La risposta di Francesca Leon all'interpellanza sul destino del Museo della Resistenza |
Le righe finali della risposta di Francesca Leon: in cauda genialatam |
Non ce la posso fare, a scriverne in dettaglio. Anche in questo caso, ho fotografato la risposta della Leon - pure questa recitata in Consiglio a a velocità supersonica, così da togliersi lestamente il fastidio - e se proprio ci tenete ve la leggete voi: io ne ho le tasche piene.
E guardate: non è la cosa in sé che mi disturba. Accorpare realtà affini, e pure vicine fisicamente, come il Polo del 900 e il Museo della Resistenza. può benissimo avere un senso. In fondo, lo stesso senso che ha portato a riunire nel Polo tanti istituti culturali e storici che da soli stentavano a sopravvivere. Ma mi disturba la vaghezza. Quel vago profumo di gioco al ribasso. O magari sono io che non ci arrivo. Magari è un progetto lucido e articolato. E che vi devo dire? Andate, fate. Tanto ci sarà sempre, lo sapete. Con quel che segue.
Una delibera per sperare
Desidero soltanto sottolineare la premessa: Leon nella sua risposta esordisce dichiarando che il 25 ottobre la giunta comunale ha "previsto l'erogazione di 70 mila euro a favore del Museo Diffuso" con una "bozza di deliberazione" che, beninteso, "è ancora al vaglio degli uffici finanziari". Insomma: vedremo, tu aspetta e spera. Mi corre purtroppo l'obbligo di segnalare che tale somma di 70 mila euro non è una largizione liberale, una generosa "erogazione" volontaria. E' una quota associativa, e in quanto tale dovuta: perché il Comune è uno dei soci fondatori del Museo della Resistenza. L'altro è la Regione, che quest'anno ha alzato la sua quota da 60 a 75 mila euro.Nel bilancio preventivo 2017, tuttavia, l'amministrazione comunale non stanziava neppure un centesimo per il Museo. Neanche per il Polo del 900, se è solo per questo: però precisava che al Polo del 900 gli paga 190 mila euro di bollette.
Polo del 900 e Museo della Resistenza: chi paga?
E qui occorre aprire una digressione sulle finanze del Polo del 900.Quando venne costituito, nel 2016, l'accordo fra Comune e Regione fu che per mantenerlo ciascuno dei due enti versasse 300 mila euro all'anno, in aggiunta al cospicuo contributo della Compagnia di San Paolo che - a quanto risulta dal bilancio, che potete leggere qui - nel 2016 è stato di 437.562 euro. Nel 2016 la Regione versò - da bilancio - 200 mila euro, e il Comune 190 mila (le famose bollette). Poiché il Polo è nato nell'aprile 2106, i conti per quell'anno tornavano (o quasi): duecentomila euro sono per l'appunto i due terzi di trecentomila, e coprono i due terzi del 2016, da aprile a dicembre. Peccato che per il 2017 la Regione abbia stanziato i trecentomila pattuiti, mentre il Comune è rimasto ai 190 mila delle bollette e non sembra intenzionato a integrarli. Né nutrirei soverchie illusioni sul 2018.
Che cosa preoccupa il Polo
Ecco spiegato perché il progetto di accorpare il Museo della Resistenza al Polo del 900 preoccupa soprattutto il Polo del 900. E pure la Regione. Non perché sia di per sé assurdo. Anzi: l'integrazione ci sta, e può portare dei vantaggi, a cominciare dalle immancabili "economie di scala". Ma durante l'ultimo Consiglio d'amministrazione è emerso il timore dei vertici del Polo (e direi pure della Regione) che l'operazione si risolva in un aggravio per le casse del Polo.In altre parole, secondo i timorosi malpensanti, la machiavellica funzionerebbe così: io, Comune, già do a te, Polo, meno di quanto dovrei; e adesso ti appioppo pure il Museo della Resistenza, che oggi mi costa 70 mila euro all'anno; ma non dico da nessuna parte che ti aumenterò il contributo; e anzi specifico (andatevi a leggere le ultime righe della risposta di Maiunagioia) che se farete i bravi e metterete in pratica l'auspicata "ipotesi riorganizzativa legata all'idea di favorire un processo di attualizzazione dei contenuti per consentire una maggiore possibilità di dialogo con le giovani generazioni e le nuove cittadinanze" (diomio come parla e scrive male, questa gente!), beh, allora, forse ma forse, avrete un premietto: il Comune - beninteso "dopo una opportuna e attenta verifica", non sia mai che gli scappi la mano! - potrebbe (mi raccomando: "potrebbe". NdG) garantire le risorse che sono attualmente destinate (e dovute, aggiungerei, in quanto quote associative: si riferisce all'imponente somma di 70 mila euro. NdG) all'Associazione Museo Diffuso".
Volete la traduzione? Pronti. In sostanza, nella sua risposta la vispa Leon ci dice quanto segue: Ragazzi cari ragazzi belli, quest'anno, visto che c'erano dei rompini - tipo il direttore e il presidente del Museo - che protestavano e scrivevano lettere disperate chiedendo lumi e soldi, abbiamo fatto il bel gesto di promettere 70 mila euro, ovvero la cifra che il Comune erogava al Museo della Resistenza gli anni scorsi, e che si era "dimenticato" per il 2017. Però decideranno gli uffici finanziari se pagare o no: a pagare e a morire c'è sempre tempo. Ad ogni buon conto, per non ritrovarci 'natavota alle prese con queste miserie, sapete che c'è? Noi accorpiamo. Più accorpamenti, meno questuanti che rompono i maroni.
Per dirla in politichese: "L'integrazione del Museo nel Polo, grazie alla possibilità di evitare duplicazioni di ruolo e di realizzare economie di scala, si configura come un contributo alla sostenibilità economica delle due entità".
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