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IL PAPOCCHIO DEI MANIFESTI: ANCHE STAVOLTA NON SE NE ESCE

Povera Francesca. Non si risolve il papocchio delle affissioni
Stamane la Commissione cultura ha esaminato, e inviato all'approvazione del Consiglio comunale, una "modifica al Regolamento comunale sulle affissioni n. 148" che, detta così, pare una banale incombenza burocratica; e invece avrebbe consentito alla povera Francesca Leon di onorare un remoto impegno d'onore. 
Presto e bene, si sa, di rado avviene: e da qualche tempo a Torino non sempre avviene bene, e spesso non avviene mai. Difatti oggi pomeriggio in Consiglio la modifica al regolamento non è stata votata: la maggioranza cinquestelle, per bocca del consigliere Giacosa, ha chiesto e ottenuto un rinvio per "approfondimenti".
Adesso vi spiego. La tragicomica vicenda s'inizia il 30 marzo 2017 quando nostri baldi zuavi della maggioranza comunale, infervorati nella loro diuturna lotta contro il vil profitto, eliminano con voto unanime lo sconto del 50 per cento sulle affissioni che veniva in precedenza riconosciuto alle iniziative fieristiche patrocinate dal Comune, qualora i manifesti pubblicizzino eventi "di natura commerciale". 
A ottobre dello stesso anno si scopre però che così modificato l'articolo 6 comma 1 lettera c del Regolamento numero 148 obbliga al pagamento integrale della tassa sulle affissioni anche le fiere d'arte "alternative" che fioriscono nella settimana di Artissima: tipo Paratissima, The Others, Flashback, Flat. Sono iniziative private che stanno in piedi con quattro soldi, ma hanno il grave difetto, agli occhi dei saggi legislatori puri e duri, di esporre opere d'arte in vendita. Come tutte le fiere d'arte nel mondo intero, peraltro. 
Quando apprendono di dover pagare la tariffa intera, gli organizzatori di quelle fiere alternative si sentono presi per il culo, tanto più che il Comune dà il patrocinio, si vanta delle tante iniziative che "impreziosiscono la settimana dell'arte contemporanea", se la tira da fighissimo senza smollare un euro, e per buona misura s'intasca pure la tariffa intera sulle affissioni. 
Insomma, quelli delle fiere d'arte s'incazzano anzichenò: ma intanto rinunciano ai manifesti o pagano fino all'ultimo centesimo, mentre un'imbarazzatissima Leon cade dal pero e promette di "risolvere il disguido" entro pochi giorni, riportando in vita l'agevolazione
Il papocchio, e l'ammuina che segue, è riassunto in questo post.
Da quell'ottobre 2017, i "pochi giorni" sono diventati un anno e mezzo, nel corso dei quali le fiere d'arte hanno continuato a pagare tutto e subito. Ma ieri mattina, finalmente, Francesca era raggiante quando l'ho incontrata e mi ha confermato che la modifica (meglio: la ri-modifica) era passata in Commissione e che si sarebbe ripristinato il sospirato sconto per le manifestazioni che "verranno individuate dalla giunta" come meritevoli; tra le quali, spero ben, non mancherebbero le fiere d'arte alternative.
Poche ore dopo, in Sala Rossa, le speranze di Maiunagioia si arenavano davanti ai dubbi della maggioranza. Pare che le riserve riguardino i circhi: i cinquestelle paventano che l'agevolazione possa favorire anche quelli che sfruttano gli animali. Fatto sta che il provvedimento è "sospeso in aula" e verrà ridiscusso in data da destinarsi. 

Commenti

  1. salviamo questa povera donna consentendo e agevolando il suo reinserimento nele mercato del lavoro (anche non quello precedente). Per il suo onore o quel che ne rimane

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