Mentre Schwarz presentava la stagione, la presidente del Regio nonché sindaco di Torino (voto 4--) spiegava ai magistrati della procura della Repubblica (voto 7+) che lei, povera stella, riguardo al Regio "s'è fidata dei suoi collaboratori".
E a questo punto persino uno zero sarebbe un voto troppo alto.
Ma 'sta tipa ci ha presi tutti per cretini? No, perché i casi sono due: o ci ha presi tutti per cretini, oppure non sa scegliere i collaboratori e allora traete voi le conclusioni.
Io propendo per un'ipotesi onninclusiva: ci ha presi tutti per cretini e non sa scegliere i collaboratori. Che non sappia scegliere i collaboratori lo ha già dimostrato, e riconosciuto, in più occasioni, scaricando sempre ogni responsabilità sui suoi collaboratori, evidentemente incapaci, benché scelti accuratamente da lei di persona personalmente. Da Giordana a Pasquaretta, da Piazza San Carlo al Salone del Libro, la povera stella non sapeva mai un cazzo e questi birbanti di collaboratori gliela facevano sotto il naso come all'ultima delle babbee.
Vien da dire con il poeta che il collaboratore fellone, o incapace, o trinariciuto "è l'arma sua segreta da Chiara spesso usata in gran difficoltà": quando sta nei guai, la butta in culo a qualcun altro e chi s'è visto s'è visto. Sospetto anzi che nell'organigramma del Comune sia stata inserita la figura del "collaboratore da culo", equivalente al "mozzo da culo" in uso nell'antica marina veneziana.
Ma sul malvezzo dei politici di cavarsela buttandola in culo ai collaboratori mi sono già espresso in maniera definitiva e in epoca non sospetta, quando Chiarabella stava ancora sui banchi dell'opposizione e ben altri politicanti di vaglia incolpavano i collaboratori che essi stessi s'erano scelti. Lo preciso a riprova che non ce l'ho con Chiarabella, ma con un sistema di scaricabarile che mi dà sinceramente il voltastomaco.
Perché a me hanno insegnato diversamente, in famiglia e sul posto di lavoro: il capo condivide con la sua squadra gli onori e si addossa tutti gli oneri per le azioni e gli errori dei suoi sottoposti. Salvo poi cazziarli ferocemente, com'è giusto. Però per il mondo il responsabile è lui, e se il collaboratore sbaglia, incapace il capo che non l'ha saputo selezionare e dirigere nel verso giusto. Un capo vero fa così. Altrimenti non è un capo, ma un quaquaraquà, e allora vada a fare il quaquaraquà e non stia a rubar stipendi come capo, perché capo non è.
Io trovo avvilente che una pretenda di fare il sindaco di una nobile città e non abbia la tempra morale di ammettere che sì, ha sbagliato a scegliere i collaboratori, e di farsi carico del danno che tale scelta scellerata ha causato alla città e alle sue istituzioni.
Che poi ci vuole una bella faccia di tolla per andare a fare il pianto greco davanti ai giudici, quando ti sei scelta certi collaboratori sui quali mezzo mondo ti metteva in guardia; e tu, con proterva sicumera, hai considerato merda gli allarmi che ti giungevano da persone sagge, esperte, informate dei fatti; e hai riposto tutta la tua fiducia e confidenza nelle perle di saggezza che ti rifilavano cantanti, attori e portaborse.
E adesso vai dai giudici e a riprova della tua buona fede gli porti il bilancio del 2019, manco non fossero in grado di vederselo da soli sul sito, e riattacchi con la lagna dei collaboratori felloni.
Ma quando cresci? Quando impari ad assumerti le tue responsabilità?
Ottima analisi sia nello specifico che più generale nella società Italiana.
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