Patriziona Asproni |
Ormai si gioca a tutto campo, ed è un campo pieno di merda. Il bello è che i nostri simpatici zuavi ci s'inzaccherano senza manco ben sapere il perché. Questa storia della “mancata” mostra di Manet non l'hanno capita, come si evince dall'alato dibattito in Sala Rossa – anche perché c'è poco da capire, al momento è soltanto un siparietto giornalistico divertente ma ancora privo di fatti concreti. Prima o poi, l'ho promesso e lo farò, vorrei anche mettere a fuoco i veri guai della Gam. Che sono altri.
Però intanto il frisson manettiano s'è trasformato in battaglia all'ultimo sangue fra il trio Giordano e la presidente della Fondazione Torino Musei, la celebre Patriziona.
E i nostri giuggioloni municipali sgomitano per esserci ad ogni costo, e discettano di relazioni internazionali, di grandi eventi e di ricadute sul territorio. Siamo tutti professori.
Perfetto: civiltà.
E qui potrei anche chiudere.
Ma nulla vi verrà risparmiato. Seguitemi, se ne avete il coraggio.
E i nostri giuggioloni municipali sgomitano per esserci ad ogni costo, e discettano di relazioni internazionali, di grandi eventi e di ricadute sul territorio. Siamo tutti professori.
La "ricaduta" si chiama civiltà
Va così. E dire che il ragionamento più lucido sulla turpe vicenda non l'ho ascoltato in Sala Rossa. L'ho trovato in un commento su Fb, che qui vi riporto: "Ma questa cosa delle ricadute da quando è diventata l'obiettivo? E poi perché fanno tutti finta di sapere cosa sia il marketing culturale e quello territoriale? Cmq la ricaduta degli investimenti culturali (fatti da enti pubblici e non da imprenditori privati) si chiama civiltà!".Perfetto: civiltà.
E qui potrei anche chiudere.
Ma nulla vi verrà risparmiato. Seguitemi, se ne avete il coraggio.
Arriva il Soccorso Verde: la mozione di Ricca
Wow, solo in Comune fra tante porte! E non origlio a nessuna |
Prima e inopinata voce è quella di
Fabrizio Ricca, il Tintin della Lega Nord, che convoca apposita
conferenza stampa per presentare la sua “proposta di mozione di sfiducia alla presidente della Fondazione Musei Patrizia Asproni”. Precisa di ben sapere che non è facoltà del Consiglio comunale sfiduciare la presidente di una fondazione, ma è un “atto
politico”, spiega: Ricca sostiene di volere così "incoraggiare" l'Appendino a fare in concreto
ciò che ha lungamente predicato quando stava all'opposizione, ovvero
cacciare Patriziona.
Insomma: una sorta di Soccorso Padano al sindaco e Appendino, per spingerli a rompere gli indugi e mettere alla porta l'odiata Asproni.
Insomma: una sorta di Soccorso Padano al sindaco e Appendino, per spingerli a rompere gli indugi e mettere alla porta l'odiata Asproni.
Soccorso Padano: Fabrizio Ricca della Lega Nord |
Gli chiedo anche se ciò preluda a un appoggio della Lega Nord alla giunta. "Quando gli obiettivi coincidono, noi ci siamo", politicheggia Ricca.
Lavolta punta Giordana
Prendo congedo da Tintin e mi becca
Enzo Lavolta, del pd, vicepresidente del Consiglio comunale. Vuole
dirmi che non concorda assolutamente con la mozione di sfiducia di
Ricca (e volevo ben vedere...). Per due motivi. Il primo: Lavolta non
ritiene che il Consiglio comunale debba essere trascinato in quella
che egli definisce “una singolar tenzone fra Asproni da una parte e Appendino e Giordana dall'altra”. Questa me la segno: è la presa d'atto da parte del Pd che chi comanda in Comune è Paolo Giordana; dopo che in Commissione già c'è stata bagarre fra Lorusso e Leon su chi comanda nel presunto assessorato alla Cultura.
Ma va reso merito anche a Tintin Ricca di averlo affermato già ieri, quando ha pronunciato in Sala Rossa, rivolto all'Appendino, la mitica frase “lei paga per la sua inesperienza... e per avere accettato i cattivi consigli del vero Sindaco, quello che non si vede”.
Ma va reso merito anche a Tintin Ricca di averlo affermato già ieri, quando ha pronunciato in Sala Rossa, rivolto all'Appendino, la mitica frase “lei paga per la sua inesperienza... e per avere accettato i cattivi consigli del vero Sindaco, quello che non si vede”.
Un'obiezione di metodo
Ma Lavolta ha anche un'obiezione di
metodo: per sfiduciare l'Asproni – mi dice – c'è una sede
istituzionale, il Consiglio direttivo della Fondazione Torino Musei.
E' lì che l'Appendino e Giodana dovrebbero muoversi - sostiene - se davvero
vogliono cacciarla, com'è loro facoltà, ma rispettando le regole
e tenendo conto che in Fondazione ci sono anche altri soci (Regione e
fondazioni bancarie) con i quali confrontarsi. E' quello che dico anch'io.
C'è incontro e incontro
Obietto però a Lavolta che alla nuova giunta è mancato il tempo per
farlo. Lui ribatte che a suo avviso in cento giorni avrebbero dovuto
e potuto incontrare l'Asproni e farsi sentire
con il Consiglio direttivo.
Poi tira il colpo basso, che vi riporto
perché è proprio gustoso. Sono teneri, quelli del pd, stanno faticosamente imparando a fare opposizione e s'attaccano a tutto. Così ogni tanto ti regalano scenette politicamente leggerine, ma assolutamente spassose. Come questa che mi rivela Lavolta: “La nuova amministrazione, in questo periodo,
ha trovato il tempo per incontrare un sacco di gente”, sarcasticheggia, e mi
sciorina sotto il naso ampia documentazione a proposito delle riunioni dell'assessore allo Sport e Tempo Libero (credo si chiami Finardi, ma non è quello della musica ribelle), e relativi uffici, con tale
Michele Macagnino, organizzatore della fondamentale fiera “Torino Erotica”, che si terrà dal 24 al 26 novembre nel PalaRuffini
regolarmente assegnato a tal fine dal Comune stesso, a condizione che l'evento non sia promosso tramite "rappresentazioni del corpo umano quale oggetto di possesso o sopraffazione sensuale". Già m'immagino le ricadute sul territorio.
Quando l'incontro c'è, i risultati si vedono |
Lontani i tempi di quegli altri genietti che si turbavano per i nudi di Tamara de Lempicka, oppure davano fuori di matto per le mostre in sospetto di porcellinità e mangiapretismo. E ricordate il Chiampa che ritirava un patrocinio se soltanto sentiva pronunciare il nome di Fabrizio Corona? Oggi siamo più disinibiti. Come cantava il Guccio? "Signorina cultura si spogli e dia qui le mutande".
Giovara, il privato e il politico
C'è poi un terzo episodio di
questa straordinaria farsa, che mi sono goduto stanotte nella quiete della mia
cameretta, conversando a mezzo Fb con il consigliere M5S
Massimo Giovara.
Io, nel post “Badilate di cultura”, avevo espresso
una qualche perplessità sulla sua affermazione in Sala Rossa: “E’
gravissimo che un ente privato non rispetti il cambio politico”.
Giovara, che a suo tempo mi aveva chiesto l'amicizia su Fb, è
intervenuto nei commenti in modo così piacevole che gliel'ho data seduta stante, l'amicizia. Ne è nato il garbato dialogo che segue.
Massimo Giovara Se crede.
l'ente privato a cui mi riferisco non è la Fondazione.
Gabriele Ferraris La
ringrazio. Qual è?
Massimo Giovara Apprendiamo
dai giornali che “Tra le motivazioni addotte da Skira, organizzatrice dell’evento, ci sarebbe il cambio di giunta, che non avrebbe manifestato interesse”.
Gabriele Ferraris Quindi
lei mi conferma di aver detto (come risulta sul sito del Comune) che
"è gravissimo che un ente privato non rispetti il cambio
politico". Ho inteso bene?
Massimo Giovara Sì.
Massimo Giovara In questo
contesto ovviamente
Gabriele Ferraris Ah.
Grazie.
Gabriele Ferraris Perdoni se
sono pignolo. È un mio difetto. Ma voglio capire bene. Che cosa ha
di caratteristico o specifico "questo contesto" riguardo
alla sua affermazione?
Gabriele Ferraris La
ringrazio. Domani passo dal Comune. La whatsappo quando sono lì.
Confesso che stamattina, mentre ero in
Comune, ho dimenticato di “whatsappare” Giovara. Ma spero di
vederlo domani in Commissione. Così mi spiega il contesto.
Posso dire? Io questi ragazzoni e
ragazzone li adoro tutti, dal primo all'ultimo. Non mi divertivo così
da quando vidi, appena uscito al cinema, “Il dittatore dello stato
libero di Bananas”.
Ma mi domando. Se il Conune vuole sfiduciare il presidente di una fecondazione di cui è socio, perché non farlo in Consiglio direttivo? Altra domanda. Come fa un socio di una fondazione che siede nel suo Consiglio direttivo a non essere a conoscenza delle azioni della medesima fondazione? Provo a dare una risposta a entrambe le domande. Perché nel Consiglio direttivo della Fondazione Torino Musei il Comune non ha un suo rappresentante, dal momento che in 100 giorni 100 non ha nominato ancora il sostituto di Braccialarghe. Incredibile eh?
RispondiEliminaHo 50 anni, leggo libri. Anche brutti. Mi piace la politica, l'ho fatta in passato (poca roba), ma ho il senso della misura. Non mi candiderei mai a guidare alcunché senza essere moderatamente sicuro di non fare figure da peracottaro un giorno sì e l'altro pure. Lo spettacolo è penoso. I nuovi arrivati a Palazzo trattano la politica cultura con una tal dose di superficialità da farmi ricredere. Avrei dovuto mandare il mio CV alla Sindaca. Almeno avrei litigato con Giordana (che secondo me ne vale la pena). Mi viene quasi da piangere.
RispondiEliminaSante