Stefano Bollani suona in piazzetta Reale il 12 luglio |
Il primo comunicato riguarda la seconda edizione di Torino Estate Reale, rassegna d'arte varia ospitata in piazzetta Reale dal 27 giugno al 15 luglio con la quale il Comune si ripropone di offrire "un delicato puzzle di iniziative che permetterà ai cittadini residenti e ai turisti che si troveranno nella nostra città di godere di uno dei momenti più piacevoli dell’estate torinese". Parole di Francesca Leon. E Chiarabella ci tiene ad aggiungere che "il pubblico sarà ospitato in una fastosa e inconsueta sala teatrale, in un contesto prezioso e raccolto e al tempo stesso, accessibile a tutti”. Calma lusso e voluttà, insomma. Ma a prezzi popolari, visto che i biglietti costano 12 euro per la platea e 10 per le gradinate.
Già che parliamo di vil danaro, aggiungo che il delicato puzzle costa 800 mila euro. Sono duecentomila in più rispetto all'anno passato. Però "interamente coperti dagli sponsor e dalla biglietteria", si affrettano a precisare dal municipio. Concorso speciale: indovinate quali sono i main sponsor, quelli che cacciano la grana grossa. Massì che l'avete azzeccata! Sono Intesa San Paolo e Iren.
Ok, ragazzi. Sono pure un po' stufo di ripeterlo: è perfetto così, dato che non pago io, però 'sta storia di quanto siete bravi a trovare gli sponsor ormai mi fa venire la pecolla. Voi non trovate gli sponsor. Ci sono due realtà, Iren che è un'azienda partecipata del Comune, e Intesa San Paolo che è una banca, le quali per motivi loro vi sovvenzionano - o l'una, o l'altra, o tutte e due insieme - qualsiasi progetto, genialata o minchiata che sia: dal Salone del Libro al Torino Jazz Festival, dai droni di San Giovanni al Todays Festival, da MiTo a Luci d'artista al Capodanno triste.
L'Iren, vabbé, si capisce, appartiene per buona parte al Comune e se il sindaco chiede l'Iren dà: sotto Fassino dava i soldi - poni - per la classica in piazza, ma se Appendino vuol segnare il cambiamento e anziché la classica in piazza pretende l'arte varia in piazzetta, va benissimo lo stesso, Franza o Spagna purché se paga. La parte comica è che quando Iren pagava per le ideone di Fassino, Chiarabella s'incazzava; adesso l'incazzo le è passato.
In realtà, mi dicono sempre dal Comune, "sono scelte aziendali che spettano a Iren". Certo, come no. Colgo tuttavia l'occasione per segnalare al signor Iren che io, in qualità di suo cliente, sarei disposto a rinunciare a qualcosa, ad esempio al Capodanno triste, in cambio di uno sconto sulla bolletta della luce.
In realtà, mi dicono sempre dal Comune, "sono scelte aziendali che spettano a Iren". Certo, come no. Colgo tuttavia l'occasione per segnalare al signor Iren che io, in qualità di suo cliente, sarei disposto a rinunciare a qualcosa, ad esempio al Capodanno triste, in cambio di uno sconto sulla bolletta della luce.
Beh, al Capodanno triste rinuncio anche se non mi fanno lo sconto.
Quanto a Intesa, che dire? Grazie grazie grazie, è stupendo vedere una banca che con tanta generosità soccorre ogni esigenza culturale e d'intrattenimento dei torinesi. Una banca, dico. Non una fondazione bancaria, che ha come fine istituzionale il sostegno del territorio; bensì una banca vera, il cui scopo istituzionale è il profitto. La più grande banca italiana paga il conto grosso della cultura a Torino: beh, ragazzi, è qualcosa da togliere il fiato. A me un po' lo toglie.
A questi due immancabili mecenati, Intesa e Iren, s'affiancano talora altri sponsor "minori", che contribuiscono con un po' di soldi, o servizi: nel caso di Torino Estate Reale gli uffici comunali mi elencano Crai, Alfa Romeo e Relais San Maurizio. Però ammettono che il grosso del valsente arriva da Intesa e Iren.
Ma insomma: pecunia non olet, e il programma di Torino Estate Reale è un onesto programma di spettacoli estivi, senza particolari sorprese, ma pure senza eccessive cadute. Classica, balletto, pop, danza hip hop, perfino un galà della magia con non meglio specificati "grandi artisti di fama mondiale". Ciascuno sceglierà secondo i suoi gusti: io mi prendo Dulce Puentes il 1° luglio, il riallestimento di "Bella ciao" con Riccardo Tesi, Elena Ledda, Alessio Lega e altri bravi davvero il 4, l'omaggio a Dalla di Gaetano Curreri e Paolo Fresu il 5, Stefano Bollani il 12 e Rocco Papaleo il 14. Eviterò assolutamente di affacciarmi in piazzetta il 6 luglio.
Quanto a Intesa, che dire? Grazie grazie grazie, è stupendo vedere una banca che con tanta generosità soccorre ogni esigenza culturale e d'intrattenimento dei torinesi. Una banca, dico. Non una fondazione bancaria, che ha come fine istituzionale il sostegno del territorio; bensì una banca vera, il cui scopo istituzionale è il profitto. La più grande banca italiana paga il conto grosso della cultura a Torino: beh, ragazzi, è qualcosa da togliere il fiato. A me un po' lo toglie.
A questi due immancabili mecenati, Intesa e Iren, s'affiancano talora altri sponsor "minori", che contribuiscono con un po' di soldi, o servizi: nel caso di Torino Estate Reale gli uffici comunali mi elencano Crai, Alfa Romeo e Relais San Maurizio. Però ammettono che il grosso del valsente arriva da Intesa e Iren.
Ma insomma: pecunia non olet, e il programma di Torino Estate Reale è un onesto programma di spettacoli estivi, senza particolari sorprese, ma pure senza eccessive cadute. Classica, balletto, pop, danza hip hop, perfino un galà della magia con non meglio specificati "grandi artisti di fama mondiale". Ciascuno sceglierà secondo i suoi gusti: io mi prendo Dulce Puentes il 1° luglio, il riallestimento di "Bella ciao" con Riccardo Tesi, Elena Ledda, Alessio Lega e altri bravi davvero il 4, l'omaggio a Dalla di Gaetano Curreri e Paolo Fresu il 5, Stefano Bollani il 12 e Rocco Papaleo il 14. Eviterò assolutamente di affacciarmi in piazzetta il 6 luglio.
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