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LA DOMENICA DI CINEMAMBIENTE

Ricevo e volentieri pubblico

DOMENICA 3 OTTOBRE AL 24° FESTIVAL CINEMAMBIENTE 

Giornata con un cartellone fitto di appuntamenti al Festival, dove le proiezioni si avviano  nel primo pomeriggio (ore 15.30, Cinema Massimo – Sala Soldati) con due titoli della  sezione Made in Italy. Girato a Venezia, La città delle sirene, di Giovanni Pellegrini, è una  riflessione sul vivere nella prima linea del cambiamento climatico, che minaccia di far  scomparire il nostro mondo e di cui la splendida città sembra essere solo un fragile  avamposto. Il film sarà seguito da un incontro con il regista

Il film a seguire, Blue Future vede protagonista il mare, il Mediterraneo, risorsa  essenziale per la vita e il lavoro di milioni persone, oggi ecosistema in pericolo. Una  nuova generazione di persone, però, si sta mobilitando per rigenerarlo. Opera corale, il film è realizzato dal WWF e dal progetto Cogito insieme a tre giovani videomaker dell’area mediterranea: il croato Ante Gugić, il tunisino Rabii Ben Brahim e l’italiano  Emanuele Quartarone. La proiezione sarà seguita da un incontro  con Irene Ameglio, executive producer del film, e Beatrice Surano, content supervisor  ed editor. 

Sempre nel pomeriggio, per la sezione Panorama internazionale vengono proposti due  titoli. Taming the Garden (ore 16, Cinema Massimo – Sala Cabiria) è un lungometraggio  che affronta il concetto di sradicamento, inteso non solo in senso metaforico. La regista  georgiana Salomé Jashi punta infatti l’obiettivo sul surreale hobby di un suo ricco e  potente connazionale, che si diletta a prelevare enormi alberi centenari dalla costa per  trapiantarli nel giardino di casa, stravolgendo i territori delle comunità locali. Tra tanti  titoli di recentissima produzione, il Festival riserva uno spazio a un classico da riscoprire, Serengeti non morirà (Serengeti darf nicht sterben) (ore 17, Cinema Massimo – Sala  Soldati), girato dallo zoologo tedesco Bernhard Grzimek nel celebre Parco nazionale  della Tanzania. Vincitore del Premio Oscar nel 1960, considerato una pietra miliare del  cinema naturalistico, il documentario fu all’epoca un grande successo, rafforzato dalla contemporanea uscita del libro omonimo. Il tempo lo ha fatto scivolare nell’oblio, ma le  spettacolari ed emozionanti riprese della vita degli animali nella savana, unite alla  preveggenza di Grzimek sull’importanza che i territori protetti avrebbero assunto nei  decenni successivi per la conservazione delle specie a rischio, restituiscono oggi al film la  sua intatta attualità. La proiezione sarà seguita da un incontro con il critico  cinematografico Enzo Lavagnini

Nel tardo pomeriggio, il Concorso documentari presenta l’unico film italiano in gara.  Isole (ore 18, Cinema Massimo - Sala Cabiria), di Karine de Villers e Mario Brenta, è un  film di montaggio che raccoglie materiali girati durante la pandemia da più di settanta  autori di tutto il mondo. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi

In contemporanea, nel Salotto Arcobaleno allestito all’esterno del Cinema Massimo,  proseguono le “conversazioni sul mondo che verrà”. L’ospite del nuovo appuntamento  (ore 18.30) è Paolo Pileri, docente di progettazione e pianificazione urbanistica al  Politecnico di Milano, autore di Progettare lento, che interverrà sulle potenzialità del  turismo e della mobilità slow. 

In orario preserale (ore 19, Cinema Massimo – Sala Soldati) riprendono le proiezioni della sezione Made in Italy. Si può essere zoonomo al servizio dell’allevamento intensivo  e nello stesso tempo avere un rapporto simbiotico e di profonda comunicazione con gli  animali? La manza, di Chiara Ortolani, racconta, attraverso la testimonianza diretta del  protagonista, l’esperienza di questa strana relazione. Nel cortometraggio a seguire, Ogni posto è una miniera, Giuseppe Cederna e  Simone Corallini dipingono un poetico ritratto del Quarticciolo. Come affacciandosi a  una finestra, il noto attore e il regista colgono con il loro sguardo ricchezza e  contraddizioni della borgata di Roma. Attraverso letture di poesie e racconti, il filo  conduttore del loro viaggio diventa l’ambiente, la natura, il vivere, la società. Le  proiezioni saranno seguite da un incontro con i registi Chiara Ortolani e Simone  Corallini.

In serata, altri due titoli che gareggiano nel Concorso documentari. 70/30:  Democracy’s Race against the Climate Crisis (ore 20, Cinema Massimo - Sala Cabiria),  della danese Phie Ambo, affronta in modo diretto il tema della transizione a partire dal  testo legislativo approvato due anni fa dal governo del suo Paese che prevede una  riduzione del 70 per cento delle emissioni di CO2 entro il 2030. La proiezione sarà seguita da un  incontro online con la regista. A quasi dieci anni dall’uscita del primo Fuck for Forest (presentato al Festival nel 2013), l’omonima organizzazione no profit, che mette l’hard core al servizio della battaglia per la salvaguardia delle foreste pluviali, ci riprova. Nel  nuovo eco-porn Fuck for Forest – First Years (ore 22.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria)  i due fondatori, i norvegesi Tommy Hol Ellingsen e Leona Johansson, ricostruiscono la  storia degli esordi della loro organizzazione, nata a Oslo nel 2004: dall’idea di usare il  sesso per la causa ambientalista, alle iniziali esibizioni live che attirano l’attenzione  mediatica, alla realizzazione del primo film, ai contatti con le comunità amazzoniche e  all’avvio della raccolta di fondi (spesso rifiutati, per la loro provenienza, dalle  organizzazioni istituzionali) a sostegno di progetti di cooperazione internazionale. La  proiezione sarà seguita da un incontro online con i registi

In serata proseguono con quattro titoli anche le proiezioni di Made in Italy. Il primo film  proposto (dalle ore 21, Cinema Massimo – Sala Soldati), Ricordo di una città, diretto da  Camilla Marcotulli, è un mediometraggio ambientato nella provincia sud di Roma. Grazie  al ritrovamento casuale di un ritaglio di un vecchio giornale, la regista viene a conoscenza  di un’esplosione tossica avvenuta nella zona, di cui non aveva mai saputo nulla. Inizia così  una ricerca in cui la memoria dei testimoni di allora riaffiora in una dimensione  apparentemente senza tempo. Il film a seguire, Ciudad lineal, di Riccardo Bertoia, è un  viaggio nella storia che, attingendo al materiale dell’archivio Superottimisti, racconta la  Torino dagli anni Quaranta agli Ottanta. Ispiratosi all’utopia urbanistica di Arturo Soria  y Mata, il film si configura come il ritratto corale di una città in trasformazione. Le  proiezioni saranno seguite da un incontro con i registi. 

Anche i due film proposti in seconda serata (dalle ore 22.30, Cinema Massimo – Sala  Soldati) si occupano di habitat umani soggetti a grandi cambiamenti. Living in a Postcard, di Christian Nicoletta, è una riflessione ad ampio raggio sul turismo come fenomeno di  massa cresciuto negli anni senza sosta, che pone diversi interrogativi.

L’atmosfera della città può essere specchio e stimolo degli stati d’animo di chi ne percorre  gli spazi e ne scopre stranianti trasformazioni. Mario Piavoli coglie questo sentimento di  spaesamento con il suo Attraverso, un breve viaggio tra il cemento e i meandri della  psiche: archeologie industriali, nuovi mezzi di trasporto e moderne strutture  architettoniche sono l’ambientazione in cui un uomo vaga, come un flâneur del terzo  millennio. 

Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i registi.  


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