La fretta è cattiva consigliera. L'altro ieri ho scritto di fretta il post sull'espansione regionale del Torino Jazz Festival: ho sottolineato ancora una volta l'assoluta egemonia sul Tjf del Consorzio Piemonte Jazz, ma ho anche riconosciuto che nella programmazione della nuova rassegna "Anteprima Tjf Piemonte" sono state coinvolte le altre realtà significative che promuovono il jazz nel resto della regione, alcune delle quali peraltro non aderiscono al Consorzio.
Accecato dalla maledetta fretta, non ho fatto però caso a una singolare - e aggiungerei pesante - assenza: nel cartellone di "Anteprima Tjf Piemonte" non compare in nessun modo Ivrea.
Non è un'esclusione banale.
A Ivrea il 27 marzo si apre infatti l'Open Papyrus Jazz Festival, organizzato dall'associazione musicale eporediese Music Studio, e discendente in linea retta del glorioso EuroJazz Festival, fondato nel 1978 e portato a fasti altissimi negli anni Ottanta dal grande Sergio Ramella: allora ci suonavano Chet Baker, Mc Coy Tyner, Pharoah Sanders, Stephane Grappelli, Michel Petrucciani... Avete presente? Ecco. Ed sarebbe buffo se quelli del Consorzio Piemonte Jazz non si ricordassero dell'Eurojazz, visto e considerato a quei tempi tre membri dell'attuale direttivo del Consorzio ci suonarono. Il quarto membro del direttivo no: è un avvocato.
Il concerto di Valenza è organizzato da Anteprima Tjf Piemonte in collaborazione con l'associazione Amici del Jazz Valenza, che aderisce al Consorzio Piemonte Jazz.
L'associazione Open Studio non aderisce al Consorzio Piemonte Jazz.
I direttori del Tjf e dell'Anteprima sono Giorgio Li Calzi (dirige anche il festival Chamoisic, che aderisce al Consorzio Piemonte Jazz) e Diego Borotti (co-fondatore e membro del direttivo del Consorzio Piemonte Jazz).
Beh, potete biasimarmi se a questo punto voglio capire meglio?
Purtroppo, crede di concludere Negrin, il teatro Giacosa di Ivrea, sede dei concerti dell'Open Paryrus Jazz Festival, non fa parte del circuito di Piemonte dal Vivo.
Negrin ribatte che c'era la volontà di organizzare almeno un concerto in ogni provincia del Piemonte, e poiché a Vercelli mancava una sala del circuito di Piemonte dal Vivo è stata l'associazione Jazz:Re:Found - che cura quel concerto - a trovare direttamente lo spazio; mentre per Bardonecchia c'è stata una espressa richiesta dell'amministrazione civica che ha garantito il proprio supporto mettendo a disposizione la sala.
Ma allora - faccio notare a Negrin - queste eccezioni dimostrano che una soluzione si è trovata, quando la si voleva trovare: evidentemente nel caso di Ivrea gli organizzatori non hanno ritenuto importante coinvolgere in Anteprima Tjf il più antico festival jazz del Piemonte.
Negrin legge l'ipertesto, e mi assicura di aver vigilato affinché le associazioni chiamate a collaborare con il festival non fossero soltanto quelle che aderiscono al Consorzio. In effetti non sono socie del Consorzio le associazioni Novara Jazz, Jazz:Re:Found, Jazz Club Borgomanero e Fuoriluogo. Né d'altronde sono coinvolte nel festival tutte le associazioni che aderiscono al Consorzio.
D'altronde - aggiungo - se davvero ci tenevano, non c'era neanche da sbattersi troppo: poiché l'Open Festival di Ivrea si tiene nello stesso periodo dell'Anteprima Tjf, ci voleva poco per stringere un accordo includendo, se non altro a titolo di riconoscimento onorifico, una serata di Ivrea nel cartellone dell'Anteprima. Sai che sforzo: ci riusciva un bambino. A meno che, beninteso, fra quelli di Music Studio e quelli del Consorzio non ci siano vecchie ruggini che rendono impossibile ogni accordo. Ma questo mi pare impossibile: è noto a tutti che nella comunità dei musicisti jazz non esistono rancori, conti da regolare e rivalità millenarie.
Prima di salutarci, Negrin riconosce che l'assenza dello storico festival da Ivrea è senz'altro un vulnus per Anteprima, e mi esprime la sua personale speranza che si possa rimediare in futuro.
Vedremo.
Accecato dalla maledetta fretta, non ho fatto però caso a una singolare - e aggiungerei pesante - assenza: nel cartellone di "Anteprima Tjf Piemonte" non compare in nessun modo Ivrea.
Non è un'esclusione banale.
I fatti storici
Premetto: non ho particolari predilezioni per Ivrea. Non sono originario di Ivrea. Non conosco nessuno a Ivrea. Però conosco la storia. Ed escludere Ivrea da un festival che vuole "fare rete" con i presìdi del jazz in Piemonte e "consolidare il legame storico che unisce il Piemonte e il jazz" (cit. Antonella Parigi) è un controsenso storico, perché significa escludere quarant'anni di storia del jazz in Piemonte.A Ivrea il 27 marzo si apre infatti l'Open Papyrus Jazz Festival, organizzato dall'associazione musicale eporediese Music Studio, e discendente in linea retta del glorioso EuroJazz Festival, fondato nel 1978 e portato a fasti altissimi negli anni Ottanta dal grande Sergio Ramella: allora ci suonavano Chet Baker, Mc Coy Tyner, Pharoah Sanders, Stephane Grappelli, Michel Petrucciani... Avete presente? Ecco. Ed sarebbe buffo se quelli del Consorzio Piemonte Jazz non si ricordassero dell'Eurojazz, visto e considerato a quei tempi tre membri dell'attuale direttivo del Consorzio ci suonarono. Il quarto membro del direttivo no: è un avvocato.
I dati
L'EuroJazz dal 2011 è diventato Open Jazz, adesso Open Papyrus. Di fatto è il più antico festival di jazz del Piemonte, e uno dei più antichi d'Italia. Non si può più permettere certi nomi sfavillanti, ma il livello artistico resta dignitoso: ad esempio, questa edizione propone, il 30 marzo, il quintetto americano di Fabrizio Bosso e Giovanni Guidi. Casualmente lo stesso gruppo che il 29 marzo sarà di scena a Valenza per Anteprima Tjf Piemonte.Il concerto di Valenza è organizzato da Anteprima Tjf Piemonte in collaborazione con l'associazione Amici del Jazz Valenza, che aderisce al Consorzio Piemonte Jazz.
L'associazione Open Studio non aderisce al Consorzio Piemonte Jazz.
I direttori del Tjf e dell'Anteprima sono Giorgio Li Calzi (dirige anche il festival Chamoisic, che aderisce al Consorzio Piemonte Jazz) e Diego Borotti (co-fondatore e membro del direttivo del Consorzio Piemonte Jazz).
Beh, potete biasimarmi se a questo punto voglio capire meglio?
L'inchiesta dell'ispettore Gabò
Così stamattina chiamo Matteo Negrin, che in quanto direttore della Fondazione Piemonte dal Vivo è il responsabile dei 20 mila euro di denaro pubblico che fanno parte del budget di Anteprima Tjf Torino. Dei restanti 60 mila, provenienti da sponsor privati e biglietteria, me ne frego: non sono soldi pubblici e i privati dei loro soldi sono padroni di fare ciò che meglio gli aggrada.La testimonianza del direttore Negrin
Negrin non tergiversa e mi dà subito una spiegazione: per questa prima edizione, dice, dovevamo contenere i costi e quindi Piemonte dal Vivo ha messo a disposizione di Anteprima Tjf il circuito teatrale con il quale abitualmente opera, e che comprende le sale di una quarantina di località, più quelle di "Cortocircuito". Ciò, aggiunge Negrin, permette di abbattere le spese vive, dagli allestimenti alle biglietterie agli assolvimenti burocratici. Tra quelle località già coinvolte nelle attività di Piemonte dal Vivo la direzione del Tjf ne ha scelte tredici che ospiteranno i concerti di Anteprima.Purtroppo, crede di concludere Negrin, il teatro Giacosa di Ivrea, sede dei concerti dell'Open Paryrus Jazz Festival, non fa parte del circuito di Piemonte dal Vivo.
Le obiezioni
A quel punto io obietto che non fanno parte di nessun circuito di Piemonte dal Vivo né lo spazio Daqui di Vercelli, né il Palazzo delle Feste di Bardonecchia, che pure ospiteranno concerti di Anteprima Tjf.Negrin ribatte che c'era la volontà di organizzare almeno un concerto in ogni provincia del Piemonte, e poiché a Vercelli mancava una sala del circuito di Piemonte dal Vivo è stata l'associazione Jazz:Re:Found - che cura quel concerto - a trovare direttamente lo spazio; mentre per Bardonecchia c'è stata una espressa richiesta dell'amministrazione civica che ha garantito il proprio supporto mettendo a disposizione la sala.
Ma allora - faccio notare a Negrin - queste eccezioni dimostrano che una soluzione si è trovata, quando la si voleva trovare: evidentemente nel caso di Ivrea gli organizzatori non hanno ritenuto importante coinvolgere in Anteprima Tjf il più antico festival jazz del Piemonte.
Negrin legge l'ipertesto, e mi assicura di aver vigilato affinché le associazioni chiamate a collaborare con il festival non fossero soltanto quelle che aderiscono al Consorzio. In effetti non sono socie del Consorzio le associazioni Novara Jazz, Jazz:Re:Found, Jazz Club Borgomanero e Fuoriluogo. Né d'altronde sono coinvolte nel festival tutte le associazioni che aderiscono al Consorzio.
Tiriamo le fila
Non ne dubito, replico a Negrin. Sta di fatto che i direttori artistici di Anteprima Tjf non si sono certo dannati l'anima per associare il nome del più antico jazz festival piemontese al loro festival che dovrebbe "consolidare il legame storico che unisce il Piemonte e il jazz", secondo l'auspicio dell'assessore alla Cultura che, tramite Piemonte dal Vivo, gli smolla 20 mila euro. E loro, zac!, fanno carne di porco proprio della storia del jazz in Piemonte. Bella riconoscenza.D'altronde - aggiungo - se davvero ci tenevano, non c'era neanche da sbattersi troppo: poiché l'Open Festival di Ivrea si tiene nello stesso periodo dell'Anteprima Tjf, ci voleva poco per stringere un accordo includendo, se non altro a titolo di riconoscimento onorifico, una serata di Ivrea nel cartellone dell'Anteprima. Sai che sforzo: ci riusciva un bambino. A meno che, beninteso, fra quelli di Music Studio e quelli del Consorzio non ci siano vecchie ruggini che rendono impossibile ogni accordo. Ma questo mi pare impossibile: è noto a tutti che nella comunità dei musicisti jazz non esistono rancori, conti da regolare e rivalità millenarie.
Prima di salutarci, Negrin riconosce che l'assenza dello storico festival da Ivrea è senz'altro un vulnus per Anteprima, e mi esprime la sua personale speranza che si possa rimediare in futuro.
Vedremo.
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