Il mio amico Fabrizio Gargarone di Hiroshima mon Amour ha scritto su Fb un ricordo bellissimo di Freak Antoni. Gli ho chiesto il permesso di copiarlo anche qui sul blog, perché vorrei che lo leggessero in tanti. Freak se lo merita
L'intervento chirurgico che nei fatti gli aveva salvato la vita lo aveva devastato.
- I medici sono macellai.
Ce lo diceva in modo ossessivo, come faceva lui quando ripeteva la stessa frase una, due, cinque volte di fila perfezionandone l'intonazione e i tempi, come l'attore quando deve mettere a punto la battuta.
- Fabrizio, se uno vuole stomatizzarti non fartelo fare.
E insisteva sulla parola "stomatizzarti", che variava ogni volta lievemente sulla lettera "o". E io:
-non ci penso neanche. E lui di nuovo a ripetere: Fabrizio e così via.
Nel racconto del suo calvario, una cosa l'aveva fatto veramente incazzare e ci teneva a precisarla. Ecco perché ora mi permetto di scriverla.
Una delle controindicazioni dell'intervento era stata un problema di erezione che Freak non mandava giù.
- Sai... già che mi hanno macellato almeno mi funzioni il cazzo.
Allora aveva cercato un dottorone, un vero mago di cui ora mi sfugge il nome, per risolvere il suo problema.
Va a fare speranzoso la visita e alla fine il luminare con fare sprezzante…
- Signore… Seriamente, ma nelle sue condizioni generali di salute cosa pensa di farci ancora con quello? (e indica il cazzo)
E Freak, deluso e furioso: - Magari incularmi quella troia di tua madre, anche solo una volta!
Anche questa storia Freak me l'ha ripetuta cinque volte. E posso garantirvi che anche alla quinta ridevo ancora come un pazzo perché vedevo la scena con lo Spocchioso Dottorone e il Poeta.
Quando la serata è finita si sono spente le nostre risate ed era rimasto solo il tempo per la malinconia e la rabbia per i giri storti che a volte fa il destino, Freak è partito con la sua compagna verso Bologna.
Prima di uscire dal cortile della Cartiera mi fa:
- Fabrizio: se vogliono stomatizzarti non lasciartelo fare.
Poi non ci siamo più visti o sentiti.
Restano tre oggetti nelle nostre stanze di lavoro quotidiano: un disco fatto insieme, Skiantologia Vol.1 e un libro Sarà unO Skianto(s) che vi seppellirà e una bellissima lettera scritta a Simona con la sua calligrafia meravigliosa.
E poi i ricordi delle cento serate fatte, delle sue abitudini e dei suoi rituali. E una grande e sincera amicizia.
Ora i miei e i nostri inadeguati ringraziamenti (di Mario e Simona e certamente di altri suoi amici torinesi di cui non ricordo nemmeno i nomi se non quello del suo più caro, Beppe Melchionna ) per tutto quello che ci ha dato.
E' tutto. Potrei scrivere per ore su Roberto Freak Antoni e non sarebbe nulla.
Basta così.
In memoria dell'amico Roberto Freak Antoni
di Fabrizio Gargarone
L'ultima volta che ci siamo visti, Freak ci raccontava (ai suoi vecchi amici Mario e Simona e io) di come i medici l'avessero massacrato.L'intervento chirurgico che nei fatti gli aveva salvato la vita lo aveva devastato.
- I medici sono macellai.
Ce lo diceva in modo ossessivo, come faceva lui quando ripeteva la stessa frase una, due, cinque volte di fila perfezionandone l'intonazione e i tempi, come l'attore quando deve mettere a punto la battuta.
- Fabrizio, se uno vuole stomatizzarti non fartelo fare.
E insisteva sulla parola "stomatizzarti", che variava ogni volta lievemente sulla lettera "o". E io:
-non ci penso neanche. E lui di nuovo a ripetere: Fabrizio e così via.
Nel racconto del suo calvario, una cosa l'aveva fatto veramente incazzare e ci teneva a precisarla. Ecco perché ora mi permetto di scriverla.
Una delle controindicazioni dell'intervento era stata un problema di erezione che Freak non mandava giù.
- Sai... già che mi hanno macellato almeno mi funzioni il cazzo.
Allora aveva cercato un dottorone, un vero mago di cui ora mi sfugge il nome, per risolvere il suo problema.
Va a fare speranzoso la visita e alla fine il luminare con fare sprezzante…
- Signore… Seriamente, ma nelle sue condizioni generali di salute cosa pensa di farci ancora con quello? (e indica il cazzo)
E Freak, deluso e furioso: - Magari incularmi quella troia di tua madre, anche solo una volta!
Anche questa storia Freak me l'ha ripetuta cinque volte. E posso garantirvi che anche alla quinta ridevo ancora come un pazzo perché vedevo la scena con lo Spocchioso Dottorone e il Poeta.
Quando la serata è finita si sono spente le nostre risate ed era rimasto solo il tempo per la malinconia e la rabbia per i giri storti che a volte fa il destino, Freak è partito con la sua compagna verso Bologna.
Prima di uscire dal cortile della Cartiera mi fa:
- Fabrizio: se vogliono stomatizzarti non lasciartelo fare.
Poi non ci siamo più visti o sentiti.
Restano tre oggetti nelle nostre stanze di lavoro quotidiano: un disco fatto insieme, Skiantologia Vol.1 e un libro Sarà unO Skianto(s) che vi seppellirà e una bellissima lettera scritta a Simona con la sua calligrafia meravigliosa.
E poi i ricordi delle cento serate fatte, delle sue abitudini e dei suoi rituali. E una grande e sincera amicizia.
Ora i miei e i nostri inadeguati ringraziamenti (di Mario e Simona e certamente di altri suoi amici torinesi di cui non ricordo nemmeno i nomi se non quello del suo più caro, Beppe Melchionna ) per tutto quello che ci ha dato.
E' tutto. Potrei scrivere per ore su Roberto Freak Antoni e non sarebbe nulla.
Basta così.
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