Passa ai contenuti principali

SEEYOUSOUND: LE RADICI ANTICHE DI UN FESTIVAL CHE GUARDA AL FUTURO

Tra le conseguenze delle giornatacce c'è pure la stanchezza che mi impedisce di scrivere un post altrimenti necessario: quello dedicato a Seeyousound, il festival presentato ieri e che s'inizia il 25 gennaio. Quindi mi salvo in corner ricopiando qui il testo che gentilmente quelli di Seeyousound mi hanno chiesto per il catalogo del loro festival. Non è un granché, ma dice esattamente ciò che penso di Seeyousound.

Cinque edizioni sono di per sé un traguardo. Ma l'importante è come ci si arriva. Seeyousound ci arriva nel migliore dei modi. E' cresciuto senza rinnegare nulla dello spirito originario: l'indipendenza, la curiosità, l'apertura mentale. E' un festival necessario: non calato dall'alto ma immaginato come risposta vera alle aspettative di un pubblico vero. Simile, nella genesi e nelle motivazioni, al primo Cinema Giovani di quasi quarant'anni fa. E mi è subito piaciuto, fin dall'esordio minimale nella forma, ambizioso nelle prospettive.
Seeyousound ha dimostrato, nei suoi primi cinque anni, alcune cose importanti e non scontate. Ad esempio, che le idee valgono più del denaro. E che un festival è un organismo vivente, e per vivere deve sapersi adattare, deve pensare in grande, deve offrirsi delle opportunità. E difatti ha saputo guardare oltre Torino, perché l'idea che è alla base di Seeyousound è un'idea che vale ovunque, un'idea - come si dice - "esportabile". Un festival torinese che conquista altre città è l'esatto contrario dell'eterna geremiade sabauda del "ci portano via tutto": è un sintomo di forza, è l'affermazione di un progetto che funziona.
E in effetti il progetto funziona. Funziona nei contenuti - musica e cinema è un'accoppiata perfetta, e dunque vincente. E funziona nella struttura - agile, informale, adattabile.
Ma nessuno dei pur eccellenti meriti di Seeyousound che ho qui elencato giustificherebbe da solo l'affetto speciale che nutro per questo festival. La verità è che, fin dalla prima edizione, Seeyousound mi ha commosso. Mi ha commosso perché mi è sembrato di assistere a un passaggio di testimone: un'altra generazione di appassionati di cinema che si affermava sulla scena torinese con una proposta diversa eppure consequenziale alla storia che ho visto nascere tanti anni fa, con la prima stagione dei festival torinesi. Di quella ormai remota stagione, Seeyousound è una discendenza da padre a figlio, un'eredità condivisa, un cammino da proseguire. E perciò gli voglio bene.

Commenti

Post popolari in questo blog

CIAO SERGIO

Sergio Ricciardone non c'è più. Se n'è andato così, ad appena 53 anni, dopo breve malattia. Venticinque anni fa, insieme con i colleghi deejay Giorgio Valletta e Roberto Spallacci, aveva fondato l'associazione X-Plosiva e inventato Club to Club. Il resto è storia. La storia di una piccola serata itinerante nei club torinesi che man mano cresce, evolve, cambia pelle, fino a diventare C2C, uno dei più importanti festival musicali d'Europa e del mondo . Sergio, che di C2C era il direttore artistico, era un mio amico. Ma era molto di più per questa città: un genio, un visionario, un innovatore, un pioniere. E un innamorato di Torino, che spesso non l'ha compreso abbastanza e ancor meno lo ha ricambiato. Un'altra bella persona che perdiamo in questo 2025 cominciato malissimo: Ricciardone dopo Gaetano Renda e Luca Beatrice. Uomini che a Torino hanno dato tanto, e tanto ancora potevano dare.   Scusatemi, ma adesso proprio non me la sento di scrivere altro.

ADDIO, LUCA

Luca Beatrice ci ha lasciati all'improvviso, tradito dal cuore all'età di 63 anni. Era stato ricoverato lunedì mattina alle Molinette in terapia intensiva. Non sto a dirvi quale sia il mio dolore. Con Luca ho condiviso un lungo tratto di strada, da quando ci presentarono - ricordo, erano gli anni Novanta, una sera alla Lutèce di piazza Carlina - e gli proposi di entrare nella squadra di TorinoSette. Non me la sento di aggiungere altro: Luca lo saluto con l'articolo che uscirà domani sul Corriere . È difficile scriverlo, dire addio a un amico è sempre triste, figuratevi cos'è farlo davanti a un pubblico di lettori. Ma glielo devo, e spero che ne venga fuori un pezzo di quelli che a lui piacevano, e mi telefonava per dirmelo. Ma domani la telefonata non arriverà comunque, e pensarlo mi strazia. Ciao, Luca. Funerale sabato 25 alle 11,30 in Duomo.

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz...