Elena Loewenthal |
La dichiarazione di Cirio ha però messo il peperoncino al culo all'esuberante Nic Lagioia, direttore anema e core oltre l'ostacolo, che al "suo" Salone ci tiene e - comprensibilmente - tiene pure famiglia e ambirebbe ad essere pagato per il suo lavoro. Lagioia ha lamentato che da mesi non vede un soldo - va però detto che le sue fatture precedenti il lockdown erano state puntualmente onorate - e la fuffa è montata. Di sicuro, Lagioia è inquieto, e lo capisco; così come capisco la direttrice del Circolo dei Lettori, Elene Loewenthal, più prudente e attestata su una linea di attività ridotta in attesa che la situazione si chiarisca. Gli è che i due caratterialmente non si chiappano, per cui ogni scintilla rischia di diventar rogo. Aggiungi che la Regione, e pure il Comune, stragiurano di volerlo fare, ma intanto i soldi non arrivano: per questioni procedurali, per carità, ma quando la gente è già nervosetta e i soldi non arrivano, sia pur per questioni procedurali, l'incazzo parte senza preavvisi.
Ma mediamente sono persone di buonsenso, e penso che i battibecchi non avranno gran seguito. Domani l'intera combriccola del Salone s'incontra a consesso: la speranza è che si diano tutti una calmata e prendano una decisione sensata, di prudente coraggio.
Il problema vero sono i mattocchi in libera circolazione: con 'sto caldo, e lo stress post-covid che serpeggia, la gggente va fuori di testa e alla minima occasione spara: solo cazzate, per fortuna, ma cazzate gravissime. Per dire; ieri un tizio - si presume un libraio o un editore indipendente - in un commento sulla pagina Fb di un quotidiano ha iniziato scrivendo considerazioni lecite e sensate riguardanti le difficoltà della sua categoria; poi gli è partito l'embolo ed ha proseguito aggredendo la Loewenthal con l'arma più sporca, vile e becera: l'antisemitismo. Il post originale è stato rimosso dalla pagina dov'era apparso. Ma la direttrice del Circolo ha voluto conservarne memoria sulla sua bacheca Fb, per ricordarci in che mondo viviamo.
Considero mio dovere civile riportare anche sul blog quanto scritto dalla Loewenthal, compreso l'ignobile (oltre che insensato e antistorico) commento da lei riferito.
Ecco il testo pubblicato da Elena Loewenthal sulla sua pagina Fb:
Copio, incollo e virgoletto. Per decenza espungo il nome dell'autore. Ma la lezione è interessante, per quanto vecchia, vista, rivista, macinata. In parole povere, molto povere: dal Salone del Libro all'accusa di deicidio il passo è breve. Brevissimo. (per inciso, non ho mai insultato nessuno sulla mia bacheca, né su quelle altrui. A voce sì, un sacco)
"Far svolgere il Salone del libro in autunno è dare un colpo economico mortale, con le vendite al pubblico degli editori, alle librerie torinesi che proprio in questo ultimo periodo dell'anno incassano con le strenne natalizie il 70% del loro fatturato. Tutte le librerie in Italia con la chiusura di quarantena a causa del Covid hanno avuto grossi problemi di incasso e poi di pagamento ai fornitori delle vendite di Natale 2019 (Amazon e pochi altri sul web esclusi) ripetere questa congiuntura economica sfavorevole metterebbe in crisi anche la filiera editoriale. Meglio rimandarlo in primavera 2021 magari con due giorni in più di eventi con benefici per alberghi e ristoranti. Infine vorrei suggerire alla signora Elena Loewenthal, che mi ha insultato sul suo profilo di FB, di stare serena e fare un ciclo di psicoterapia in quanto questo covid 2019 le ha fatto riaffiorare nei miei confronti una malcelata forma di isteria e di atavismo criminale che portò ai suoi avi del Sinedrio alla richiesta di condanna a morte di Gesù. Non sono figlio del suo dio! Avanti a tutta forza con PORTICI DI CARTA E A IL NUOVO SALONE DEL LIBRO 2021".
Non servono altri commenti. Semmai un'ambulanza.
Commenti
Posta un commento