Passa ai contenuti principali

ADESSO LA FONDAZIONE CULTURA PIACE A TUTTI, MA ANGELA SE NE VA AL POLI

Red&Toby, nemiche-amiche: Chiara Appendino e Angela Larotella
In questi giorni non ho scritto qui sul blog: molto perché felice preda di uno dei miei consueti attacchi di pigrizia; e un po' perché non è successo quasi nulla che mi interessasse. Certo non mi scaldano i poveri maneggi attorno alla direzione del Circolo dei Lettori. Tanto, domani aprono la busta con i nomi selezionati dalla Commissione ad hoc, e il CdA ufficializzerà la sua scelta, che di sicuro non sarà un top player: senza atteggiarsi a profeti, è facile preannunciare che genii della lampada con ce ne sono, fra i candidati. Quindi mi auguro solo che prendano il migliore. E  che iddio assista il Circolo.

Viva la Fondazione Cultura

Però, a dire il vero, un fatto importante l'ho trascurato; e intendo qui porre rimedio alla mia trascurataggine. Tanto più che neppure i media cittadini, forse non cogliendone la profonda bellezza, non si sono troppo emozionati alla notizia che lunedì scorso il Consiglio comunale ha approvato una vecchissima mozione (risale addirittura al settembre 2017) del Crociato Padano Fabrizio Ricca intitolata "Manteniamo aperta la Fondazione Cultura".
Tale mozione lunedì scorso è stata approvata con 16 voti favorevoli, nessun contrario e 8 astenuti. Gli 8 astenuti sono tutti cinquestelle; tuttavia, anche 11 voti favorevoli sono arrivati dai banchi del M5S.

L'eterogenesi dei fini

Questa storia rappresenta uno splendido esempio di eterogenesi dei fini. Rivediamola insieme. 
Il Crociato Padano: Fabrizio Ricca
Quando il Crociato Padano presentò la sua mozione, lo fece con il patente scopo di andare in culo a Chiarabella, e mettere a nudo del contraddizioni della Giovanna d'Arco che dai banchi dell'opposizione invocava la chiusura della Fondazione, e ribadiva l'intenzione pure all'inizio del suo mandato da sindaca, salvo poi invertire lestamente la rotta  e utilizzare la Fondazione per organizzare tutte le manifestazioni del consenso (da MiTo al Festival Jazz, da Biennale Democrazia a Todays, l'elenco è infinito: qui trovate quello del 2019) né più né meno di Fassino.

Le conversioni

La mossa dell'astuto Crociato era ben pensata, perché aprì delle crepe nella maggioranza (anche sulla Fondazione Cultura, così da non farsi mancare nulla),  con l'assessore supplente Giovara convertito sulla via di Damasco e relativo sdegno della pasionaria Vivirosso Ferrero. Quando, dopo adeguata melina, a dicembre del 2017. la mozione arrivò in aula, i nostri eroi non trovarono di meglio che sospenderla (termine tecnico che suona meglio che "insabbiare") con l'impegno a rivedere scopi, struttura e funzionamento.della Fondazione. Così, nell'immediato, scongiurarono lo scontro fra i duri e puri del M5S che non accettavano di cambiare il programma elettorale (oh già, sopprimere la Fondazione Cultura era indicato, nero su bianco, fra gli obiettivi a breve termine fissati da Chiarabella al momento di insediarsi)  e quanti avevano capito che, senza il braccio esecutivo della Fondazione, il Comune non sarebbe più riuscito a organizzare manco una sagra della salamella.
Tutto sommato, sono stati abbastanza di parola: dopo appena due anni - ecchesaràmai, rispetto all'eternità? - lo scorso ottobre hanno approvato un nuova Statuto della Fondazione Cultura (che potete leggere qui) con alcune variazioni "fondamentali" - per lorsignori, s'intende. La prima, più che comprensibile, è che la Fondazione dovrà ingeniarsi a trovare sponsor (in bocca al lupo...) non solo per le iniziative comunali, ma pure per le "piccole e medie associazioni", un tempo bacino di voti pentastellati. 
La seconda, più velleitaria, è la creazione di "Comitati scientifici" con lo scopo di "definire le linee programmatiche, organizzare e valorizzare singole attività istituzionali o manifestazioni culturali di particolare rilievo nonché coadiuvare gli organi della Fondazione nella realizzazione delle attività medesime". Insomma, la tipica organizzazione del lavoro italiano: uno fa e dieci gli dicono come fare. 
Ha cambiato idea: Massimo Giovara
Cinquanta sfumature di cultura

Alla luce delle sullodate innovazioni, l'altro giorno in Consiglio comunale l'assessore supplente Giovara ha potuto prodursi in una nobile dichiarazione di voto favorevole alla mozione di Ricca. Giovara ha infatti dichiarato che "la politica ha varie sfumature, e qui la sfumatura è che la Fondazione Cultura andava cambiata, non chiusa. Io ho cambiato idea, perché il nuovo Statuto cambia la struttura della Fondazione, mentre (attenzione, adesso arriva la fondamentale scoperta. NdG) chiudere la Fondazione avrebbe significato chiudere festival importanti come MiTo, Festival Jazz (beh, anche sul Jazz Festival avete cambiato idea, vero raga? NdG) e Biennale Democrazia". Ma va? Ma chi l'avrebbe mai detto? Le parole di Giovara mi ricordano qualcosa... Ah, già: l'appello di Piero Fassino in difesa della Fondazione Cultura, il 16 settembre 2016. Corsi e ricorsi.

Il bando fa miracoli

Giovara ha anche sottolineato, nel suo intervento, che "il segretario generale verrà scelto con un bando", ma questa non mi pare una gran novità: anche l'attuale segretaria Angela Larotella fu scelta con un bando, che ovviamente suscitò l'indignazione della consigliera d'opposizione Appendino. Forse Giovara intendeva dire "un bando trasparente e non taroccato", in linea insomma con quelli che abbiamo potuto apprezzare con l'attuale amministrazione.
Tutto è bene quel che finisce bene, comunque: almeno sulla Fondazione Cultura adesso tutti sono della stessa opinione, o quasi; i cinquestelle non si spaccheranno almeno su una minchiata tanto minima; Appendino, Giovara e Fassino s'affratellano in un unico, solidale abbraccio; Chiarabella potrà piazzare alla segreteria generale qualche coboldo fidato, naturalmente vincitore di un pubblico e trasparente bando. E a Palazzo Civico regneranno la Letizia e l'Amore.

E Angela se ne va al Poli

E della povera Angela Larotella, che ne sarà? Il cambio dello Statuto è, in concreto, anche un avviso di sfratto per la segretaria generale in carica fin dalla nascita della Fodazione Cultura. Lei, creatura fassiniana, è stata abilissima a barcamentarsi negli anni d'Appendino, resistendo impavida sulla cadrega e tenendo in vita la sua Fondazione nei momenti più bui, fino a conquistarsi quantomeno l'apprezzamento, se non l'amicizia, di Chiarabella, alla quale è stata senz'altro utile nell'organizzare i circenses municipali. Ma quando si è presentata l'occasione per cambiare aria, la scafata Angela ha fatto la sua scelta: andrà a lavorare al Politecnico.  Ha vinto il concorso da dirigente (a tempo determinato) per fare in pratica ciò che faceva alla Fondazione Cultura. Organizzerà della Biennale Tecnologia anziché della Biennale Democrazia; curerà le iniziative culturali del Poli, e relativo fundrisaing; insomma, tutte attività che segneranno la "svolta umanistica" del Politecnico con l'incontro fra discipline scientifiche e umanistiche.
La cosa è ufficiale, Larotella già a dicembre ha presentato le dimissioni, e al massimo fra quattro mesi lascerà la poltrona: credo senza troppi rimpianti. Nel frattempo avremo agio di apprezzare il pubblico e trasparente bando per darle un successore. 

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da