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PER IL COSTRUTTORE LA CULTURA E' TROPPO AULICA

Alessandro Cherio
Abbiamo un altro eroe. Si chiama Alessandro Cherio, è il presidente del Collegio Costruttori, e sui giornali di oggi, lanciando un meritorio e condivisibile allarme sulla crisi del suo settore, non ha trovato di meglio che prendersela con la Cultura: essa, a suo avviso, riceve troppi contributi pubblici che sarebbe meglio destinare, combinazione, al settore di cui si occupa il Cherio. Nell'articolo comparso su La Stampa, che qui riproduco, si attribuisce al Cherio la seguente frase: "Torino ha bisogno di interventi meno aulici e più concreti". Adoro i presidenti dei Collegi Costruttori quando usano l'aggettivo "aulico". Spero che il Cherio lo abbia usato davvero, l'aggettivo "aulico", e non sia una licenza poetica della giornalista. Ciò darebbe al dibattito un tono assolutamente surreale. Si consideri che alla Cultura va lo 0,25 per cento del bilancio del Comune di Torino (dicesi lo 0,25) e lo 0,40 per cento del bilancio della Regione Piemonte (dicesi lo 0,40). Cifre come ben si vede enormi, che sicuramente risolleverebbero un settore come quello dell'edilizia, in crisi per molti gravi motivi - non ultimo, a mio modesto avviso, il fatto che qualcuno, forse un professore di filologia romanza, ha costruito negli ultimi anni un surplus di case (spesso bruttissime, anche se non mi pare che la cosa riguardi il Cherio: sono andato a vedere i lavori della sua impresa, e mi sembrano decisamente all'onor del mondo). Il Cherio, peraltro, sostiene che tra le priorità ci sono (e ci mancherebbe!) "gli interventi sul dissesto idrogeologico". Dissesto causato, come ognuno ben sa, da un eccesso di rappresentazioni dell'Aida, e da un profluvio di conferenze su Nietzsche. Non certo da un disinvolto uso del suolo a scopo edificatorio.
Cherio: "Cultura, una spesa aulica"

Al grido di dolore del Cherio ha prontamente replicato il vicepresidente della Commissione cultura della Regione, Giampiero Leo, con il comunicato che qui pubblico, e che si occupa anche della protesta dei lavoratori del Castello di Rivoli - lavoratori quanto quelli del settore edile, e come quelli del settore edile alle prese con problemi economici immani: "Ho appreso dagli organi di informazione - scrive Leo - due fatti che meritano una particolare attenzione: il primo riguarda le dichiarazioni a proposto del fatto che in questa città e in questa Regione si investa troppo in cultura e troppo poco in altri settori 'produttivi'. Per quanto ciò sia evidentemente infondato, credo sia necessario ribadire due concetti: primo, la percentuale di spesa destinata alla cultura (lo 0,40% in Regione, ancora meno in Comune), è già di per sé risibile rispetto a qualsiasi raffronto europeo; secondo, come hanno dimostrato studi e fonti autorevolissime nonché le relazioni in materia degli Assessori alla cultura a partire dall'Assessore Michele Coppola, le spese della cultura sono ampiamente 'produttive'. Creano posti di lavoro in maniera diretta e indiretta, promuovono in maniera incredibile il Piemonte, assicurano un minino di vivibilità alla nostra società, etc.  Detto questo, è dunque ancora più inaccettabile il fatto che molti lavoratori della Cultura e operatori di quel mondo, oltre a ricevere compensi estremamente ridotti, li percepiscano con ritardi abissali. Caso clamoroso ed eclatante, è quello dei lavoratori della cooperativa COPAT, operante presso il Castello di Rivoli. Pur ben conoscendo l’impegno e la dedizione impiegata dagli uffici regionali competenti in materia, risulta comunque inaccettabile un sistema complessivo a causa del quale le somme dovute alla cooperativa vengono versate mediamente con oltre un anno di ritardo. In questo modo si colpisce la sostenibilità di un progetto culturale e si mettono a grave rischio non solo i diritti dei lavoratori ma la possibilità stessa di svolgere un lavoro.  Esprimo quindi tutta la mia solidarietà alla cooperativa COPAT e ai suoi soci lavoratori, comprendo le scelte che sono stati costretti loro malgrado a compiere e auspico che questa incresciosa situazione trovi al più presto soluzione".

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