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CULTURA, TORINESI SODDISFATTI? MERITO DELL'ASSESSORE SUPPLENTE

Il "sentiment" dei torinesi sulle attività culturali: un 27% le giudica migliorate, e un altro 27% peggiorate. I soddisfatti sono comunque oltre la metà
In questi giorni il Corriere pubblica un sondaggio Ipsos su ciò che pensano i torinesi del lavoro dell'amministrazione Appendino, dopo due anni di governo. Ieri sono apparsi i primi dati. Alla domanda se ritengano che negli ultimi due le attività culturali siano migliorate o peggiorate, il 27 per cento dei torinesi intervistati risponde che sono migliorate; esattamente la stessa percentuale, sempre il 27 per cento, risponde che sono peggiorate; il 25 per cento dice che sono positive come prima; il 12 per cento che sono negative come prima; e il 9 per cento non dà nessun giudizio. 
Sommando il 27% "migliorate" al 25% "positive come prima" abbiamo quindi un 52% di torinesi soddisfatti delle attività culturali dopo i primi due anni di Chiarabella. E' un risultato consolante per la giunta se lo confrontiamo con gli altri settori esaminati dal sondaggio (decoro urbano, trasporto pubblico, traffico, sicurezza, immigrazione): lì, l'opinione che le cose sono peggiorate oscilla tra il 42 e il 52 per cento degli intervistati, mentre coloro che le giudicano "negative come prima" vanno dal 16 al 26 per cento.

Questione di punti di vista

Da quando esistono, i sondaggi servono a dar ragione a chi li legge. Ciascuno li interpreta come gli dettano il cuore, l'interesse, e le inclinazioni personali. Il bicchiere è sempre mezzo pieno per l'ottimista, e mezzo vuoto per il pessimista. Quindi siete liberi di decidere se conti di più quel 27 per cento di torinesi che ritiene che a Torino le attività culturali sono migliorate, oppure l'altro 27 per cento che le considera peggiorate. Per non dire di quel 12 per cento dei torinesi  che considera le politiche di Filura e Chiarabella parimenti nocive.
Un Politico serio, un pubblico amministratore attento al benessere dei cittadini, più che bullarsi di un 27 per cento di entusiasti, o del totale di 52 su cento che non si lamentano, si preoccuperebbe del 27 per cento di scontenti assoluti, e magari dell'insieme di 39 cittadini su cento convinti, a torto o a ragione, che l'amministrazione non stia facendo la cosa giusta; e si domanderebbe, con doverosa umiltà, come migliorare, come venire incontro anche alle aspettative di quei 39; dato che anche quei 39 egli rappresenta, anche da essi viene pagato, anche nei loro confronti ha grandi responsabilità.
Ma da tempo immemore i Politici scarseggiano, e dobbiamo accontentarci della sbobba bimbaminkia che ci passa il convento. 
Quindi è normale che, se tu sei l'assessore alla Cultura della Città di Torino, ti esalti per il 27 per cento che dice che stai facendo meglio di prima, e per il 52% totale di soddisfatti; e trascuri il 27 per cento che dice stai facendo peggio, e il complessivo 39 per cento di insoddisfatti. Forse non è nobile, ma certo è umano: "A man hears what he wants to hear / and disregards the rest" (Simon & Garfunkel, The Boxer).

Un post traboccante giubulo 

Giovara si compiace a mezzo Facebook...
E dunque non dovrebbe sorprendere questo giubilante post su Facebook: "Qualcuno si era sbagliato: secondo i Torinesi, le attività culturali a Torino, negli ultimi due anni sono migliorate. Tutto questo nonostante la campagna mediatica e politica che martella da due anni con il messaggio contrario. Occupandomi da due anni di questo tema, sono felice di avere fatto del mio meglio per aver contribuito a questo risultato. Se le forze non mi abbandonano (e spesso vacillo) cercherò di proseguire su questa strada. Ringrazio i pochi amici e tutti i colleghi di maggioranza che hanno avuto fiducia nel mio lavoro in questi mesi. Ringrazio soprattutto, per l'enorme sforzo portato avanti in un mare in perenne tempesta:  Gianni Limone, Francesca Leon, Giovanna Solimando, Chiara Appendino, Barbara Bertin, Roberto Guenno, Pierluigi Dilengite, Franco Travaglio, Lorenzo Armando, Francesca Frediani, Alberto Airola, Domenico De Gaetano, e tutti quelli che ora non riesco a elencare".
... e Leon diligentemente condivide
A parte certi toni risentiti e/o sbruffoni (che evidenzio in neretto per comodità del lettore), ci sta che un assessore alla Cultura manifesti vibrante soddisfazione in base alla propria valutazione dei dati. Semmai, chi non sa come vanno le cose a Torino potrà stupirsi nell'apprendere che l'autore del succitato giubilante post su Fb non è (non ancora, non ufficialmente) l'assessore alla Cultura della Città di Torino. E' il consigliere comunale M5S Massimo Giovara.

Chi è il "vero assessore"?

Ufficialmente l'assessore alla Cultura della Città di Torino risulta ancora essere Francesca Leon, a meno che qui al mare mi sia sfuggita la notizia del suo ritorno all'assessorato alle Fontane.
La (presumo ancora) assessore alla Cultura Leon si limita, su Fb, a condividere diligentemente il post di Giovara. Il quale, bontà sua, si degna di citarla insieme a una folla di altri sodali che si sono prodotti nell'enorme sforzo.
D'altronde Giovara non millanta un ruolo che non gli appartiene: ha anzi pieno titolo per rivendicare a mezzo Facebook un risultato che egli è convinto sia positivo e del quale è comunque in larga misura responsabile. Lui fa l'assessore alla Cultura supplente almeno da quando è caduto Paolo Giordana, è al fianco della Leon nelle occasioni ufficiali, detta l'agenda: e il suo ruolo è sempre più evidente, spesso dichiarato - talora con buoni risultati, come nel caso del Torino Jazz Festival - e ancor più spesso intuibile, tipo la vicenda del Regio.
Se non ha il diritto lui, di prendersi gli eventuali i meriti, chi altri?
Si dice che presto o tardi (anzi, presto e basta) Giovara toglierà il cadreghino a Leon. Tale eventualità è ufficialmente negata dai diretti interessati. Ma a giudicare da questo post e da altri segnali il passaggio di consegne è nell'aria. O forse è già avvenuto tanto tempo fa: direttamente da Giordana a Giovara. 

Aggiornamento: "Cultura e consenso: Fassino vinceva, ma solo nei sondaggi"

Commenti

  1. Comunque c'è da notare che il 52% dei Torinesi che hanno dato una risposta positiva non corrisponde necessariamente alla percentuale dei Torinesi soddisfatti della cultura a Torino. Quella percentuale può essere maggiore o minore.

    Io ad esempio sarei stato uno che avrebbe risposto che negli ultimi due anni le politiche culturali sono peggiorate. Però, se mi avessero chiesto un giudizio globale sulla qualità dell'offerta torinese, avrei comunque dato una risposta ancora ampiamente positiva, nonostante il peggioramento. Parimenti chi ha votato per un miglioramento potrebbe anche non considerare ancora sufficiente l'offerta culturale della città (anche se personalmente lo trovo più difficile, ma è una mia impressione).

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