Chi l'ha visto? "Il martirio di Sant'Orsola" di Caravaggio. Doveva venire a Torino, e invece è finito a Milano. Tanto per cambiare |
Immagino che avrete sentito parlare della mostra "L'ultimo Caravaggio" organizzata a Milano - in concomitanza con la mega esposizione "Dentro Caravaggio" - da Intesa San Paolo nel suo museo di piazza Scala e incentrata sullo straordinario dipinto "Il martirio di Sant'Orsola" conservato a Palazzo Zevallos di Napoli. Quel dipinto, guarda un po', sarebbe dovuto venire un anno fa a Torino, a Palazzo Madama, come contropartita del prestito a Palazzo Zevallos del "Ritratto" di Antonello da Messina.
Cavolo, mi era passato di mente. Eppure all'epoca ne scrissi parecchio: a cavallo fra il 2015 e il 2016, durante le feste natalizie, Palazzo Madama si privò del suo capolavoro ricevendo in cambio, sul momento, soltanto tre dipinti del Seicento napoletano, per nulla memorabili. A me parve una solenne fregatura, per cui diedi il tormento all'allora presidente della Fondazione Musei, Patriziona Asproni: e lei mi garantì che la contropartita vera era soltanto rinviata, e "Il martirio di Sant'Orsola" sarebbe stato esposto a Palazzo Madama per il Natale del 2016. Ovviamente non posso giurare che dicesse la verità: però quello mi aveva detto, quello avevo scritto, quello pareva deciso. Poi è andata com'è andata: Chiarabella ha tenuto fede a un suo impegno elettorale (questo va riconosciuto) ed è riuscita a liberarsi di Patriziona. Nel successivo casino generale nessuno si è preso la briga di occuparsi di Caravaggio. Morale: "Il martirio di Sant'Orsola" se lo sono beccati i milanesi. Come la mostra di Manet. E noi, in quanto a Caravaggio, ci siamo accontentati degli spettacolini di son et lumière.
Né mi consola il Bronzino in mostra al grattacielo di Intesa San Paolo fino a pochi giorni fa, dove è stato visto da 12 mila visitatori: intanto, essendo esposto lì, non ha recato alcun beneficio ai musei civici, nel caso specifico a Palazzo Madama che ha mestamente chiuso il 2017 con una perdita di oltre 80 mila visitatori rispetto al 2016. E soprattutto, diciamocelo onestamente, Bronzino non è Caravaggio. Ma neanche un po'. Neanche dipinto.
L'altro impegno elettorale mantenuto è stato quello di ridurre le code ai musei, purtroppo.
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