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SOLDI E ARENE

Per meglio inquadrare la dolorosa historia delle arene perdute, vi suggerisco di rileggere i testi di due comunicati della Giunta comunale, il primo del 5 giugno, il secondo del 23. Chi invece già conoscesse gli antefatti, può saltare tranquillamente al terzo paragrafo

Primo antefatto: il proclama del 5 giugno


Le arene cinematografiche dovranno essere realizzate nel periodo compreso tra il 24 giugno e il 30 settembre in aree idonee della città, a esclusione delle piazze storiche del centro e potranno essere di due tipi, le ‘Grandi’ e le ‘Piccole’.
Le Grandi arene dovranno avere un numero di posti non inferiore a 200, almeno 5 proiezioni settimanali, un numero di giornate effettive di programmazione anche non consecutive non inferiori a 30, un elevato standard qualitativo e l'accesso con biglietto o gratuito. Le Piccole Arene, invece, dovranno essere dotate di un numero di posti non inferiore a 50, almeno 2 proiezioni settimanali, un numero di giornate effettive di programmazione anche non consecutive non inferiori a 15 (quindici), un adeguato standard qualitativo e accesso con biglietto o gratuito.
Dopo aver esaminato i progetti la Commissione stilerà due graduatorie (una per ciascuna tipologia di arena prevista) e l’Amministrazione supporterà, attraverso Fondazione per la Cultura, i primi quattro idonei di entrambe le categorie.
Per le Grandi Arene è previsto un sostegno finanziario compreso tra un minimo di € 10.000 e un massimo di € 45.000, mentre per le Piccole Arene il sostegno economico sarà compreso tra un minimo di € 5.000 e un massimo di € 10.000 (in ambedue i casi non superiore al 50% del totale dei costi previsti). L'importo sarà calcolato in proporzione al punteggio ottenuto entro il limite delle risorse totali a disposizione (€ 220.000) e, nel caso in cui risultasse un avanzo, questo potrà essere ripartito allo stesso modo scorrendo le graduatorie dei progetti idonei nell’ambito di ciascuna tipologia entro gli importi massimi destinati a ognuna (€ 180.000 per le ‘Grandi’ e € 40.000 per le ‘Piccole’).


Secondo antefatto: il proclama del 23 giugno



Il bando prevedeva la realizzazione nel periodo estivo di due tipi di arene cinematografiche, le ‘Grandi’e le ‘Piccole’.
Per le Grandi arene si è classificato primo il progetto Cinema al Castello
(del Valentino, NdG) proposto dall’Associazione Aps Arturo Ambrosio che riceverà un sostegno economico pari a 45.907 euro mentre, al secondo posto, troviamo Cinema a Palazzo (Palazzo Reale, come di consueto, NdG) che sarà realizzato (come di consueto, NdG) dall’Associazione Distretto Cinema e riceverà un contributo pari a 44.093 euro.
Relativamente alle Piccole arene, invece, il progetto classificatosi primo è Barriera è casa mia – un’Estate al Cinema 2020 presentato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema che riceverà un contributo di 10.407 euro, seguito da Portofranco Summer Night 2020 proposto dall’Associazione Agenzia per lo sviluppo locale di San Salvario onlus che riceverà un contributo pari a 9.593 euro (entrambe le Arene piccole non sono novità, bensì la conferma di progetti già ben radicati in passato, NdG).
I quattro vincitori, oltre a poter usufruire di una campagna di comunicazione, potranno essere supportati dalla Città, da Film Commission Torino Piemonte e dal Museo Nazionale del Cinema nella realizzazione delle loro iniziative.
Il proclama del 23 giugno non conteneva nessun cenno alla misteriosa scomparsa di ben otto arene, due Grandi e sei Piccole, fra il primo e il secondo annuncio. E qui comincia la misteriosa avventura.

Che fine hanno fatto otto arene?

Cioé, fatemi capire: l'annuncio trionfale della Giunta comunale, lo scorso 5 giugno, e pure il bando (meglio: avviso pubblico) pubblicato contestualmente, straparlavano di 4 Grandi arene e 8 Piccole arene, totale 12 arene; e di una dotazione complessiva di 220 mila euro, di cui 180 mila per le Grandi, e 40 mila per le Piccole.
Passano diciotto giorni (giorni, non mesi) e la stessa  identica Giunta annuncia con evidente orgoglio che le Arene saranno in tutto quattro: due Grandi e due Piccole. Alle due Grandi vanno rispettivamente 45.907 euro e 44.093, totale 90 mila euro; alle due Piccole toccano 10.407 euro all'una, 9.503 all'altra, totale 20 mila euro.
Insomma: il Comune ha fatto lo sborone promettendo uno sforzo economico di 220 mila euro (che manco sono suoi, ma degli sponsor di Torino a cielo aperto: Intesa San Paolo e naturalmente Iren); e poi, al momento di pagare, chiotto chiotto s'è fatto uno sconticino del 50 per cento.
A me va benissimo, tanto non mi è mai piaciuto il cinema all'aperto, ci sono le zanze e le sedie sono scomodissime e se il film è una palla non si può manco schiacciare un pisolo senza risvegliarsi anchilosati. Ma vorrei capire come cazzo lavora questa gente. 

Un bando repellente

La spiegazione è semplice e intuitiva: trattasi dell'ennesima minchiata finita alla c.d.c. Un po' come gli pseudo punti verdi nel 2018: un meccanismo cervellotico e non allettante sul piano economico ha fatto scappare gli operatori a gambe levate. 
Gli esercenti danneggiati dal lockdown dovevano - secondo le farneticazioni comunali - essere i massimi beneficiari dello strampalato bando che impone la gestione delle Arene in collaborazione fra un esercente e un'associazione (del territorio, beninteso!) che si assume ogni responsabilità legale: insomma, prospettive di guadagno risicatissime per gli esercenti, e prospettive altissime di grane per le associazioni. Morale: quasi tutti si sono tirati indietro. Sono rimasti in corsa soltanto gli ardimentosi o chi, come il Museo del Cinema, per obbligo istituzionale non può scappare, o chi già gli anni scorsi gestiva determinate arene cinamatografiche. I quattro vincitori hanno vinto in pratica senza avversari. Quanto alla sbandirata (nel primo proclama) possibilità che gli "avanzi" siano ripartiti "scorrendo le graduatorie dei progetti idonei", nel secondo proclama è semplicemente scormparsa. Per mancanza di "progetti idonei", presumo.

Ma parliamo dei soldi avanzati

Vabbé, non piangerò sulle Arene mancate. Ma resta un problemuccio da risolvere: che fine fanno i 110 mila euro non spesi, l'esatta metà dei 220 mila messi a disposizione da Intesa San Paolo e Iren per la brancaleonica impresa cinematografica comunale?
Ora: Iren magari tace e acconsente, non potendo fare altrimenti. Ma ecludo che Intesa San Paolo smolli un pacco di soldi al Comune di Torino dicendogli "fatevehe un po' quel cazzo che vi pare". Se funzionasse così, correrei subito a ritirare i miei soldi da quella banca. 
D'altronde stento a credere che quelli del Comune, una volta messe le mani sul valsente, siano ansiosi di restituire la cifra non spesa. Per cui a Palazzo Civico si stanno strologando per escogitare un utilizzo plausibile di quei 110 mila euro. Qualcuno pare abbia suggerito di destinarli alla promozione delle Arene medesime. Cioé, 110 mila euro per fare pubblicità a quattro cinema all'aperto? Cosa vogliono, comperarsi la prima pagina del New York Times? Vabbé, c'è gente che sta male. Forse un sostegno psichiatrico potrebbe essere d'aiuto.

E adesso mettiamoci comodi e godiamoci i film dell'estate. Prossimamente su questi schermi: il kolossal "Avventure al Combo".




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