Autori e interpreti: Asproni e Braccialarghe |
Il fantasma di Lugano
Invece l'interpellanza sul Mao (che è linkata qui), puntava sul sospetto che ancora esistano legami con il famoso Museo delle Culture di Lugano. Ricordate? Quell'accordo disgraziato fu la fonte dell'incredibile saga della consulenza prima, e poi della imbarazzante procedura di nomina del direttore Biscione.Il M5S è andato giù duro sulla vicenda, con una raffica di interpellanze galeotte sia sui criteri di scelta del Biscione, sia sulle spese di ristrutturazione. Ma che ve lo sto a dire? Se leggete questo post, le avventure di Patriziona e Biscione vi sono ben note.
Quest'ultima interpellanza, però, mi aveva lasciato freddo. Tant'è che non ne avevo scritto. Mi sembrava deboluccia, e ne ho avuto la conferma stamane in aula: un'Appendino insolitamente sotto tono - sarà la sindrome da nomination a sindaco... - ha dato poco filo da torcere all'astuto Braccialarghe.
L'astuto ha risposto alle domande dell'interpellanza leggendo un pro-memoria preparatogli dalla Fondazione Musei. Questo particolare può essere interpretato in due modi: o Braccia si fida talmente della Asproni da usare le sue veline come dichiarazioni proprie; oppure si fida talmente poco della Asproni da prenderne le distanze limitandosi a riferire le di lei dichiarazioni (in base al principio "ambasciator non porta pena").
A domanda rispondo. O quasi
Appendino gli ha chiesto di uscire dall'equivoco. Invano. Ha invece ricevuto le risposte di Braccialarghe (anzi, della Asproni tramite l'ambasciator Braccialarghe) sulle sei domande contenute nell'intepellanza. Per farla semplice, qui sotto vi trascrivo le domande e le risposte.1) Se non ritiene l'interesse espresso dalla Presidente della Fondazione Torino Musei, Patrizia Asproni, a ospitare ben due mostre per il 2015, e quindi prima ancora che il nuovo direttore venisse nominato (nomina resa pubblica il 13 febbraio 2015), in contrasto con il garantire la sua "necessaria autonomia organizzativa e scientifica".
Risposta: "Nell'attesa della nomina del nuovo direttore era stato deciso un programma dalla direttrice pro-tempore Enrica Pagella. Le mostre non si sono realizzate: si trattava di semplice e generica disponibilità".
2) Se si ritiene opportuno, alla luce del sopra citato interesse, che a continuare a dirigere il Mao sia un direttore in così stretti rapporti pregressi con il Museo delle Culture di Lugano, e pertanto non dotato della "necessaria autonomia organizzativa e scientifica" nei confronti di tale Museo.
Risposta: "Il Mao è completamente autonomo, non c'è nessun rapporto, di nessuna natura, con il Museo di Lugano. Per garantire tale autonomia il rapporto con Lugano fu risolto prima della nomina di Biscione". Questa è una notizia: non s'era mai ben capito quando è stato "risolto" il contestato rapporto con Lugano. Di certo un anno fa dicevano che avrebbe deciso il nuovo direttore se confermarlo o disdirlo. Adesso affermano di averlo disdetto prima della nomina del nuovo direttore. Si mettessero d'accordo con se stessi, una buona volta.
3) Se sono in corso accordi di collaborazione o nuovi contratti con il Museo delle Culture di Lugano e se si, quali ne siano i termini e il costo per la Fondazione Torino Musei. In caso contrario, se tali accordi sono previsti per il futuro, quando e in che termini.
Risposta: "Non sono in corso, né sono previsti, nuovi accordi con Lugano".
4) Quali siano, a sette mesi dalla nomina del nuovo direttore e nove mesi dalla conclusione del rapporto con il Museo delle Culture di Lugano, gli interventi di riassetto organizzativo e gestionale messi in atto al Mao.
Risposta: "Al Mao erano presenti varie criticità Il primo ntervento è stato la riqualificazione del piano terra per poter ospitare mostre. L'operazione è stata un successo che ha fruttato al museo una crescita di visitatori e ricavi. Ora sono previste 2-3 grandi mostre all'anno più numerosi eventi legati alla collezione: ce ne sono stati 62 negli ultimi mesi, sempre con notevoli riscontri di pubblico. E' in corso il rinnovo del sito internet e delle strategie future. E' in atto anche la riorganizzazione degli uffici valorizzando le risorse umane: la riorganizzazione si basa sulla consulenza fornita dal Museo di Lugano ma ogni decisione spetta al direttore".
5) Se, a sette mesi dalla nomina del nuovo direttore e nove mesi dalla conclusione del rapporto con il Museo delle Culture di Lugano, è stata ottenuta la certificazione di qualità ISO9001.
Qui la risposta è più vaga. A quanto si capisce, la certificazione non c'è. Ma adesso dalla Fondazione Musei mandano a dire che non è poi tanto importante. Strano: prima sembrava che fosse vitale...
6) Avere copia del documento "Stato dell'arte e interventi di riassetto del Mao" redatto dal consulente del Museo delle Culture di Lugano.
La documentazione è stata consegnata ai consiglieri, ma è severamente secretata, con la vibrante raccomandazione di non diffonderla. Manco fossero i piani della Spectre. Mah.
Totalone: niente di nuovo sul fronte orientale. Lugano fino a prova contraria è sparito dall'orizzonte del Mao. E sulla nomina di Biscione la povera Appendino ha un bel da dannarsi. Tanto continuano a rimbalzarla dicendo che la procedura è stata adamantina e sincera. Come l'acqua di un fiume di sera.
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