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ABBIAMO UN PIANO PER RISORGERE: MA LA POLITICA NON LO SA

Un albero per il futuro. Giovanni Quaglia durante il suo discorso a chiusura degli Stati Generali della Fondazione Crt (foto Michele D'Ottavio)
E' stato un grande discorso, quello pronunciato ieri mattina alle Ogr dal presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia, a chiusura degli "Stati Generali" nati per individuare, con la partecipazione dell'intera comunità piemontese, le linee, gli obiettivi e le strategie dell’azione filantropica nel decennio che sta arrivando.
Un grande discorso, sì. Un discorso con una visione. Come ormai non se ne sentono più, in questa stagione di ignoranza al potere, di smarrimento e rabbia, disinganno e opportunismo bertoledesco. Un discorso che ha acceso una speranza: la speranza di potercela fare,  che ci sia ancora chi sa a che punto siamo, dove potremmo arrivare, e in quale modo. E che indica a una società smarrita e spaventata una Nuova Frontiera possibile, se soltanto prevalessero il buon senso, la lungimiranza, la competenza, la volontà costruttiva. E' un vasto e ambizioso programma, lo so. Ma necessario per non morire.
Ed è la conferma, l'affermazione plastica e costruttiva, del nuovo ruolo che le fondazioni bancarie si vedono quasi costrette ad assumersi, stante l'ormai conclamata assenza, o totale incompetenza e inconsistenza, della politica nei processi che stanno squassando, e mutando, la società. Un dato di fatto che ho constatato più volte, e riassunto in questo post pubblicato nel maggio 2018, proprio in occasione dell'apertura degli Stati Generali.
Ad ascoltare Quaglia, nella grande sala delle Ogr, c'erano le forze migliori della nostra sventurata regione. Non soltanto gli alti papaveri, le autorità, gli stakeholder, i soliti noti. C'erano gli imprenditori coraggiosi, i sindaci dei Comuni piemontesi grandi e piccoli, gli intellettuali, i creativi. C'erano gli stati maggiori delle grandi fondazioni culturali, e gli operatori di frontiera della cultura. C'erano gli insegnanti e i professionisti. C'erano i santi laici del volontariato e gli operai della ricerca. C'era chi produce, e non si rassegna. 
A tutti loro si è rivolta in quest'anno e mezzo la Fondazione per raccogliere suggerimenti, indicazioni, esigenze, proposte; e costruire così una visione per il presente, e per il futuro. Dal palco Quaglia elencava obiettivi, necessità, progetti: idee, insomma. Idee fattuali, e fattibili. Sì, lo confesso: per un momento anche a me è capitato di crederci, credere che nulla sia impossibile a tante volontà unite da una visione condivisa. 
Ma subito le fantasie mi sono evaporate via, e ho visto di nuovo la verità, semplice e amara.
Perché in sala, ad ascoltare Quaglia, c'erano tutti, ad eccezione di quelli che in realtà, in un paese normale, dovrebbero stare loro su quel palco; loro, a immaginare un futuro condiviso e a indicare le strade per raggiungerlo; loro, a fissare le agende e le priorità. E invece non c'erano. Né sul palco, né in platea.
Trattenuti altrove da inderogabili impegni istituzionali, mancavano il sindaco di Torino Chiara Appendino e il presidente della Regione Alberto Cirio.
D'altronde che ragione avevano di esserci? Ieri non era mica l'occasione per giusta chiedere soldi: si poteva soltanto ascoltare, e quando mai la politica ascolta?
Ma poco male. Se mai ci salveremo, non saranno loro a salvarci.

P.S. Per completezza di cronaca, e per prevenire obiezioni del cazzo, preciso che era però presente la vicesindaco Schellino. Eccapirai...
Invece Cirio si è appalesato alla fine della mattinata e ha voluto salire comunque sul palco a parlare. Il bello è che gliel'hanno permesso. 

Documento: le indicazioni degli Stati Generali


Vi riporto qui sotto un'ampia sintesi della giornata di ieri nell'esauriente testo elaborato dall'ufficio stampa della Fondazione Crt. Leggetelo, e poi giudicate voi se non sarebbe utile, per lorsignori, degnarsi di ascoltare. Almeno stavolta.

Tecnologia, territorio, tessitura sociale con al centro la comunità: sono le priorità – le tre agende – della Fondazione CRT emerse dagli “Stati Generali”, il percorso di ascolto partecipato per tracciare la road map dell’azione filantropica nel decennio 2020-2030, consolidando e aggiornando missione, visione e strategie. Un’operazione partita da Torino ed estesa a tutto il Piemonte, alla Valle d’Aosta e, più in generale, al Nord Ovest, con il coinvolgimento di 800 persone, vere e proprie “antenne” sul campo: Sindaci, rappresentanti delle Istituzioni e delle Fondazioni, opinion leader, protagonisti del mondo della cultura, delle Università, dell’economia, del terzo settore, del volontariato, della ricerca, dell’innovazione. 

Questo materiale di conoscenza ampio e strutturato, frutto di quasi due anni di ricerca e analisi, ha innescato nei Consigli di Amministrazione e di Indirizzo della Fondazione CRT un processo di riflessione sulle traiettorie evolutive, in condivisione con tutte le realtà della “grande famiglia”: Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, Società consortile per azioni OGR-CRT, Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, REAM SGR SpA, La Scialuppa CRT Onlus-Fondazione Antiusura, Fondazione Ulaop Onlus. 

I risultati, presentati alle OGR-Officine Grandi Riparazioni di Torino a un migliaio di esponenti nazionali e locali delle istituzioni e delle associazioni, ridisegnano la Fondazione come corpo intermedio tra Stato e mercato, orientata ad assumere il ruolo di “tessitrice” e “aiuto regista” – non in sostituzione, ma al fianco di istituzioni elettive, aggregazioni sociali, imprese – per la costruzione di coesione e sviluppo del territorio, anche attraverso il potenziamento dei canali di incontro, confronto e dialogo, con una funzione di “cerniera” tra la dimensione locale e quella internazionale. Il motore per connettere sempre più Torino al resto del mondo saranno proprio le rinate OGR, luogo di avanguardia, eccellenza e sperimentazione tra i più dinamici in Europa, nella cultura, nell’arte contemporanea, nella ricerca, nell’innovazione, nell’accelerazione di impresa for profit e sociale.

Gli Stati Generali della Fondazione CRT hanno costituito un forte incoraggiamento a costruire insieme la fiducia, senza cedere all’utopia ma neanche alla rassegnazione, in un’epoca segnata da crescenti disuguaglianze e fragilità – dichiara il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. È questo il messaggio che emerge con molta chiarezza, con la sollecitazione ad assumere una responsabilità che è soprattutto civile: ricucire un tessuto sociale talora sfilacciato, prenderci cura del bene comune riaffermando la centralità della persona e dei corpi intermedi, affiancare le istituzioni pubbliche elettive, senza sostituirci ad esse, nel governare i processi di sviluppo e coesione per un nuovo welfare di comunità. Oggi le Fondazioni sono figure del ‘noi sociale’: a partire da questa identità, aperta alla dimensione non dell’‘io’ ma del ‘noi’ e del ‘noi insieme’, Fondazione CRT coltiverà una visione di futuro fondata sul massimo di innovazione, di vicinanza ai territori e di capacità di far fronte al disagio delle persone e della collettività”.

Tra i pilastri fondamentali sui quali Fondazione CRT intende proseguire e affrontare la propria mission in un ambiente caratterizzato da crescente complessità – afferma il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci – un ruolo determinante è svolto innanzitutto da una gestione patrimoniale e finanziaria rigorosa ed efficace, in linea con un percorso che ha già consentito, negli ultimi anni, di rafforzare il patrimonio e di migliorare di oltre mezzo miliardo di euro la posizione finanziaria netta. In secondo luogo, l'attivazione di connection e relazioni sempre più globali tra eccellenze locali e internazionali. Infine, il consolidamento del ruolo da protagonista nello sviluppo di un ecosistema dell'innovazione per il Paese, partendo dal territorio attraverso partnership mirate e strumenti di intervento innovativi, capaci di favorire una naturale ibridazione tra profit e non profit con investimenti in progetti sostenibili a forte impatto nello sviluppo economico e sociale a beneficio del territorio. I capitali pazienti della Fondazione CRT hanno già reso possibile anche la rinascita delle OGR, che nel 2020 entreranno a pieno regime, qualificandosi come il luogo in cui si realizza la missione più avanzata e in continua evoluzione della Fondazione a sostegno della cultura, dell’innovazione e della ricerca come elementi irrinunciabili nello sviluppo e sostegno del capitale umano e del talento in ogni sua forma”.

Con il documento finale degli Stati Generali, la Fondazione CRT chiude la fase dell’ascolto e della riflessione per aprirsi alla costruzione dei prossimi anni, delineando dieci idee di futuro per Torino, il Piemonte e la Valle d’Aosta

1La creazione del “Network dei 5.000 Talenti”, per disseminare sul territorio un patrimonio di competenze finalizzato allo sviluppo, alla crescita della competitività e alla riattivazione dell’ascensore sociale. In quanto hub di imprenditorialità, le OGR Tech di Torino saranno la “casa” naturale di questa vera e propria community di eccellenze under 35, destinata a espandersi attorno ai giovani che, avendo avuto la possibilità di emergere grazie ai programmi di alta formazione della Fondazione CRT (Talenti Neolaureati, per l’Impresa, per l’Export, per il Fundraising, ecc.), possono mettere a disposizione delle nuove generazioni e dell’intera collettività parte di quanto ricevuto, oltre a mantenere aggiornati i progetti del “brand” Talenti in relazione alle mutate esigenze formative. 
Il Network dei 5.000 Talenti è la punta dell’iceberg di uno dei principali indirizzi strategici della Fondazione: l’investimento nel capitale umano, nell’innalzamento delle competenze tecniche e trasversali, le cd. “soft skills”, nella valorizzazione delle potenzialità e del talento di ciascuno in tutte le fasce d’età – dai banchi di scuola con i programmi didattici del Diderot, sino all’Università e oltre – con un’attenzione particolare per chi è in difficoltà, attraverso iniziative di contrasto alla povertà educativa minorile e all’abbandono scolastico. 
“Formazione” continuerà ad essere la parola-chiave della Fondazione CRT anche nel welfare e nell’arte, sia per rafforzare le capacità di progettazione e di fundraising delle organizzazioni non profit, sia per preparare il personale dei musei ad accogliere al meglio i visitatori con disabilità, rendendo concreto il diritto alle pari opportunità e alla dignità per ogni persona.

2L’attivazione di una business community alle OGR e la contaminazione tra nuove tecnologie e creatività per la crescita di Torino in una dimensione internazionale. Ultimato il cantiere per la riqualificazione delle ex Officine dei treni, l’entrata a pieno regime delle OGR a inizio 2020 come attrattore di competenze, talenti, start up, imprese, capitali, consoliderà il posizionamento di Torino e del Piemonte sulla mappa globale dell’innovazione, in particolare con l’avvio del primo programma triennale di accelerazione in Europa dedicato alla Smart Mobility. Inoltre, alle OGR si intensificherà l’interazione tra Tech e Cult: da un lato, il gaming, le tecnologie digitali, la realtà virtuale e aumentata al servizio anche dei contenuti culturali e creativi; dall’altro una programmazione artistica dal forte valore tecnologico e innovativo. Un binomio, quello tra arte e nuove tecnologie, su cui Fondazione CRT continuerà a investire in futuro, per ampliare le opportunità di accesso e di fruizione dei beni artistici e culturali, ad esempio con le aperture automatizzate tramite App. L’innovazione tecnologica nell’arte potrà innescare anche processi di innovazione sociale, con la responsabilizzazione della comunità locale nella “presa in carico” dei beni, mantenendo un tessuto culturale vivo e aperto. 

3La formazione di esperti in tematiche territoriali, paesaggistico-ambientali e di comunità: operatori socio-economici-culturali-antropologici di “ricerca-azione” e di ispirazione olivettiana, per promuovere il patrimonio naturale, i beni artistici, le risorse agroalimentari, i servizi legati all’attrattività turistica, la qualità delle produzioni artigianali e imprenditoriali di nicchia o innovative. Il progetto per dotare di queste nuove figure professionali la Valle d’Aosta e i “tanti Piemonti” – l’area metropolitana torinese con le sue periferie, le aree intermedie puntellate di città medio-piccole, le zone marginali delle vallate alpine e alto collinari – si fonda sull’interazione tra l’impegno dei Sindaci, della Protezione Civile, del volontariato, delle forze sociali e delle stesse imprese: una rete sul territorio capace di declinare congiuntamente coesione e crescita, inclusione e innovazione, per ridare spessore al senso di identità anche nei territori più difficili.

4Il rafforzamento del volontariato organizzato, anche con l’apporto di risorse giovani tramite progetti di alternanza scuola-lavoro, sia nel sistema della Protezione Civile e del 118 per il soccorso di emergenza, sia in ambito sociale, culturale, ambientale. Nel quadro di una strategia complessiva di coesione territoriale che coinvolga associazioni non profit e istituzioni, la Fondazione CRT potrà facilitare la progettazione e la strutturazione di reti tra gli enti, supportare le nuove esigenze di formazione tecnica dei volontari con approcci integrati e mutuabili dai progetti “Talenti”, offrire opportunità di certificazione delle competenze con strumenti innovativi basati, ad esempio, su tecnologie blockchain e open badge.

5Il sostegno alla genitorialità attraverso la rinnovata veste della Fondazione Ulaop-CRT come laboratorio di idee, progetti e competenze per la fascia d’età da 0 a 6 anni. Oltre ai servizi direttamente rivolti alle famiglie (biblioteca, doposcuola, inglese per i piccoli, Banco del Sorriso, Centro bambini e genitori) per supportarne il ruolo educativo e promuovere il benessere e lo sviluppo dei bimbi, la Fondazione Ulaop-CRT opererà in sinergia con il mondo delle imprese, per costruire azioni family friendly orientate alla conciliazione delle esigenze e dei tempi di vita e di lavoro.

6La promozione di una leadership dei nuovi cittadini, attraverso l’individuazione di interlocutori sensibili e rappresentativi, per valorizzare le molteplici espressioni culturali presenti nella comunità giovanili e studentesche: l’obiettivo è costruire cittadinanza attiva, coscienza civile e istituzionale, inclusione, partecipazione, responsabilizzazione alla cura delle risorse comuni.

7L’apertura di 2.000 nuovi cantieri per l’ambiente e il territorionei prossimi dieci anni, in particolare nei Comuni del Piemonte e della Valle d’Aosta con meno di 3.000 abitanti, come evoluzione del progetto “Protezione Civile” della Fondazione CRT focalizzato sulla prevenzione del dissesto idrogeologico, in un contesto in cui il cambiamento climatico su scala globale ha effetti tangibili anche a livello locale. Tali dinamiche potranno essere comprese sempre meglio anche attraverso metodologie e strumenti di analisi innovativi come i Big Data, per mettere in campo azioni di salvaguardia del suolo adeguate ai mutamenti ambientali. La tutela del patrimonio paesaggistico e ambientale sarà sempre più al centro anche dei cantieri di restauro dei beni storici, artistici e architettonici, accanto ad azioni di sensibilizzazione per promuovere la conoscenza e la fruizione dei luoghi da parte di fasce sempre più ampie di pubblico.

8Nuove “mappe” della salute, della sicurezza, della cultura, della mobilità con l’utilizzo dei Big Data e dell'Intelligenza Artificiale per il bene comune, per meglio identificare i bisogni della collettività, indirizzare in modo più mirato gli interventi e misurarne l'impatto con un portafoglio di indicatori più ampio e “umano” di quelli puramente finanziari. Generare valore pubblico dai Dati è l’obiettivo del primo centro di ricerca europeo che Fondazione CRT e Fondazione ISI apriranno alle OGR Tech di Torino a inizio 2020, come ulteriore pilastro della pionieristica collaborazione nel campo delle Scienze dei Dati e della Complessità, avviata oltre 15 anni fa con il Progetto Lagrange. Oltre a una nuova mappatura della salute, della sicurezza, della cultura, della mobilità per il futuro delle città, il centro di ricerca alle OGR fornirà dati, analisi e predizioni su spostamenti e migrazioni delle persone per favorire politiche pubbliche capaci di ridurre le disuguaglianze sociali, culturali ed economiche, in linea con la mission redistributiva della filantropia. 

9La moltiplicazione della “potenza di fuoco” dell’ecosistema della filantropia, con l’integrazione di diversi strumenti operativi: dalle tradizionali erogazioni alle frontiere più recenti della finanza di impatto e della venture philanthropy, per la creazione di valore sociale e ambientale attraverso progettualità sostenibili nel medio-lungo periodo, in un processo di naturale ibridazione tra profit e non profit. Questo orientamento verso una maggiore forza d’urto sul territorio, in linea con quanto accade nell’ambito della filantropia istituzionale europea e statunitense, trova in Fondazione CRT una spinta supplementare grazie alla sinergia con tutte le componenti della “famiglia allargata”: Fondazione Sviluppo e Crescita, OGR, Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea, REAM, Fondazione Antiusura, Fondazione Ulaop.

10Una cabina di regia per intercettare i fondi europei, fondata su possibili partnership tra istituzioni, enti proponenti e Fondazioni, per generare maggiore impatto in termini di sviluppo locale, coesione sociale, miglioramento ambientale. Un ulteriore tassello, dopo la Guida all’Europrogettazione interattiva e digitale, per agevolare la partecipazione ai bandi europei da parte delle associazioni e candidare al cofinanziamento alcune iniziative, in particolare nell’area green (ad esempio, azioni su vasta scala per il ripristino e la gestione di spazi verdi che contribuiscano ad abbattere le emissioni serra nell’area padana), o nel campo dell’istruzione e della ri-alfabetizzazione secondo un approccio massivo. Anche sperimentazioni coraggiose per l’innovazione sociale, che richiedono capitali “pazienti” per operazioni di impact investing o pay by result, come i social impact bond, potrebbero essere sostenute da risorse europee, non solo fondi strutturali, ma anche finanziamenti della BEI-Banca europea degli investimenti.

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