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VORREI E NON VORREI: LA FONDAZIONE CULTURA E' UN DILEMMA A CINQUE STELLE

Chiara Appendino, candidata sindaco
Mi ero ripromesso di non commentare i programmi elettorali dei candidati sindaci sul tema della cultura.
Non certo per rispetto di qualche ipocrita par condicio, ma in base a un semplice ragionamento:
  1. Se un candidato sindaco progetta minchiate e non viene eletto, resta un innocuo minchione e nulla più. E se mi volessi occupare di tutti gli innocui minchioni in circolazione, non mi basterebbe una vita.
  2. Se un candidato sindaco progetta minchiate e viene eletto, sarà mia cura percularlo per i prossimi cinque anni. E non vedo perché anticiparmi il piacere: sarebbe come mangiare il dolce prima degli spaghetti.
  3. In ogni caso, se un candidato sindaco progetta minchiate e viene eletto, vuol dire che gli elettori avranno ciò che si meritano, e io sarò confortato nella mia opinione sugli elettori. Sicché saremo tutti felici.
Con ciò, non nego che mi interessa conoscere i programmi elettorali dei candidati sindaci sul tema della cultura. Per cui mi sono un po' attapirato scoprendo, dai giornali di ieri, che la candidata cinquestelle Chiara Appendino ha presentato i suoi programmi sulla cultura in un incontro al cinema Centrale; io, di quell'incontro, non sapevo nulla, poiché colpevolmente trascuro di informarmi in rete. Capita, a una certa età.
Ad ogni modo, poco male: sui giornali di ieri c'erano ampi resoconti.
Però ieri, confesso, ho dato un'occhiata svelta ai giornali: ero al funerale del mio amico Gianmaria Testa, e onestamente avevo ben altri pensieri. In compenso le mie celluline grige hanno continuato a lavorare chiotte chiotte, cosicché stamattina mi sono svegliato con un discreto incazzo.
Non discuto i programmi, ok. Ma la coerenza, insomma, a quella sì, ci tengo.

Insomma, 'sta Fondazione Cultura la volete o no?

Quindi ho diritto a incazzarmi quando leggo (ammesso e non concesso che i giornalisti della kasta riportino fedelmente le dichiarazioni dei candidati) che “il M5S mira a cancellare la Fondazione Cultura”.
Paolo Giordana (a sinistra) nella sua vita precedente
Oh beh, è noto che il M5S non è un tifoso della Fondazione Cultura. E in realtà non lo sono neppure io. Però in quel punto del programma del M5S c'è qualcosa che non mi torna.
Come ciascuno a Torino ben sa, il più ascoltato consigliere di Chiara Appendino in materia di politiche culturali (e non solo) è un funzionario comunale che si chiama Paolo Giordana, un signore che nel 2011 collaborò alla campagna elettorale di Fassino; e che oggi è soprannominato Richelieu per il suo ascendente sulla candidata grillina, nonché per i suoi trascorsi ecclesiastici. Ma non è questo il punto.
Angela Larotella, confermata al vertice di Fondazione Cultura
Il punto è che, a quanto risulta, Paolo Giordana ha partecipato al bando pubblico per la carica di segretario generale della Fondazione Cultura, poltrona occupata da Angela Larotella che, all'epoca in scadenza di mandato, partecipava allo stesso bando per essere confermata.  E difatti è stata confermata. Tramite bando e commissione giudicatrice, come auspicato da programma M5S. Quindi manco resta la soddisfazione di gridare al gombloddo.
E lì mi ero incazzato il giusto perché Chiara Appendino aveva presentato un'interpellanza in proposito che mi puzzava assai di conflitto d'interessi: se vi interessano i dettagli leggete il post che vi linko qui. Nonché quest'altro, simpaticamente intitolato "Paolo&Chiara e l'interpellanza double face".
No, perché certe cose – tipo le interpellanze pro bono amicorum - già mi fanno incazzare di default; figurarsi quando le combinano quelli che si autoproclamano puri e mondi da ogni macchia.

Sarò limitato, ma la logica mi sfugge


Ma vabbé, neanche qui sta il punto. Il punto sta nella coerenza e nella logica del progetto di "cancellazione" della Fondazione Cultura previsto - a quanto apprendo dai giornali - nel programma dell'Appendino.
Perché, scusa, tu ti candidi a dirigere la Fondazione Cultura; per la precisione, si candida il tuo più fidato consigliere. E tu ti inzighi al punto da fare un'interpellanza che oggettivamente mette in cattiva luce una candidatura concorrente. E poi, quando il tuo candidato non ce la fa, mi dici che quella stessa Fondazione Cultura la vuoi cancellare.
Se questa è coerenza, lo è anche quella del bambino che, se non lo fanno giocare centravanti, minaccia di andarsene portando via il pallone.
Qui, seconda la logica più banale, i casi sono tre:
  1. O tu, Appe, credi che la Fondazione Cultura sia utile ma mal diretta, e quindi ti candidi (cioé, si candida un tuo fidato sodale) alla carica di segretario generale per dirigerla come ritieni meglio.
  2. Oppure credi che la Fondazione Cultura sia inutile e dannosa, e quindi ti candidi alla carica di sindaco per cancellarla. Sì, vabbé, non ti candidi solo per quello: l'ho capito, mica sono scemo. Diciamo che rientra nel pacchetto complessivo.
  3. Terza ipotesi: tu, Appe, credi che la Fondazione Cultura sia inutile e dannosa e dici che la vuoi "cancellare", però un tuo fidato sodale si candida comunque alla carica di segretario generale della Fondazione Cultura, e tu, Appe, ne sostieni la candidatura a mezzo di interpellanza ad personam. E qui, scusa, ma vorrei capire la raffinata strategia politica. Tipo che Churchill per sconfiggere la Germania nazista doveva candidare Montgomery alla cancelleria del Terzo Reich?
Uhmmm... astutissimo. A te Machiavelli te spiccia er bagno, eh?

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