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OGGI A CINEMAMBIENTE

Ricevo e volentieri pubblico:

LUNEDÌ 4 OTTOBRE AL 24° FESTIVAL CINEMAMBIENTE 

Gli appuntamenti del Festival prendono il via in mattinata con il panel dedicato a “Il cinema  ambientale oggi” (ore 10-16, Circolo dei lettori), che punta i riflettori sulla trasformazione  di un settore in crescita accelerata. L’incontro vede riuniti in una giornata di discussione  cineasti e studiosi, per riflettere collettivamente sul ruolo del cinema in un momento di  grandi cambiamenti come quelli attuali e sulle nuove modalità espressive, produttive,  distributive, che caratterizzano oggi la realizzazione e la diffusione dei film a tema  ambientale. Al panel – introdotto dal direttore del Festival Gaetano Capizzi – interverranno la studiosa di ecocinema e Associate Professor di Italiano alla Wayne State University di Detroit Elèna Past, lo studioso di cinema ambientale Francesco Lorenzini, il  critico cinematografico Enzo Lavagnini, il regista Mario Brenta, l’ecocritica Serenella  Iovino e parteciperanno oltre una ventina di registi italiani le cui opere sono presentate  nella sezione Made in Italy. L’incontro sarà anche trasmesso in diretta streaming sul  canale YouTube del Festival. 

Nel pomeriggio (dalle ore 16, Cinema Massimo – Sala Soldati) riprendono le proiezioni  dell’ampia sezione Made in Italy. Il primo film della giornata è Una famiglia resistente, di Walter Bencini, girato in Sicilia. Protagonisti sono Agron e Sandra, che rifiutano le  scorciatoie della modernità e con tenacia continuano a resistere producendo formaggi nel  rispetto della natura, della tradizione e del gusto. Un esempio di coraggio, di integrazione  e di riscatto, ma anche di antichi saperi e di sostenibilità. Ci si sposta in Sardegna con il  cortometraggio a seguire, Sulle arie, sulle acque, sui luoghi, di Vittoria Soddu, un'analisi  approfondita delle immagini di propaganda e delle simbologie linguistiche utilizzate dalla  Fondazione Rockefeller nell’isola, tra il 1946 e il 1951, per la campagna antimalarica, conosciuta come “The Sardinian Project”. Le proiezioni saranno seguite da un  incontro con i registi.

Nella sezione Ecoeventi il Festival presenta (ore 16, Cinema Massimo – Sala Cabiria) le  proiezioni dei quattro cortometraggi realizzati da otto giovani autori – Mario di Caterina  Nonis e Andrea Bagnasco, Verde acciaio di Camilla Morino e Eugenio Goria, D’ora di Sarika  Strobbe e Martina Ferlisi, Donne al centro di Teresa Bucca e Ieri Varriale – che hanno  partecipato alla prima edizione di RUTA, Summer School di cinema documentario a  tematica ambientale organizzata dall’Associazione Culturale elvira in collaborazione con  CinemAmbiente e con il Museo A come Ambiente. RUTA è una delle tappe che compone  il percorso partecipativo di MAPS, progetto finanziato dalla Compagnia di San Paolo grazie  al bando Civica 2019 e dedicato all’esplorazione e all’applicazione del concetto di  sostenibilità sul quartiere San Donato, a Torino. La proiezione sarà seguita da un incontro  con i coordinatori dell’iniziativa e con i giovani registi. 

Sempre nel pomeriggio, torna in scena il Concorso cortometraggi, che presenta la seconda  tranche di opere in gara (dalle ore 17.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), composta da  sei titoli. River Elegy, dello svedese Jonas Selberg Augustsén, è una riflessione sulla  bellezza dell’imponente fiume Luleå, ma anche sull’impatto che la produzione di energia  idroelettrica ha sull’ambiente. In arrivo dall’Estonia, Under Control, di Ville Koskinen,  esplora gli effetti dell’azione umana sulla natura nel microcosmo di un giardino botanico,  dove i giardinieri ingaggiano una lotta, tanto più dura quanto più perdente, contro i  parassiti. Anche il corto di animazione Shift, del canadese Zach Fenlon, insiste sul nostro  disastroso rapporto con il Pianeta e sulla necessità di un deciso cambiamento. Tre altri  film si concentrano sugli effetti del riscaldamento globale in zone specifiche del Pianeta.  Il messicano Adán Ruiz in Memorias de hielo documenta la progressiva fusione dell’ultimo  ghiacciaio del Pico de Orizaba, la montagna più alta del suo Paese. Mar concreto, della  brasiliana Julia Naidin, segue, invece, la progressiva erosione della spiaggia di Atafona a  São João da Barra, cittadina a nord di Rio de Janeiro che rischia di scomparire per  l’avanzata del mare. 

L’inglese It’s Bean too Hot, di Hedvika Michnová, analizza, attraverso un viaggio in  Tanzania e Costa Rica, come i cambiamenti climatici stiano minacciando le coltivazioni di  caffè. Il film è inserito in una nuova iniziativa di Food Wave - Empowering Urban Youth  for Climate Action, il progetto quadriennale, cofinanziato dalla Commissione Europea  nell’ambito del programma Europaid Dear, finalizzato a dare a ragazze e ragazzi dai 15 ai  35 anni gli strumenti per guidare la transizione globale verso un sistema alimentare  sostenibile entro il 2030. D’intesa con CinemAmbiente, il Comune di Torino, che aderisce  al progetto con altre 17 città europee, ha selezionato, infatti, tra tutte le diverse sezioni  del Festival una serie di sei film legati specificamente al tema della sostenibilità  alimentare. La rassegna così composta verrà messa a disposizione degli altri partner europei di Food Wave, che potranno farla circuitare nei rispettivi Paesi. L’iniziativa verrà  presentata nel corso dell’incontro successivo alla proiezione di It’s Bean too Hot, a cui  parteciperanno in presenza e online diversi partner del progetto e interverrà lo Chef  Kumalè

In contemporanea, proseguono (dalle ore 17.30, Cinema Massimo – Sala Soldati) le  proiezioni della sezione Made in Italy. La distanza, del collettivo Enece Film, è il frutto di  una ricerca etnografica svolta nel 2020. Racconta, senza retorica, la realtà nascosta dei  pastori nomadi nella bassa Padana. Attraverso lo sguardo dei registi la vita di questi  personaggi e dei loro luoghi viene restituita senza forzare lo scorrere del tempo. Sempre  i pastori, nella loro quotidianità di gesti atavici tramandati di padre in figlio, sono i  protagonisti di Umbras di Fabian Volti. Le proiezioni sono seguite da un incontro con i registi.  

In orario preserale (dalle ore 19, Cinema Massimo – Sala Soldati), ancora due titoli della  sezione. Donne di terra, di Elisa Flaminia Inno, vede protagonista un gruppo di contadine  di nuova generazione, attive in varie zone del Sud Italia. Cinque storie che raccontano il  percorso attraverso cui ognuna di loro ha mutato il proprio rapporto con i consumi e  l'ambiente, per giungere poi alla terra e creare un sistema di auto-sostenibilità. Anche nei  grandi agglomerati urbani, talvolta, si nascondono comunità resistenti che praticano stili  di vita sostenibili e in armonia con la natura. Una di queste esperienze è raccontata da  Acquabella - The Dying Farm, di Maurizio Dalla Palma, girato alle porte di Milano dove  sorge la cascina del titolo, un terreno agricolo stretto d’assedio da centri commerciali ed  edifici residenziali: un'attività florida che rischia di essere inghiottita dal cemento e dalle  logiche sfuggenti della globalizzazione. Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i  registi. 

Sempre in orario preserale riprendono anche le proiezioni del Concorso documentari. Fish  Eye (ore 19.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), dell’iraniano Amin Behroozzadeh, è una  riflessione sui meccanismi del capitalismo che dominano il mondo della pesca industriale. Il film segue  il viaggio in mare di un peschereccio che ha l’obiettivo di catturare 2000 tonnellate di  tonno. La proiezione sarà seguita da un incontro con Paula Barbeito  Morandeira, coordinatrice di Slow Fish, campagna internazionale promossa da Slow Food.

L’incontro sarà anche occasione per illustrare i prossimi passi di CINE - Cinema  communities for Innovation, Networks and Environment, progetto con il quale Slow  Food, insieme a partner italiani e internazionali – tra cui CinemAmbiente – intende  sostenere i cinema rilanciando il loro ruolo all’interno delle comunità locali. Tra le  iniziative imminenti figura una serie di proiezioni, di film prevalentemente europei, il cui  programma è stilato in collaborazione con CinemAmbiente e i cinema locali coinvolti nel  progetto, situati nell’area tra Bra e Cherasco e nel Canavese. Agli appuntamenti  cinematografici si affiancheranno eventi complementari come degustazioni e dibattiti che  coinvolgeranno soggetti locali, attivi nella promozione della sostenibilità ambientale e  gastronomica. 

In serata (dalle ore 20.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), ancora due film della sezione Made in Italy. Una storia di donne è al centro di L’amore e la cura, di Joseph Péaquin: due  sorelle, nate e cresciute a Gressoney-Saint-Jean in Valle d’Aosta, intraprendono un’attività  agro-pastorale basata sin dal principio su un’agricoltura sostenibile di alta qualità e  sull’amore per gli animali. Il film a seguire vede protagonista lo scrittore Matteo Righetto,  che ha trascorso il tempo dell'isolamento imposto dall'emergenza sanitaria nei boschi.  L’anno dei sette inverni, di Marco Zunin, coglie l'aspetto poetico e di ricerca interiore di  questa nuova dimensione, in cui lo scrittore s’immerge per affinare nuovi livelli di  percezione del reale, affidandosi al minuscolo, alla vita delle piante, ai ritmi naturali che  vengono quotidianamente stravolti dall’antropocene. Le proiezioni saranno seguite da un  incontro con i registi

Sempre in serata, il Festival presenta un altro titolo in gara nel Concorso documentari: Marcher sur l’Eau (ore 21.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), esordio nel lungometraggio  di Aïssa Maïga, attrice francese di origini maliane-senegalesi dal forte impegno civile e con  una ricca carriera internazionale costruita lavorando con registi dei più vari Paesi, da  Sissako a Haneke alla Comencini. Il suo primo film è girato in un villaggio nel Nord del  Niger in cui il cambiamento climatico ha reso un calvario quotidiano l’accesso all’acqua.  Per procurarsela, la quattordicenne Houlaye, come le altre donne del villaggio, deve  camminare ogni giorno per chilometri, saltando la scuola. Eppure, sotto i loro piedi, a  duecento metri di profondità, c’è un’enorme falda acquifera: se solo si riuscisse a trivellare  e a costruire un pozzo… La proiezione sarà seguita da un incontro online con la regista

In seconda serata, l’ultimo titolo della giornata in cartellone per la sezione Made in Italy. Film in quattro capitoli, Volere è podere (ore 22.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di  Carlo Simeoni, racconta altrettanti percorsi di cambiamento verso la progettazione di un  futuro di vita sostenibile. Il film si concentra in un piccolo paese della Maremma toscana, Tatti: grazie ad un processo di aggregazione lento ma costante che dura da più di  vent’anni, il borgo è un raro esempio di ripopolazione spontanea portata avanti da chi si  è innamorato a prima vista di una terra dimenticata, o ha imparato ad amarla. La  proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.

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