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SCANDALO! A NATALE CHIUDONO IL LOUVRE E LA NATIONAL GALLERY. TURISTI INFEROCITI METTONO A FERRO E FUOCO PARIGI E LONDRA

I torinesi sono proprio cattivi: negano a questo povero vecchio il diritto di visitare il Mao dopo una notte di duro lavoro
Beh, scusatemi, ma proprio non ci arrivo. Voglio dire: sarà pure una minchiata tenere chiusi i musei a Natale (forse, non so: non è detto) ma dov'è la novità? 
La novità è che se n'è accorto Vittorio Sgarbi, e ne ha approfittato per una delle sue solite fanfaronate? 
La novità è che Francesca "Mainagioia" Leon ha abboccato come un tonnetto e ha replicato tutta stizzita?
La novità, eventualmente, potrei intravvederla nell'apodittica frase della Leon "Torino è una città viva culturalmente", sulla quale aprirei un ampio e articolato dibattito se non fosse che oggi voglio dedicarmi a impegni più seri, tipo andarmi a vedere "Star Wars - Gli ultimi Jedi".
No, davvero: non capisco il can can ingenerato sui media dal titanico scontro dei due maîtres-à-penser.
A leggere i giornali e i siti, si direbbe che per la prima volta nella storia la gran parte dei musei torinesi quest'anno non apriranno a Natale. Non è vero: è stato così nel 2016, e pure nel 2015 quando c'era Fassino. Ma anche prima. Da sempre, a Natale (e spesso a Capodanno) la gran parte dei musei non apre. A Torino. In Italia. Nel mondo. L'eccezione, semmai, sono i pochi aperti, tipo a Torino il Museo del Cinema e la Pinacoteca Albertina.
Invece, a leggere certe intemerate si ha l'impressione che il Natale senza musei sia un'onta tutta torinese; e che sotto sotto la responsabile sia l'Appendina Cattivona.
Ora, voi ben sapete che a Chiarabella non faccio sconti, come non ne faccio a qualsiasi pomposo signor So-Tutto-Io che si picca di amministrare la roba mia e pure di insegnarmi a vivere. Ma ritengo che i signori e le signore So-Tutto-Io commettano sufficienti minchiate in proprio, senza addossargli pure quelle di cui non sono responsabili.
I musei torinesi - come quelli del resto del mondo, con dovute ma rare eccezioni - non aprono il giorno di Natale (e, molti, neanche a Capodanno) per vari motivi. Ad esempio perché costa una schioppettata, far lavorare i dipendenti a Natale. Neanche nei giornali si lavora a Natale e a San Silvestro. E vi assicuro che non è per garantire ai giornalisti le gioie della famiglia; bensì per non pagargli l'iperstraordinario previsto dal contratto. L'unica volta che mi capitò di lavorare il 25 dicembre - facemmo un'edizione straordinaria dopo un terribile attentato - rinunciai agli agnolotti di mia mamma, ma mi portai  casa, in un giorno, quasi l'equivalente di un mese di stipendio.
Ma poi, porca pupazza, qualcuno si è preso la briga di controllare che cosa fa, ad esempio, il Louvre, il 25 dicembre? Beh, informatevi, caso mai andaste a Parigi per Natale: il 25 dicembre il Louvre è chiuso. Fermé. Già che ci sono, vi avverto che è chiuso pure il Primo Maggio e a Ferragosto. Per non parlare di quel che combinano quei lavativi degli inglesi: chiudono la National Gallery di Londra dal 24 al 26 dicembre. E pure il 1° gennaio, ecchediamine. Devo dire, a parziale discolpa di inglesi e francesi, che per il resto dell'anno i loro musei li trattano molto meglio di noi, e non cercano di strangolarli tagliandogli i fondi.
Morale (a mio sommesso avviso): se un turista a Parigi può tenersi la voglia di visitare il Louvre proprio il giorno di Natale, confido che il turista a Torino non mi andrà in depressione se nel Santo Giorno dovrà rinviare di ventiquattr'ore l'esperienza di ammirare le dignitose collezioni di Palazzo Madama o dei Musei Reali. Collezioni che - me ne daranno atto anche i direttori Curto e Pagella - non sono quelle del Louvre. Semmai il turista sarà deluso dalla chiusura dell'Egizio. Ma anche tu, figlio mio, che con 365 giorni all'anno decidi di vedere l'Egizio proprio il 25 dicembre, scusa, come te la programmi, la vita?

L'alato dibattito

Ad ogni modo. Non voglio privarvi del memorabile confronto intellettuale fra Vittorio Sgarbi e Francesca Leon. Vi copio quindi il lancio Ansa con le dichiarazioni di Sgarbi e il comunicato del Comune che riporta la replica di Leon.

Vittorio Sgarbi, assessore regionale dei beni culturali della Regione siciliana, ha disposto l'apertura di musei e parchi archeologici durante le festività natalizie, grazie a una intesa raggiunta con i sindacati. "Dovrebbe essere la regola, ma ancora così non è. I musei - spiega Sgarbi - vanno aperti proprio quando maggiore è il flusso dei visitatori". Visto che a Torino, in ossequio al diktat del 'web master' Luigi Di Maio, il sindaco terrà i musei chiusi, io personalmente e un gruppo di volontari di 'Rinascimento', ci offriamo come volontari nella notte di Capodanno - aggiunge Sgarbi - per tenerli aperti e fare da guida ai visitatori. I custodi svolgono un ruolo fondamentale nel rapporto tra visitatori e musei e va riconosciuto il loro ruolo. E per questo che mi farò promotore della "Giornata nazionale dei custodi".
“Invito Sgarbi ad informarsi – ha tosto e tostamente replicato Francesca Leon. - Torino è una città culturalmente viva, piena di iniziative da anni, il giorno della vigilia di Natale, quello di Santo Stefano e Capodanno, turisti e cittadini potranno visitare un gran numero di musei, pinacoteche, palazzi storici e spazi espositivi. Si tratta di una programmazione volta a favorire, durante le festività di fine anno, la fruizione del patrimonio culturale cittadino”.   




Commenti

  1. Buon giorno. Nell'episodio che ricorda lei era giornalista, alla Stampa. Quella Stampa, in quegli anni d'oro. Qui si parlerebbe di custodi, addetti alle biglietterie, alla sicurezza (se ci sono). Visto come ormai sono i rapporti di lavoro non credo proprio che gli darebbero per un giorno l'equivalente di un mese di stipendio. Ma, ahimé, almeno un funzionario responsabile dovrebbe esserci. E quello, sì che muoverebbe le emerite terga soltanto se la borsa fosse molto allettante. Comunque il complesso dei "musei reali" e del Ministero, e lì valgono altre regole. Chissà invece il virtuoso neoassessore in Sicilia quanto pagherà le giornate festive di apertura. Ma si sa: è una Regione con bilanci floridissimi. E quanti soono, laggiù, gli addetti (e quanto votano)?

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