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SOLDI VIRTUALI E SOLDI REALI: ANNUNCI DI FINE ANNO

Scene di contabilità comunale: un esperto spiega come recuperare le somme necessarie per le attività culturali torinesi
Oggi è un buon giorno per pagare.
Arrivano, contemporaneamente, due ottime notizie. Il Comune annuncia di aver trovato, in un colpo solo, i 50 mila euro necessari per "salvare Lovers" (in realtà la faccenda è un po' più complessa...) e i tre milioni e 371 mila euro per "integrare" il contributo alla Fondazione Torino Musei.
Ok, le due cifre non si comparano. Ma si comparano le modalità dell'evento.

I salvatori della patria cinematografica

Cominciamo dai soldi "per Lovers"Riassumo per chi si è perso qualche puntata. Si scopre che al Museo del Cinema mancano 500 mila euro per chiudere il bilancio preventivo 2018. Trecentomila si recuperano alzando il prezzo del biglietto d'ingresso alla Mole, e per i duecentomila restanti la Regione si offre di metterne - in via del tutto eccezionale - 50 mila, invitando gli altri soci - Comune, Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo - a fare altrettanto. Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt aderiscono. Il Comune nicchia. Nicchia nel solito modo: non dicendo niente. Muti e rassegnati. Intanto la presidente del Museo, Laura Milani, fa capire che, se i soldi non si trovano, sarà costretta a ridurre le attività: ad esempio, accorpare Lovers al Tff, se non addirittura chiuderlo. Si scatena una campagna di sostegno a Lovers. Gli assessori Giusta e Leon vengono rudemente strattonati finché, dopo anfanamenti vari, oggi annunciano al colto e all'inclita che hanno trovato i famosi 50 mila euro. La Leon rilascia una trillante e trionfante intervista alla Stampa dalla quale si deduce che lei, e nessun altro, ha salvato Lovers. Il titolo in prima pagina è: "Il Comune: Così abbiamo salvato Lovers dalla chiusura". Ma mi faccia il piacere...
Per non essere da meno, anche l'assessore Giusta rilascia intanto trillanti dichiarazioni all'Ansa.
Sono felice che abbia vinto il buonsenso: lasciar morire Lovers per risparmiare 50 mila euro sarebbe lo zenit dell'idiozia. Soltanto mi infastidisce leggermente 'sto atteggiamento da vantoni. Hanno trovato 50 mila euro, ok. Quindi fanno esattamente ciò che, senza tirarsela da fenomeni, fanno le due Fondazioni bancarie e la Regione. Detto questo, bravi Giusta e Leon. Apprezzo l'impegno. E vigilate affinché i soldi, oltre che prometterli, li caccino davvero. Perché in 'sta città tutti cianciano, e pochi pagano. E, a voler essere pignoli, non sono riuscito a trovare traccia di quei 50 mila euro in nessuna delibera.

Fondazione Musei: il Comune paga quel che ha promesso

E veniamo alla Fondazione Torino Musei: questa mattina la Giunta comunale delibera quella che un trionfalistico comunicato stampa definisce "un’integrazione del finanziamento per il 2017 di tre milioni 371 mila euro che si aggiungono all'acconto di un milione 875 mila euro pagato lo scorso 17 ottobre".
Benissimo, ma per favore cerchiamo di capire. In realtà, da ciò che mi è dato di afferrare, i tre milioni e 371 mila euro deliberati non "integrano" nel senso che di essere aggiuntivi: rappresentano in realtà null'altro che i 3.275.000 euro stanziati in conto capitale nel bilancio previsionale 2017 a favore della Fondazione. La delibera di oggi significa che il Comune si impegna a pagarli, quei soldi: al momento non dice come e dove. E, com'è noto, i fondi in conto capitale non sono presenti in cassa, e devono essere per l'appunto trovati. Entro la fine dell'anno.

Il bilancio di previsione del 2017 ha tagliato violentemente il finanziamento alla Fondazione Torino Musei, passando da 6.800.000 nel 2016 (di cui soltanto 300 mila in conto capitale) ai 4.950.000 preventivati per il 2017, di cui soltanto 1.675.000 in spesa corrente, cioé disponibili in cassa. In seguito, a luglio, quella cifra è stata integrata con un ulteriore stanziamento di 200 mila euro. Arriviamo dunque a un finanziamento totale di 5.150.000 euro fissato dal Comune per il 2017.
Ora guardate un po' le somme: il 17 ottobre il Comune eroga alla Fondazione Musei 1.875.000 euro; e oggi c'è la delibera di giunta che s'impegna a pagarne altri 3.371.000. Totale: 5.246.000 euro. In pratica, oggi il Comune ha confermato che pagherà quanto promesso. Più 96 mila euro, che non so da dove saltino fuori, ma sono comunque benvenuti.
La cosa entusiasma la Leon. Ecco la sua dichiarazione: “Il sostegno economico deliberato questa mattina è volto a valorizzare l’attività di interesse generale svolta dalla Fondazione Torino Musei nell’ambito delle attività di divulgazione culturale, di valorizzazione e di promozione del patrimonio museale torinese”. Trovo stravagante vantarsi di aver fatto qualcosa di dovuto. Ma tant'è, purché nessuno domani venga fuori a dire che la Fondazione Musei riceverà tre milioni e rotti in più: riceverà esattamente quanto previsto per il 2017, 
e cioé 5.246.000 euro anziché i 6.800.000 dell'anno passato, ovvero 1.850.000 euro in meno rispetto al 2016. Anzi, 1.850.000 più 96 mila,. A meno che saltino fuori altri soldi, di cui al momento non ho contezza.

Aspettando il bilancio (del 2016...)

Ma questi sono dettagli. Basta che i denari ci siano davvero. Non sarebbe la prima volta che all'ultimo minuto arriva un sindaco che dice "sai che c'è? In cassa non abbiamo un centesimo, però vi diamo un alloggetto da vendere". E' capitato con Fassino, e le cattive idee non vanno mai fuori moda.
Per cui mi domando se la delibera di giunta sarà sufficiente a convincere Maurizio Cibrario, il presidente della Fondazione Torino Musei che
finora non ha firmato il bilancio d'esercizio del 2016, in mancanza di garanzie sull'effettiva erogazione dei fondi e dunque della "continuità aziendale" della Fondazione nel 2017.
Senza quelle garanzie, Cibrario ha un'ottima ragione per non firmare: se firma, e poi si scopre che i soldi non ci sono, è falso in bilancio, e lui finisce al gabbio. 

Non me lo vedo, Cibrario che va in buiosa per i begli occhi di Chiarabella. E pare che l'abbia detto papale papale, alla Chiaretta, che a lui le promesse non bastano, vuole nero su bianco. Sapete com'è il proverbio? Carta canta, villan dorme, e Cibrario sta tranquillo. Vedremo se la carta di una delibera di giunta basterà a tranquillizzarlo.

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