Enrico Verra e Cristina Colet, direttori di Sottodiciotto |
Ultimo viene Sottodiciotto, a chiudere - sulla soglia dell'inverno - il lungo e affollato autunno dei festival di cinema. E adesso che il Tff ha compiuto l'impresa di riportare nelle sale il pubblico nel primo anno della normalità (post)pandemica, a Sottodiciotto tocca una missione ancor più cruciale: far scoprire il fascino della sala a giovani e giovanissimi che, spesso, in una sala non ci sono mai entrati; e che credono - non avendo finora conosciuto altre fruizioni - che "vedere un film" consista nel guardare immagini in movimento sullo schermo di un tablet, o di uno smart phone. Sottodiciotto, il festival, comincia il 15 dicembre: ma già dal mese scorso, con il suo programma per le scuole, organizza proiezioni per le scolaresche, e in quelle occasioni si può constatare l'amara realtà di intere platee di bambini e ragazzi che scoprono, per la prima volta nella loro vita, che esistono luoghi dove sognare insieme, e dove il cinema non è soltanto uno dei tanti input elettronici di un'esistenza alienata, ma una valvola di sicurezza e una finestra sul mondo.
Non vorrei, dicendo ciò, che si scambiasse Sottodiciotto per una rassegna di "film per ragazzi": non lo è, o non lo è soltanto. Non di più di quanto "Moby Dick" non sia un "libro per ragazzi". È semmai, Sottodiciotto, un festival di cinema che a noi adulti parla dei nostri figli, e ai nostri figli del mondo in cui li abbiamo chiamati, volenti o nolenti, a tentare di vivere. Ed è, in tal senso, il più importante dei festival. Perché, non mi stancherò di ripeterlo, parla del futuro, e sul futuro - il nostro e il loro futuro - investe.
Se così è, tocca ancora una volta constatare con tristezza che ben poco investiamo sul nostro e loro futuro. Mi riferisco, ahimè, al budget di Sottodiciotto: in tutto 184 mila euro (32 mila da Comune e Fondazione Crt, 52 mila dalla Regione, 55 mila dalla Compagnia di San Paolo, 45 mila dal ministero della Cultura). Pochissimo non soltanto se confrontato con l'imparagonabile budget del Tff, ma anche con quelli, ben più risicati, di CinemAmbiente e Lovers. Ora: l'Aiace - che organizza Sottodiciotto in collaborazione con il Comune e con Iter - quei soldi se li fa bastare, e anzi riesce ogni anno nel miracolo di allestire un programma eccellente, affollato di anteprime, scoperte, piccoli e grandi gioielli cinefili. Ma mi pare evidente che la funzione sociale svolta da Sottodiciotto è tale da suggerire un approccio più convinto da parte di tutti gli enti finanziatori: e intendo dire concretamente convinto, al di là degli entusiasmi verbali di assessori e foundation-men che lodano e apprezzano e si compiacciono. Cari signori, sciogliete i cordoni della borsa e impegnatevi un po' di più: sono soldi ben spesi.
Quanto a me, faccio la mia parte invitandovi ad approfittare delle visioni offerte (a ingresso gratuito) da Sottodiciotto. Qui sotto riporto una sintesi del programma.
Il 23° Sottodiciotto Film Festival & Campus a Torino dal 15 al 19 dicembre: 101 film, tra corti e lungometraggi, rivolti al pubblico di ogni età, in proiezione al Cinema Massimo.
L’edizione 2022 è dedicata al tema delle periferie, viste non solo e non tanto come luoghi di marginalità, ma anche come spazi dove la multiculturalità, il plurilinguismo e le diversità sono occasioni di arricchimento culturale e di contaminazione sociale, in grado di rendere le aree decentrate fucine di talenti e “serbatoi” di creatività, i cui protagonisti sono i più giovani.
GENERAZIONE FUTURA. La sezione internazionale dedicata ai lungometraggi, “Generazione Futura”, diventata da quest’edizione competitiva, presenta sei titoli focalizzati sul mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. Il film di apertura del Festival, Piano piano, di Nicola Prosatore (già regista della docu-serie “Wanna” per Netflix), Goy, del messicano Santiago Salinas Sacre, e Camila saldrá esta noche (Camila Comes Out Tonight), dell’argentina Inés María Barrionuevo, costituiscono un trittico di “storie al femminile” le cui giovanissime protagoniste lottano per diventare “grandi”, emanciparsi, trovare il proprio spazio nel mondo. La voluntaria, della spagnola Nely Reguera, è ambientato nel microcosmo dei piccoli rifugiati di una ONG in Grecia, mentre Oltre il confine di Alessandro Valenti affronta, specularmente, il dramma dei minori che, da soli, partono dall’Africa per raggiungere l’Italia, e Beautiful Beings, dell’islandese Guðmundur Arnar Guðmundsson, racconta il difficile passaggio all’età adulta di adolescenti outsider, cresciuti in realtà difficili.
ANIMAZIONE. Tanti appuntamenti nella ricchissima sezione dedicata all’animazione, a cominciare da quelli con Stefano Bessoni, il mago dell’animazione italiana in stop motion, che, in una lezione-spettacolo (in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e la Scuola Holden), svelerà al pubblico i segreti dei suoi meravigliosi mondi in miniatura, soavemente inquietanti, e con il nuovo film di Michel Ocelot Le Pharaon, le Sauvage et la Princesse, con cui il grande maestro francese, inventore di Kirikou, torna a lavorare sulla fiaba popolare. Altri quattro film si ricollegano al tema del rapporto tra centro e periferie: Metamorphosis, favola filosofica di Michele Fasano, Home Is Somewhere Else, di Carlos Hagerman e Jorge Villalobos, l’ironico e surreale Les Voisins des mes voisins sont mes voisins e, in anteprima nazionale, Perlimps, l’attesissimo nuovo film del brasiliano Alê Abreu, nomination agli Oscar nel 2016. Per i più piccoli, l’anteprima assoluta (con merenda) di “Kapuf – Piccolo mostro”, la prima, innovativa sit-com per bambini in età prescolare prodotta da RAI Kids, in onda nel 2023. Da quest’anno il Festival inaugura anche una nuova sezione competitiva, That’s Animato!, concorso internazionale per cortometraggi realizzati dagli studenti delle scuole di animazione come film di diploma, che ha visto una partecipazione superiore a ogni aspettativa, con 1132 adesioni arrivate da ogni parte del mondo, e 44 titoli selezionati.
FOCUS PERIFERIE. Un focus espressamente dedicato al tema delle periferie riunisce una serie eterogenea di film con protagonisti giovanissimi che lottano per uscire da una condizione di emarginazione, o dai confini ristretti della provincia, spesso trovando nella musica un potente motore propulsore, come Restless City, del nigeriano Andrew Dosunmu, o i documentari di Luca Gasparini Orizzonti di gloria (diretto insieme a Luca Pastore) e Tempi moderni, testimonianze d’epoca sui fermenti degli anni ’70 e ’80. Un omaggio è dedicato all’École Kourtrajmé, fondata dai registi Ladj Ly e Romain Gavras a Montfermeil, virtuoso esempio di formazione cinematografica che offre una prospettiva ai giovanissimi delle banlieu. Nella sezione, anche un appuntamento con la nuova serie televisiva di Sky Original “Blocco 181”, ambientata nella periferia milanese, e la proiezione di Hawa, fiaba metropolitana di Maïmouna Doucouré, al suo secondo lungometraggio dopo l’esordio con il controverso Donne ai primi passi.
WIKICAMPUS. Anche la sezione Wikicampus, serie di incontri pensati per gli studenti universitari ma aperti a tutto il pubblico, si lega strettamente al tema del Festival, dedicando approfondimenti ai rapporti tra periferia e cinema (con i registi Massimiliano De Serio e Davide Ferrario), alla periferia sociale di Pier Vittorio Tondelli, all’afro-futurismo, ai suoni e alle periferie del mondo (con il musicista Khalab, al secolo Raffaele Costantino), all’esperienza dell’École Kourtrajmé (con gli studenti della Scuola), alla serie “Blocco 181”, ambientata ai margini di Milano (con il regista Ciro Visco e gli attori protagonisti Andrea Dodero e Alessandro Piavani).
VR. Ritorna, per il secondo anno consecutivo, la sezione dedicata alla realtà virtuale “Presence. Esperienze immersive” (all'interno delle due chapelle CineVR del Museo Nazionale del Cinema), intitolata in quest’edizione, in sintonia con il tema del Festival, “Frontiere”. Sei le opere proposte – selezionate a tema tra la miglior produzione internazionale, presentate e premiate nei maggiori festival del mondo – in cui vengono messe in campo tecniche miste di grafica, animazione, gaming e di cinema 360°: The Line (A Linha) di Ricardo Laganaro, Home After War di Gayatri Parameswaran, Dreamin'Zone di Fabienne Giezendanner, Replacements (Penggantian) di Jonathan Hagard, Limbo di Fernando S., Panetta F., Jackson N., Wyse P., Stevenson J., Dunthorne J., ScanLAB Projects, Blind Vaysha di Theodore Ushev.
PREMIO “GIANNI VOLPI”. Ritorna, per il secondo anno consecutivo, anche il Premio “Gianni Volpi” destinato al miglior lungometraggio italiano d’esordio prodotto nel corso dell’anno. La selezione, affidata a una triade di esperti (composta per quest’edizione da Steve Della Casa, direttore artistico del Torino Film Festival, Claudio De Pasqualis, attore e conduttore radiofonico, e Cecilia Valmarana, vicedirettrice di RAI Cultura ed Educational), vede cinque film in gara: Settembre, di Giulia Louise Steigerwalt, Piano piano, di Nicola Prosatore, (presente anche nella selezione del Premio Generazione Futura), Margini di Niccolò Falsetti, Una femmina di Francesco Costabile, Amanda di Carolina Cavalli.
EVENTI E PROIEZIONI SPECIALI. Tra gli eventi speciali, la mostra fotografica di Jean-Marc Caimi | Valentina Piccinni The Sound of Dunes, (dal 6 al 19 dicembre allo Spazio Musa) documenta, in una selezione di 18 scatti, una “scena musicale” alla periferia del mondo, in Mauritania, nell’immensità del deserto, dove, nell’enorme campo rifugiati di M’Berra, un gruppo di musicisti tuareg e arabi hanno dato vita a un ensemble che suona sfruttando al massimo i pochi strumenti disponibili e materiali riciclati d’ogni genere. Le loro musiche sono state raccolte e rielaborate nell’album “M’Berra” – pubblicato nel 2021 dall’etichetta Real World di Peter Gabriel – dal dj e conduttore radiofonico Raffaele Costantino a.k.a. Khalab, che sarà protagonista del night party del Festival venerdì 16 dicembre (dalle 23, allo Spazio Musa). Tra le proiezioni speciali, Cosa verrà, film-laboratorio di Francesco Crispino, girato durante la pandemia, di cui sono protagonisti gli studenti di una scuola di Floridia, in provincia di Siracusa; il film d’animazione Il naso o la cospirazione degli anticonformisti, di Andrey Khrzhanovsky, spunto per una tavola rotonda (in collaborazione con ANCCI, la rivista Filmcronache e ACEC) dedicata al tema del nuovo conflitto europeo e alla situazione geopolitica contemporanea vista attraverso la lente del cinema, a cui interverrà il critico cinematografico e dissidente russo Anton Dolin; una selezione di episodi della serie internazionale “Strong Stories for Strong Children”, presentati in collaborazione con il Prix Jeunesse, che promuove a livello mondiale i prodotti televisivi d’eccellenza rivolti al pubblico dei più giovani.
I CONCORSI PER I PIÙ GIOVANI. Nelle sezioni competitive riservate ai più giovani, il Concorso nazionale Campus in Corto, dedicato ai cortometraggi realizzati da studenti provenienti da scuole di cinema o frequentanti corsi post-diploma o universitari, presenta dieci opere selezionate per quest’edizione. Altrettanti lavori sono presentati nell’ambito del Concorso nazionale Sotto18 OFF, riservato ai cortometraggi realizzati autonomamente in ambito extrascolastico da giovani under 18. Il Concorso nazionale per le Scuole, nelle sue tre suddivisioni (dell’Infanzia e Primarie, Secondarie di I grado e Secondarie di II grado), presenta in tutto 85 titoli, che si aggiungono ai 101 proposti a tutto il pubblico e a 27 proiezioni riservate alle Scuole, per un totale di 213 film nel cartellone 2022 del Festival.
L’ingresso a tutte le proiezioni e a tutti gli eventi del Festival è gratuito
Commenti
Posta un commento