze totali: quindi, a guardare i freddi numeri, nell'arco di quattordici edizioni avrebbe perso quasi il 90 per cento del pubblico. Nel 2011, infatti, la comunicazione del Museo del Cinema certificava 40 mila presenze...
Ma a meglio guardare, le cose non stanno esattamente così. Chi fosse interessato all'argomento trova l'intero articolo sul Corriere di oggi.
Commenti
Posta un commento