Sono proprio un discolo: mentre Francesca Leon presentava in Commissione cultura il bilancio preventivo 2020 per il suo assessorato, io frescheggiavo in campagna, trattenuto da importanti affari privati. In serata però mi sono procurato l'agile prospetto che, come di consueto, è stato sottoposto all'attenzione dei commissari-consiglieri.
A prima vista direi che non ci sono notizie ferali. A occhio e croce, s'intende, e salva valutazione più approfondita.
Si perde comunque un'altra 400 milata di euro (dai 19.429.606 del preventivo 2019 ai 19.021.716 per l'anno prossimo) di cui fanno le spese soprattutto le biblioteche civiche, con un budget per l'acquisto libri dimezzato a 130 mila euro. Ma nel complesso è andata comunque meglio che con il milione e settecentomila evaporati nel 2019 rispetto al 2018 (da 21,1 a 19,4).
Pochi tagli, e lotta al conto capitale
L'aspetto più positivo è che non si notano per l'anno prossimo apprezzabili riduzioni dei contributi a buona parte dei maggiori enti culturali: in particolare, le fondazioni partecipate dal Comune perdono nel complesso, rispetto all'anno scorso, l'inezia di 20 mila euro (scendendo dai 16.150.000 del 2019 ai 16.130.000 del 2020). C'è chi addirittura prende di più. Il taglio più consistente (155 mila euro) lo subisce la Fondazione Musei: ma di questi, ben 150 mila riguardano la quota nel 2019 era in "conto capitale" che, com'è noto, rappresenta sempre la parte tossica del bilancio, trattandosi di soldi non certi (come quelli in "spesa corrente") ma da reperire nel corso dell'anno (in genere con mezzi di fortuna e spesso con scarso successo). La perdita nel 2020 rispetto al 2019 della Fondazione Musei in spesa corrente è limitata a 5 mila euro.
In generale è davvero apprezzabile la decisa riduzione della quota di bilancio in conto capitale: già abbondantemente ridimensionata nel 2019 (erano circa 800 mila euro in totale) scende per il 2020 al minimo storico di 190 mila euro.
Briciole per Pav e Novecento
Chi ci rimette di più, comunque, sono gli enti non partecipati, ai quali nel 2019 il Comune destinava una cifra complessiva di 1.210.000 euro (di cui però 300 mila in conto capitale), mentre nel 2020 ne riceveranno soltanto 800 mila, tutti però in spesa corrente: pochi, maledetti, ma sicuri.
Vengono tagliate cifre non ingenti, tuttavia significative per quelle realtà, come il Pav o il Polo del Novecento, che già devono accontantarsi delle briciole, o quasi.
C'è poi la pesante penalizzazione (da 180 mila euro nel 2019 a 100 mila nel 2020) per la Fondazione Teatro Ragazzi, forse troppo in sentor di Regione per essere amata dal Municipio.
Tornano i soldi in Fondazione Cultura
Si dev'essere invece comportata molto bene la Fondazione Cultura, che rivede il contributo che l'anno scorso era stato cancellato perché, diceva Leon, si sarebbe finanziata con il proprio patrimonio: nel 2020 riceverà 750 mila euro. Non sono il milione e quattro che incamerava ancora nel 2018, però è sempre meglio che un calcio negli zebedei.
Il castigo dei primi delle classe
L'autentica poverata di questo preventivo è invece il taglio secco del contributo al Museo Egizio, che passerà dai 250 mila euro (in conto capitale) del 2019 ai 150 mila (sempre in conto capitale) del 2020. Lo so, l'Egizio tecnicamente non avrebbe bisogno di quei soldi, visto che nel 2018 ha chiuso un bilancio da 12 milioni con un utile netto di 355 mila euro subito reinvestiti in interventi di digitalizzazione e sviluppo. E dunque, poiché nessuna buona pratica deve restare impunita, merita il giusto castigo dei virtuosi.
Le opere pie di Palazzo Civico
In compenso non posso non sottolineare con vibrante commozione l'aumento, dai 375 mila euro del 2019 ai 390 mila del 2020 (ma nel 2018 ne furono addirittura previsti 775 mila), della dotazione di quel benefico ente di soccorso per teatranti senza fortuna (nonché fabbrica di consenso) meglio noto all'ufficio opere pie di Palazzo Civico con il nome ufficiale di Torino Arti Performative.
A prima vista direi che non ci sono notizie ferali. A occhio e croce, s'intende, e salva valutazione più approfondita.
Si perde comunque un'altra 400 milata di euro (dai 19.429.606 del preventivo 2019 ai 19.021.716 per l'anno prossimo) di cui fanno le spese soprattutto le biblioteche civiche, con un budget per l'acquisto libri dimezzato a 130 mila euro. Ma nel complesso è andata comunque meglio che con il milione e settecentomila evaporati nel 2019 rispetto al 2018 (da 21,1 a 19,4).
Pochi tagli, e lotta al conto capitale
L'aspetto più positivo è che non si notano per l'anno prossimo apprezzabili riduzioni dei contributi a buona parte dei maggiori enti culturali: in particolare, le fondazioni partecipate dal Comune perdono nel complesso, rispetto all'anno scorso, l'inezia di 20 mila euro (scendendo dai 16.150.000 del 2019 ai 16.130.000 del 2020). C'è chi addirittura prende di più. Il taglio più consistente (155 mila euro) lo subisce la Fondazione Musei: ma di questi, ben 150 mila riguardano la quota nel 2019 era in "conto capitale" che, com'è noto, rappresenta sempre la parte tossica del bilancio, trattandosi di soldi non certi (come quelli in "spesa corrente") ma da reperire nel corso dell'anno (in genere con mezzi di fortuna e spesso con scarso successo). La perdita nel 2020 rispetto al 2019 della Fondazione Musei in spesa corrente è limitata a 5 mila euro.
In generale è davvero apprezzabile la decisa riduzione della quota di bilancio in conto capitale: già abbondantemente ridimensionata nel 2019 (erano circa 800 mila euro in totale) scende per il 2020 al minimo storico di 190 mila euro.
Briciole per Pav e Novecento
Chi ci rimette di più, comunque, sono gli enti non partecipati, ai quali nel 2019 il Comune destinava una cifra complessiva di 1.210.000 euro (di cui però 300 mila in conto capitale), mentre nel 2020 ne riceveranno soltanto 800 mila, tutti però in spesa corrente: pochi, maledetti, ma sicuri.
Vengono tagliate cifre non ingenti, tuttavia significative per quelle realtà, come il Pav o il Polo del Novecento, che già devono accontantarsi delle briciole, o quasi.
C'è poi la pesante penalizzazione (da 180 mila euro nel 2019 a 100 mila nel 2020) per la Fondazione Teatro Ragazzi, forse troppo in sentor di Regione per essere amata dal Municipio.
Tornano i soldi in Fondazione Cultura
Si dev'essere invece comportata molto bene la Fondazione Cultura, che rivede il contributo che l'anno scorso era stato cancellato perché, diceva Leon, si sarebbe finanziata con il proprio patrimonio: nel 2020 riceverà 750 mila euro. Non sono il milione e quattro che incamerava ancora nel 2018, però è sempre meglio che un calcio negli zebedei.
Il castigo dei primi delle classe
L'autentica poverata di questo preventivo è invece il taglio secco del contributo al Museo Egizio, che passerà dai 250 mila euro (in conto capitale) del 2019 ai 150 mila (sempre in conto capitale) del 2020. Lo so, l'Egizio tecnicamente non avrebbe bisogno di quei soldi, visto che nel 2018 ha chiuso un bilancio da 12 milioni con un utile netto di 355 mila euro subito reinvestiti in interventi di digitalizzazione e sviluppo. E dunque, poiché nessuna buona pratica deve restare impunita, merita il giusto castigo dei virtuosi.
Le opere pie di Palazzo Civico
In compenso non posso non sottolineare con vibrante commozione l'aumento, dai 375 mila euro del 2019 ai 390 mila del 2020 (ma nel 2018 ne furono addirittura previsti 775 mila), della dotazione di quel benefico ente di soccorso per teatranti senza fortuna (nonché fabbrica di consenso) meglio noto all'ufficio opere pie di Palazzo Civico con il nome ufficiale di Torino Arti Performative.
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