La trionfale risposta con la quale l'assessore Leon ha la bontà di informarci che chiude la Biblioteca della Gam. E ce n'è pure per i musei |
Siamo mica scemi, lo avevamo capito da mo'.
La novità è che finalmente lorsignori hanno trovato il coraggio per dirlo chiaro e tondo. L'ha detto oggi l'assessore Francesca Leon, rispondendo in Consiglio comunale a un'interpellanza di Carretta, Foglietta e Tisi (Pd).
Adesso dovrei mettermi lì a raccontare per l'ennesima volta la rava e la fava di una storia che dura da tre anni, segnata dalla protervia della politica che ha sempre fatto la straminchia che le pareva: come al solito ma in questo caso più che in altri.
Sentite: non ne ho proprio voglia.
Sono anche un po' schifato. E non entro neppure nel merito della questione. Non sto neppure a discutere se chiudere la Biblioteca d'arte della Gam sia un abominio o una figata. Mi infastidisce il modo. I silenzi e le omissioni. Il disprezzo e il fastidio verso chi pretende di essere informato su ciò che lorsignori combinano con la cosa pubblica.
Quindi, per farla breve, mi sono fotografato il foglio con la risposta all'interpellanza; risposta che Leon ha letto in Consiglio a velocità supersonica, quasi avesse paura che qualcuno tra il pubblico presente - quasi tutti studenti e docenti d'arte, incazzati il giusto -scoppiasse a ridere o le tirasse i cavolfiori marci.
Leggetevela voi, se vi va di addentrarvi in una serie di frasi ampollose, il consueto latinorum che la politica usa per mascherare la sua incompetenza.
Tradotte in lingua corrente, quelle frasi ripetono all'infinito la solita morale del potere: "Io sono io, e voi non siete un cazzo".
I paragrafi dall'1 al 3 riguardano la Biblioteca della Gam. Il quarto parla invece del futuro della sventurata Fondazione Torino Musei in termini se possibile ancor più fumosi: l'unico dato certo che emerge è che intendono rivedere lo Statuto per accorpare il Museo di Scienze e in prospettiva tutti gli altri musei scientifici. Questa storia ve l'ho raccontata tre mesi fa. Se lo facessero entro un tempo ragionevole, avrebbe il suo perché. Nel testo leonino, comunque, la buona intenzione è sommersa sotto un tal profluvio di "configurazioni organizzative adattabili" e "sistema forte, non competitivo e non gerarchico" da far cascare le palle a un santo.
Ma, tornando alla Biblioteca, ci sono due passaggi di questo illeggibile testo che voglio sottolineare.
Il primo è l'incipit: "Come noto", esordisce la Leon. Come noto stocazzo, penso io: ce lo stai dicendo adesso, prima sarà stato noto a te e a qualche tuo compagnuccio. A noi, i fessi che pagano l'intero baraccone, mica ci avevi detto niente: intuivamo, sospettavamo, temevamo. Molto trasparente, vero?
E' incredibile l'improntitudine: tacciono per mesi e mesi, senza degnarsi di rilasciare una dichiarazione univoca sulla vicenda, e adesso mi salta su questa, fresca come una rosa, e mi dice "come noto". Mamiprendipercretino? Ma come ti permetti? Io ti pago profumatamente e ti tengo lì a fare la splendida, e tu mi ricambi perculandomi? Diomiosantissimo, l'ingratitudine di certa gente è agghiacciante.
Il secondo passaggio notevole lo trovate all'inizio del terzo paragrafo: "Il trasferimento della Biblioteca d'Arte alla Nazionale è frutto di ampie consultazioni e approfondite riflessioni...". Ma riflettiti in 'sto specchio, riflettiti. E quando mai? Mi risultano più occasioni - e non una sola, come ha sostenuto oggi in Consiglio comunale la Leon - in cui l'assessore è stata invano invitata a incontri pubblici sull'argomento. Vorrei sapere dove e con chi ci sono state queste ampie consultazioni. A meno che non si riferisca ai loro soliti conciliaboli nelle segrete stanze.
Poi, al paragrafo 2, c'è la motivazione della chiusura. Davvero straordinaria: sbaraccano la Biblioteca per recuperare i locali e metterci gli uffici della Fondazione Musei. Così risparmiano sull'affitto. Beh, sguazziamo fra lungimiranti visioni e magnifiche prospettive, non c'è che dire. Quando poi descrivo una Fondazione Musei alla canna del gas, sono io che esagero, vero?
E naturalmente non può mancare la comica finale, laddove si parla della Biblioteca Nazionale come "la collocazione idonea per un primo accorpamento di questo patrimonio (ovvero i libri della Gam, NdG), collocazione che purtroppo, per difficoltà burocratiche, non sta procedendo secondo i tempi previsti".Oh sì. Purtroppo. Scopriamo così che era intenzione dell'amministrazione civica trasferire la Biblioteca della Gam alla Nazionale entro la fine di quest'anno. E quando aspettavano a dircelo?
Ma lorsignori sono rimasti prudenzialmente sul vago perché sanno di essere nel mirino della Legge di Murphy. Nel caso specifico, le "difficoltà burocratiche" consisterebbero nel fatto che alla Biblioteca Nazionale i libri della Gam non sanno dove cazzo sbatterli.
Straordinario. Groucho Marx non era nessuno.
Aggiornamento: La Biblioteca della Gam non vale mille euro al mese. Ma gli studenti scrivono a Chiarabella
Bonus track: post dopo post, la cronaca di un'agonia
Per ricostruire l'intera vicenda, e capire che non esagero se m'incazzo come un oritteropo stitico, potete rileggervi l'intera dolorosa storia dei ripetuti tentativi di ammazzare la Biblioteca della Gam, iniziati ai tempi del centrosinistra e portati avanti con ancor maggiore determinazione dal nuovo potere pentastellato.Noterete una differenza: in occasione della prima crisi della Biblioteca, nel 2015, con Patrizia Asproni presidente della Fondazione Musei e Maurizio Braccialarghe assessore alla Cultura, la vicenda venne ampiamente discussa, non soltanto sui media, ma anche in sede istituzionale, con aspri dibattiti. E badate che allora si trattava soltanto di una riduzione dell'orario della Biblioteca: ma la cosa parve grave.
Adesso, invece, sbaraccano senza tante storie. E nessuno banfa: se ne parla in Consiglio comunale, per la prima volta, quando ormai i giochi sono fatti.
Alla faccia del cazzo della trasparenza e delle scelte partecipate.
Vabbé, non mi devo incazzare.
Qui di seguito vi linko i principali post che ho dedicato, nel 2015 e nel 2017, a questa povera, disgraziatissima Biblioteca; e alle miserabili prevaricazioni del potere.
Biblioteche chiuse, gatti nerd e Bovary intellettuali (26 marzo 2015)
Biblioteca Gam: scoppia il merdone (28 marzo 2015)
Alla Gam il nostro futuro si incazza: toglieteci tutto ma non la biblioteca (3 aprile 2015)
Asproni convocata, sulla Gam Cassiani e Porcino ascoltano studenti e professori (21 aprile 2015)
Gam, gli studenti hanno un sospetto: mica ci prendono per i fondelli (4 giugno 2015)
BiblioGam, torna l'orario normale (4 settembre 2015)
Tempo di dismissioni, tocca alla Biblioteca della Gam (1 giugno 2017)
Dismissioni: i libri della Gam verso la Biblioteca Nazionale (8 giugno 2017)
Citizen journalism e Biblioteca della Gam: doppia cronaca di un incontro tempestoso (26 luglio 2017)
Biblioteca della Gam: Francesca non c'è, la dismissione sì (28 settembre 2017)
Biblioteca della Gam, una lettera esasperata (1 novembre 2017)
Commenti
Posta un commento