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Ernesto Ferrero (a sinistra), Giulio Muttoni e Rolando Picchioni durante il sopralluogo: Picchio dà già istruzioni |
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Picchioni arriva al PalaAlpitour |
Chi mi conosce sa bene quanto io apprezzi lo sport in genere, e segnatamente il podismo in tutte le sue forme e declinazioni, e chi lo pratica. Dunque, nessuno si stupirà apprendendo che stamattina verso le dieci stavo facendomi - con sprezzo della pioggerellina uggiosa - i miei soliti 50 giri di corsa attorno allo stadio. Trotterellando per via Filadelfia vedo un vecchio amico, il presidente del Salone del Libro Rolando Picchioni, entrare con l'auto al PalaIsozaki (o PalaAlpitour, come si chiama adesso). La mia naturale cortesia mi spinge a fermarmi per salutarlo, e in quella scorgo profilarsi le figure, altrettanto familiari, di Ernesto Ferrero, che del Salone è direttore intrepido, e di Giulio Muttoni, ad della società ParcoOlimpico srl che gestisce, fra l'altro, giustappunto il PalaAlpitour.
In breve s'è formato un drappello di gente del Salone e gente di ParcoOlimpico.
Ed è cominciato il famoso "sopralluogo".
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Picchio con Muttoni ammira il foyer del PalaAlpitour |
Riassumo per chi era assente: Picchioni è stufo marcio di sganciare (
preciso, dietro cortese segnalazione: "è stufo marcio della prospettiva di dover sganciare...") qualcosa come un milione e duecentomila euro (suppergiù: in pratica, l'incasso totale della vendita degli spazi espositivi) ai franciosi di Gl Events per l'affitto del Lingotto. Tanto più che gli enti locali hanno tagliato i contributi al Salone, e dunque non c'è proprio da scialare. Così Picchio s'è guardato attorno in cerca di una location meno costosa: e si è fatto sotto Muttoni, proponendogli il PalaAlpitour per una cifra del 30-40 per cento inferiore a quanto chiede Gl Events per il Lingotto. Detta così, sembrerebbe impraticabile: uno pensa che i padiglioni del Lingotto siano ben più ampi. Invece, pare che in realtà il Salone al Lingotto utilizzi circa 28 mila metri quadrati: al PalaAlpitur ce ne sono 20 mila (netti) disponibili, senza tenere conto delle numerose sale (altri tremila malcontati) e della possibilità di creare, nell'area esterna, un Villaggio del Salone con tensostrutture di qualità. Insomma, alla fine sarebbero disponibili 35 mila metri quadrati. Troppa grazia sant'Antonio. Il progetto c'è, dunque, ed è un progetto serio. Così Picchioni è andato a vedere di persona.
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La visita sta finendo: hanno tutti l'aria soddisfatta |
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Io, per non saper né leggere né scrivere, mi sono unito al giro turistico. Muttoni guidava la combriccola, con Piccihioni e Ferrero che scrutavano dappertutto (Ferrero scattava anche fotografie). Picchioni mi è sembrato davvero impressionato. Positivamente. Mi ha detto che il PalaAlpitour gli sembra uno spazio eccezionale. Certo, sarà necessario un progetto per ospitarvi il Salone, ma potrebbe essere l'occasione per cambiare e modernizzare l'assetto complessivo della manifestazione. Lo scaltro Muttoni, che sa dove lisciare i suoi polli, ha precisato a Picchioni che la società ParcoOlimpico srl è per il 30 per cento di proprietà degli enti pubblici, per cui anche il ricavato dell'eventuale affitto in ultima analisi finirebbe, per il 30 per cento, nelle casse pubbliche. Particolare, questo, che mi sembra tutt'altro che secondario.
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Turisti al PalaAlpitour: quello a destra che scatta le foto è Ernesto Ferrero |
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Finito il giro turistico, Picchioni e Ferrero hanno chiesto di vedere le planimetrie e i progetti che Muttoni ha già preparato. E di fare due conti. Segno che lo spazio li ha seriamente interessati. A questo punto, però, i miei gentili ospiti mi hanno fatto cortesemente capire che se mi toglievo dai santissimi gli ero simpatico lo stesso. Non mi sono fatto pregare. I particolari tecnici mi annoiano. Ma ho la netta impressione che il Salone del Libro stia sterzando in direzione piazza d'Armi... Un fatto è certo: se Picchioni trasloca e la nuova sede funziona, per il Lingotto le prospettive si faranno cupe. In quel caso, infatti, forti dell'esperienza di Librolandia, e allettati da tariffe più abbordabili, anche il Salone del Gusto e Artissima potrebbero scegliere di migrare.
PS. Le fotografie ovviamente sono tutte protette da ferreo copyright.
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