La notizia è presto detta: da oggi la Corte Medievale di Palazzo Madama ospita un nuovo allestimento che accoglie il visitatore al suo ingresso in museo, per raccontare i duemila anni di storia del palazzo e di Torino, dall’età romana al Novecento, tramite una trentina di tavole realizzate dal disegnatore Francesco Corni. Si tratta di disegni che illustrano dettagliatamente i momenti salienti di crescita della città e seguono le vicende costruttive di Palazzo Madama. Una decina di pannelli, addossati alla parete sud della Corte Medievale, mostrano le diverse fasi dell'evoluzione dell'edifico, dalle torri della porta romana al castello degli Acaia, dalla facciata juvarriana agli ultimi interventi novecenteschi.
Di per sé, nulla di clamoroso. Ma vale la pena di parlarne, perché sono le piccole cose a fare la differenza. Far capire al visitatore che cos'è, in realtà, Palazzo Madama, quanta storia si porta dentro, è una piccola cosa, direi quasi dovuta. Ma andava fatta, e finora nessuno l'aveva fatta.
Provate a immaginare un turista ignaro (condizione, temo, condivisa anche da alcuni, e direi sempre troppi, torinesi...) che entra in Palazzo Madama, si guarda attorno e non capisce questo strano ircocervo, così apparentemente irrazionale, con facciata e scalinata barocchissime che stridono con la severità delle strutture medievali. Ecco, l'unico modo per capire Palazzo Madama è conoscerne la storia bimillenaria, che è la storia stessa della città che lo circonda, e della quale è il centro perfetto, non solo fisico. Lo specchio, insomma, di una Torino organismo composito, complesso, che muta senza mai davvero rinunciare a qualcosa di sé, del proprio passato, del proprio vissuto.
Ecco, solo questo volevo dire: da oggi dentro Palazzo Madama c'è qualcosa che ti racconta cos'è Palazzo Madama - e quindi cos'è Torino. Era una cosa che andava fatta, e finalmente l'hanno fatta.
Perché solo ora? Chi gestisce beni culturali è formato, ha viaggiato, ha visitato città?
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