Passa ai contenuti principali

IL MAO SVIZZERO, IL BORGO TARTARO

Braccialarghe non mette mano al portafogli: sta solo prendendo il cellulare
Stamattina sono andato al Mao, il Museo di Arte Orientale. Presentavano l'accordo con il Museo delle Culture di Lugano. Un accordo che dovrebbe "internazionalizzare" il Mao, e consentirgli, senza spese eccessive, di proporre mostre temporanee importanti. Le mostre temporanee sono il motore dei musei. Nel senso che fanno aumentare i visitatori. Nel 2013 il Mao non ha avuto grandi mostre, e i visitatori sono stati 35 mila. Non molti. E non ditemi che l'arte orientale non interessa a nessuno. C'è un'associazione privata, Yoshin Ryu, che si occupa di Giappone, e ha organizzato a Palazzo Barolo una mostra sugli Origami. Diconsi origami. Beh, dal 14 dicembre al 16 febbraio hanno avuto 20 mila visitatori, e hanno dovuto prorogarla fino al 2 marzo. Quelli di Yoshin Ryu mi dicono anche che avevano proposto di farla al Mao, e non c'è stata risposta. Se è così, bisognerebbe farci su un paio di pensierini. Cioé, va benissimo cercare collaborazioni a Lugano. Ma guardare a casa propria, no?
Vabbé, comunque c'è stata questa conferenza stampa con il direttore del Museo di Lugano - si chiama Paolo Campione e mi è sembrato uno che sa il fatto suo, tipo che l'anno scorso ha organizzato 13 mostre, di cui 6 sono andate in giro, e alla fine ci ha guadagnato. Per inciso: Campione è stato attaccato dal direttore di un giornale svizzero ultraconservatore che lo ha definito "uno che si occupa di carabattole e cianfrusaglie a spese del contribuente". Per dire che anche in Svizzera sono messi benissimo.
C'erano anche la direttrice di Palazzo Madama, Enrica Pagella, che adesso dirige pure il Mao, ad interim. Mi ha invitato a fare una speed date su Gandolfino da Roreto, ma questa è un'altra storia, vi dico un'altra volta. E c'erano la presidente della Fondazione Musei, Patrizia Asproni, e l'assessore Maurizio Braccialarghe, molto contenti perché l'accordo con il Museo di Lugano è il primo passo per rilanciare il Mao, che ne ha un gran bisogno. Patrizia Asproni, che parla sempre inglese, ha garantito che il Mao è un "asset" del sistema museale torinese. Vorrei capire quale museo torinese non è un "asset" del sistema museale torinese. Ma non gliel'ho chiesto. Ho invece chiesto a Braccialarghe se mi confermava la data di fine febbraio per la decisione sul destino del Borgo Medievale. Mi ha risposto che decideranno, come sempre, all'ultimo minuto. Dunque, deduco, la decisione se dare il Borgo al Circolo dei Lettori o ai francesi verrà presa il 28 febbraio. Anzi, il 27, dato che Braccia dal 28 va in vacanza per una settimana. Alla conferenza stgampa c'era pure qualche lavoratore del Borgo Medievale. Gli ho parlato. Ho l'impressione che tra il Circolo e i francesi preferirebbero il Circolo. Ma soprattutto preferirebbero che si uscisse dall'immobilismo. Hanno voglia di lavorare, ma in questo momento il Borgo Medievale assomiglia molto alla Fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari. Si aspetta, si aspetta, si aspetta. Cosa o chi, non è ben chiaro.

Commenti

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da