"Il presidente è nominato dal Consiglio direttivo" (art. 5 Statuto della FTM) |
Istruzioni per cambiare le targhette del citofono
E' da prepotenti spadroneggiare dove non si è padroni: e purtroppo per il trio Giordano la Fondazione Torino Musei non è proprietà esclusiva del Comune di Torino; bensì comprende altri tre soci, ovvero la Regione, la Fondazione Crt e la Compagnia di San Paolo. Ora, se uno vuole cambiare le targhette del citofono in un condominio, non è che chiama l'Ansa e diffonde un proclama: magari si potesse. Invece la buona creanza impone di andare alla riunione di condominio e confrontarsi con gli altri condomini in una di quelle meravigliose sedute che tanto rallegrano tante vite. Beh, il trio Giordano s'informi, e scoprirà che per sua straordinaria malasorte è capitato in un condominio, e sarebbe civile adeguarsi.Istruzioni per navigare in Internet
Quanto all'ignoranza, è colpevole perché, nell'era di Internet, persino un imbecille come me può scoprire come funziona la Fondazione Torino Musei, e regolarsi di conseguenza prima di sparare minchiate a mezzo stampa.
Temo però che qui abbiamo qualche problena di collegamento. O forse funziona come per quelli che girano sempre in tre perché uno sa leggere, l'altro sa scrivere e il terzo sorveglia quei due pericolosi intellettuali. Quindi il lavoro glielo faccio io, e poi non vengano a dirmi che non collaboro con le istituzioni.
Allora: da una rapida puntatina sul sito della Fondazione Torino Musei chiunque può evincere quanto segue:
1) Il presidente della Fondazione Torino Musei (articolo 5 dello Statuto) è nominato dal Consiglio direttivo, tra i suoi membri e su proposta del sindaco. Su proposta. Quindi non è nominato dal sindaco. Di conseguenza il sindaco da solo non lo può cacciare.
2) Il Consiglio direttivo della Fondazione Torino Musei (articolo 6 dello Statuto) resta in carica cinque anni ed è costituito da un massimo di cinque componenti così designati: uno dal sindaco di Torino in qualità di presidente (attenti: presidente del Consiglio direttivo, non della Fondazione!), uno dal presidente della Regione Piemonte in qualità di vice presidente, uno designato congiuntamente dal sindaco di Torino e dal presidente della Regione, due dalle Fondazioni di origine bancaria, Soci Fondatori Successivi.
3) Attualmente il Consiglio direttivo è composto da Patrizia Asproni, Antonella Parigi, Piero Gastaldo e Cristina Giovando; poi c'è l'ex assessore Braccialarghe che però è dimissionario, e la nomina del sostituto spetterebbe al Comune; c'è un bando, ovviamente. E risultano ben 27 prestigiosi candidati. Se magari il trio Giordano si desse una mossa e indicasse il prescelto anziché pretendere altre dimissioni, non sarebbe mai troppo presto.
4) Il succitato articolo 6 dello Statuto precisa, al comma 3, che "salvo la naturale scadenza del Consiglio direttivo nonché le spontanee dimissioni, i singoli Consiglieri sono revocati dal Fondatore che li ha designati, a seguito di comunicazione scritta della revoca al Consigliere stesso, al Presidente e al Presidente del Collegio dei revisori". L'Ansa non è prevista.
Ma poi, ragazze e ragazzo, che ve lo sto a dire? Siete grandicelli e avete studiato: perché non fate tesoro dell'esperienza? A strepitare chiedendo dimissioni a muzzo, ormai dovreste averlo capito, si rimediano solo figure di emme. Con certi volponi, poi...E magari, se posso permettermi un suggerimento, scoprite l'uso del telefono, o persino del colloquio vis à vis, per discutere le politiche culturali con chi di dovere. Capisco - e sempre me lo ripete l'assessore alle Fontane - che siete tanto oberati: ma se fai passare tre mesi e rotti senza convocare la presidente della Fondazione Torino Musei, limitando i contatti a sporadici sfanculamenti a mezzo stampa, poi non ti puoi lamentare se qualcosa non fila come vorresti.
4) Il succitato articolo 6 dello Statuto precisa, al comma 3, che "salvo la naturale scadenza del Consiglio direttivo nonché le spontanee dimissioni, i singoli Consiglieri sono revocati dal Fondatore che li ha designati, a seguito di comunicazione scritta della revoca al Consigliere stesso, al Presidente e al Presidente del Collegio dei revisori". L'Ansa non è prevista.
Istruzioni per la civile convivenza
Totalone: se il trio Giordano ritiene, e se lo Statuto glielo consente, avvii pure le procedure per cacciare l'Asproni, se non altro dal Consiglio direttivo. Rispettando le regole, come è giusto e doveroso per chiunque, e a fortiori per chi pone tale rispetto alla base della propria azione politica.Ma poi, ragazze e ragazzo, che ve lo sto a dire? Siete grandicelli e avete studiato: perché non fate tesoro dell'esperienza? A strepitare chiedendo dimissioni a muzzo, ormai dovreste averlo capito, si rimediano solo figure di emme. Con certi volponi, poi...E magari, se posso permettermi un suggerimento, scoprite l'uso del telefono, o persino del colloquio vis à vis, per discutere le politiche culturali con chi di dovere. Capisco - e sempre me lo ripete l'assessore alle Fontane - che siete tanto oberati: ma se fai passare tre mesi e rotti senza convocare la presidente della Fondazione Torino Musei, limitando i contatti a sporadici sfanculamenti a mezzo stampa, poi non ti puoi lamentare se qualcosa non fila come vorresti.
Mi sembra che ci si concentra sulla reazione non sul peccato originale.
RispondiEliminaRegolamenti, statuto o altro...qualcuno ha sputtanato Torino, ha sputtanato il Sindaco e i Torinesi. Di chi è la colpa? Chi paga? Repubblica o l' Asproni?
Perchè il primo scrive titoli e notizie per accumulare visite e introiti pubblicitari oltre a voler far politica e non giornalismo.
L'Asproni, a prescindere degli statuti, ha un ruolo e comprende anche salvaguardare l'immagine di Torino, chi la amministra e i torinesi.
La giunta ha agito di istinto? Di pochezza? Non lo so, ma chi è delegato a gestire un bene pubblico, in questo caso una fondazione, ha delle responsabilità e degli impegni, troppo facile farsi belli quando una mostra va bene e far finta che esiste anche altro.
Quanto alla telefonata, ad incontrarsi viso a viso, non dovrebbe essercene bisogno se il fine è comune. Avrei preferito se l'Asproni avesse reagito all' affermazione "NON CON QUESTA GIUNTA" e non alla richiesta di dimissioni, ciò suscita dubbi che non credo siano reali ma ...a pensar male spesso ci si azzecca.
In conclusione: succede quando si da credito al giornalismo del 21 secolo fatto di titoloni farlocchi e tendenziosi.
P.S: La mi a è un opinione e non una critica a Gabo su Torino che leggo e per quanto non sempre approvo quanto scritto almeno, a differenza di altri, le notizie sono documentate e ben spiegate a differenza di altri.
Maurizio
Sono in totale disaccordo con lei, sia riguardo all'uso del congiuntivo, sia sul merito. Secondo me in questa vicenda tutti hanno dato una povera prova di sé, compresi i politici inescusabilmente distratti; e certe distrazioni sono censurabili. Tuttavia lei esprime il suo legittimo punto di vista con civiltà e cortesia. Di questo la ringrazio, e pubblico volentieri il suo commento.
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