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LA RIVINCITA DI PATRIZIONA ASPRONI: CHIARABELLA FA QUEL CHE VOLEVA LEI

La maestra e l'allieva: Patrizia Asproni ha dettato la linea a Chiara Appendino
Stamattina leggo su La Stampa la conferma che la Fondazione Torino Musei da gennaio abbandonerà (come ampiamente previsto e annunciato) il Borgo Medievale, restituendolo al Comune che ne farà, dice il giornale. "un parco tematico". 

Borgo dismesso, Biblioteca chiusa: Patriziona aveva ragione

Ciò significa che il Comune di Torino, guidato da Chiara Appendino, attuerà il piano che, regnante Fassino, tentò di mettere a segno l'allora presidente della Fondazione Musei Patriziona Asproni. Quel piano all'epoca venne ferocemente avversato da Chiarabella; la quale, non appena piazzate le reverendissime chiappe sulla poltrona di sindaco, ha cacciato l'Asproni. Presumo per il gusto di realizzare personalmente tutti i progetti dell'Asproni: dalla cessione del Borgo a una società privata per farne un lunapark medievale, alla conferma di Biscione al Mao, alla chiusura della Biblioteca d'Arte della Gam. Insomma: il programma di Asproni in tutto il suo splendore. Ovvio: già allora Asproni doveva fare i conti con i tagli dei finanziamenti pubblici, e prevedeva - non ci voleva Nostradamus - che in futuro sarebbe andata anche peggio. Fino all'attuale stato preagonico.
Ogni promessa è debito: l'intemerata sulle code davanti ai musei
Insomma: a questo punto immagino che saranno contente entrambe, le antiche duellanti: Patriziona perché adesso si fa come voleva lei, Chiarabella perché in fondo le code davanti ai Musei Civici sono effettivamente scomparse

I conti tornano sempre, le fanfeluche mai

Trovo però singolare che, nel titolo del sullodato articolo, stia scritto: "Gli effetti dei conti che non tornano nella cultura". No, cari amici: i conti tornano benissimo. Sono le chiacchiere che stanno stanno a zero. Le fanfeluche "vedremo, studieremo, faremo" idem. 
I conti tornano perché è un principio base di qualsiasi contabilità che, se ti riducono le entrate, tu di conseguenza devi ridurre le uscite, e quindi rinunciare a qualcosa che prima avevi. Un museo, per esempio. Una biblioteca. E venti dipendenti: venti persone che rischiano di trovarsi in mezzo a una strada, a meno che - sperare è gratis - non intervenga qualche santo, qualche fondazione, qualche Regione, qualcuno insomma che ancora possa tamponare la falla. 
E tutto questo perché qualche bella mente ha pensato che alla cultura i fondi puoi tagliarglieli quanto ti pare, tanto non succede nulla di grave. 
Succede, invece. Succede. Succede che non si possono più pagare fornitori e stipendi. Succede che non puoi più proporre mostre attrattive e quindi calano i visitatori e di conseguenza gli incassi e in ultima analisi ti ritrovi con ancor meno soldi in saccoccia. Succede che la gente perde il lavoro e le famiglie vanno in miseria. Succede che il mondo non è quello che ti raccontano a Disneyland, e che la luna non è fatta di formaggio.
Tu tagli alla Fondazione Musei un milione e ottocentomila euro, le sbatti sul groppone pure 400 mila euro di spese di riscaldamento, e che cosa ti aspetti? Che prosperi e fiorisca? O speri che arrivino sempre le Fondazioni bancarie a salvarti il culo? 
Ciccina cara, benvenuta nel mondo normale.

In prima fila per l'Apocalisse

Il presidente della Fondazione, Maurizio Cibrario, li aveva avvertiti: stiamo attenti, con questi tagli si chiude, aveva profetizzato. Ecco, adesso ci siamo. Ed è un cane che si morde la coda: questi genii hanno tolto un sacco di soldi ai Musei Civici; e oltretutto senza quei soldi non si possono fare grandi mostre, per cui i visitatori sono in picchiata e gli incassi alle biglietterie anche. I numeri fanno paura. E a me vien da ridere quando rileggo certe dichiarazioni di Maiunagioia Leon, quelle belle guasconate che le riescono così bene, tipo "Non rimpiangerete Monet". Cazzo, ma se a momenti siamo qui che rimpiangiamo Patrizia Asproni! Altro che Monet!

Are your ready for Apocalypse?

Ad ogni modo: mentre il povero Cibrario sogna di raggranellare qualche spicciolo aprendo un bar (un altro progetto made in Asproni che viene trionfalmente ripreso) il cielo su Torino è squarciato da lampi sinistri: le più fosche previsioni cominciano ad avverarsi. L'Apocalisse è arrivata: mi auguro soltanto che, nel frattempo, abbiate trovato qualcosa da mettervi.

Commenti

  1. Parco tematico di che??? Quella è stata la prima sede italiana della prima Esposizione Internazionale del Lavoro! I Lanzichenecchi sono nuovamente calati tra noi. E li paghiamo pure!

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    1. mi spiace ma il borgo viene costruito come padiglione dimostrativo dell'architettura medioevale piemontese su progetto di D'Andrade ed era destinato, come gli altri padiglioni ad essere smantellato alla fine dell'Esposizione Generale Italiana del 1884. Nulla a che vedere con l'esposizione Internazionale dell'Industria e del lavoro del 1911. Dopo di che quello che sta facendo questa giunta è porcata le cui conseguenze si vedranno nei prossimi anni sul piano della cultura e nell'immediato sulla pelle delle delle 28 famiglie dei dipendenti licenziati.

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    2. per correttezza è satao fatto per l'esposizione internazionale del 1884 ed era già pensato come "parco a tema" per far vedere le origini medioevali dell'architettura piemontese

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  2. Ma i dipendenti alla biblioteca e al borgo dove verranno collocati? Con che garanzie?Contratto? etc etc

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  3. Sono proprio le scelte sbagliate della gestione Asproni e certe spese folli ad aver fatto affondare la Fondazione. Stipendi assurdi per certi livelli e fame per altri. E noi dipendenti affidati a sindacati inetti e a scoprire le magagne e l'apocalisse dai media e dal tuo blog

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