Red&Toby, nemiche-amiche: Chiara Appendino e Angela Larotella |
Viva la Fondazione Cultura
Però, a dire il vero, un fatto importante l'ho trascurato; e intendo qui porre rimedio alla mia trascurataggine. Tanto più che neppure i media cittadini, forse non cogliendone la profonda bellezza, non si sono troppo emozionati alla notizia che lunedì scorso il Consiglio comunale ha approvato una vecchissima mozione (risale addirittura al settembre 2017) del Crociato Padano Fabrizio Ricca intitolata "Manteniamo aperta la Fondazione Cultura".
Tale mozione lunedì scorso è stata approvata con 16 voti favorevoli, nessun contrario e 8 astenuti. Gli 8 astenuti sono tutti cinquestelle; tuttavia, anche 11 voti favorevoli sono arrivati dai banchi del M5S.
L'eterogenesi dei fini
Questa storia rappresenta uno splendido esempio di eterogenesi dei fini. Rivediamola insieme.
Il Crociato Padano: Fabrizio Ricca |
Le conversioni
La mossa dell'astuto Crociato era ben pensata, perché aprì delle crepe nella maggioranza (anche sulla Fondazione Cultura, così da non farsi mancare nulla), con l'assessore supplente Giovara convertito sulla via di Damasco e relativo sdegno della pasionaria Vivirosso Ferrero. Quando, dopo adeguata melina, a dicembre del 2017. la mozione arrivò in aula, i nostri eroi non trovarono di meglio che sospenderla (termine tecnico che suona meglio che "insabbiare") con l'impegno a rivedere scopi, struttura e funzionamento.della Fondazione. Così, nell'immediato, scongiurarono lo scontro fra i duri e puri del M5S che non accettavano di cambiare il programma elettorale (oh già, sopprimere la Fondazione Cultura era indicato, nero su bianco, fra gli obiettivi a breve termine fissati da Chiarabella al momento di insediarsi) e quanti avevano capito che, senza il braccio esecutivo della Fondazione, il Comune non sarebbe più riuscito a organizzare manco una sagra della salamella.
Tutto sommato, sono stati abbastanza di parola: dopo appena due anni - ecchesaràmai, rispetto all'eternità? - lo scorso ottobre hanno approvato un nuova Statuto della Fondazione Cultura (che potete leggere qui) con alcune variazioni "fondamentali" - per lorsignori, s'intende. La prima, più che comprensibile, è che la Fondazione dovrà ingeniarsi a trovare sponsor (in bocca al lupo...) non solo per le iniziative comunali, ma pure per le "piccole e medie associazioni", un tempo bacino di voti pentastellati.
La seconda, più velleitaria, è la creazione di "Comitati scientifici" con lo scopo di "definire le linee programmatiche, organizzare e valorizzare singole attività istituzionali o manifestazioni culturali di particolare rilievo nonché coadiuvare gli organi della Fondazione nella realizzazione delle attività medesime". Insomma, la tipica organizzazione del lavoro italiano: uno fa e dieci gli dicono come fare.
Ha cambiato idea: Massimo Giovara |
Alla luce delle sullodate innovazioni, l'altro giorno in Consiglio comunale l'assessore supplente Giovara ha potuto prodursi in una nobile dichiarazione di voto favorevole alla mozione di Ricca. Giovara ha infatti dichiarato che "la politica ha varie sfumature, e qui la sfumatura è che la Fondazione Cultura andava cambiata, non chiusa. Io ho cambiato idea, perché il nuovo Statuto cambia la struttura della Fondazione, mentre (attenzione, adesso arriva la fondamentale scoperta. NdG) chiudere la Fondazione avrebbe significato chiudere festival importanti come MiTo, Festival Jazz (beh, anche sul Jazz Festival avete cambiato idea, vero raga? NdG) e Biennale Democrazia". Ma va? Ma chi l'avrebbe mai detto? Le parole di Giovara mi ricordano qualcosa... Ah, già: l'appello di Piero Fassino in difesa della Fondazione Cultura, il 16 settembre 2016. Corsi e ricorsi.
Il bando fa miracoli
Giovara ha anche sottolineato, nel suo intervento, che "il segretario generale verrà scelto con un bando", ma questa non mi pare una gran novità: anche l'attuale segretaria Angela Larotella fu scelta con un bando, che ovviamente suscitò l'indignazione della consigliera d'opposizione Appendino. Forse Giovara intendeva dire "un bando trasparente e non taroccato", in linea insomma con quelli che abbiamo potuto apprezzare con l'attuale amministrazione.
Tutto è bene quel che finisce bene, comunque: almeno sulla Fondazione Cultura adesso tutti sono della stessa opinione, o quasi; i cinquestelle non si spaccheranno almeno su una minchiata tanto minima; Appendino, Giovara e Fassino s'affratellano in un unico, solidale abbraccio; Chiarabella potrà piazzare alla segreteria generale qualche coboldo fidato, naturalmente vincitore di un pubblico e trasparente bando. E a Palazzo Civico regneranno la Letizia e l'Amore.
E Angela se ne va al Poli
E della povera Angela Larotella, che ne sarà? Il cambio dello Statuto è, in concreto, anche un avviso di sfratto per la segretaria generale in carica fin dalla nascita della Fodazione Cultura. Lei, creatura fassiniana, è stata abilissima a barcamentarsi negli anni d'Appendino, resistendo impavida sulla cadrega e tenendo in vita la sua Fondazione nei momenti più bui, fino a conquistarsi quantomeno l'apprezzamento, se non l'amicizia, di Chiarabella, alla quale è stata senz'altro utile nell'organizzare i circenses municipali. Ma quando si è presentata l'occasione per cambiare aria, la scafata Angela ha fatto la sua scelta: andrà a lavorare al Politecnico. Ha vinto il concorso da dirigente (a tempo determinato) per fare in pratica ciò che faceva alla Fondazione Cultura. Organizzerà della Biennale Tecnologia anziché della Biennale Democrazia; curerà le iniziative culturali del Poli, e relativo fundrisaing; insomma, tutte attività che segneranno la "svolta umanistica" del Politecnico con l'incontro fra discipline scientifiche e umanistiche.
La cosa è ufficiale, Larotella già a dicembre ha presentato le dimissioni, e al massimo fra quattro mesi lascerà la poltrona: credo senza troppi rimpianti. Nel frattempo avremo agio di apprezzare il pubblico e trasparente bando per darle un successore.
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