L'invito era allettante. C'era scritto: "Spazio Portici - Percorsi creativi - Episodio 5, via Nizza/video art. Il quinto episodio ‘Body Talks’, realizzato da Fondazione Contrada Torino Onlus in collaborazione con Città di Torino e Torino Creativa, è stato curato da Karin Gavassa e Roberto Mastroianni. La rigenerazione delle arcate è affidata alla video e sound art con l'intento di attivare nuove relazioni tra il quartiere San Salvario e i suoi portici. Saranno proiettati video di artisti di fama internazionale come Marina Abramovic e Charles Atlas, Vito Acconci, Hasan Elahi e Sintetica Collective".
Così allettato, ieri sono andato alla presentazione del nobile progetto di "rigenerazione delle arcate di via Nizza".
Lo ammetto: ci sono andato un po' sospettoso. Troppe volte ho sentito politici e portaborse sproloquiare di "rigenerazione delle arcate/dei portici di via Nizza" annunciando immaginifici progetti che si sono poi risolti in miserevoli figure dimmerda (ricordate la bufala di Portici di Carta 2017? Se non la ricordate, leggete qui). Nello specifico, l'idea della video arte sotto i portici se l'era già giocata l'amministrazione appendiniana nel maggio 2021, a tempo quasi scaduto: anche allora annunci in pompa magna, con quali risultati ciascuno può giudicare.
Sul disagio di via Nizza c'è chi ha tentato di costruirsi una carriera politica; e intanto i commercianti della via continuano la loro solitaria battaglia quotidiana contro sporcizia, abbandono, vandalismo, spaccio. Ma ecco che adesso arriva la salvifica "Spazio Portici-Video Arte: Body Talks" che, dicono i curatori sonandosela e cantandosela, "è la prima esposizione di video e sound art di carattere museale in spazio pubblico d’Europa. I linguaggi del digitale e dell’audio video vengono utilizzati per dare vita a un’operazione di rigenerazione urbana delle arcate di via Nizza a Torino, usando i linguaggi dell’arte e del contemporaneo per mettere in dialogo lo spazio e i corpi della cittadinanza nella creazione di un paesaggio sonoro e visivo, che si popola delle opere di artisti storicizzati e contemporanei. Quest’ultimo episodio di “Spazio Portici-Percorsi creativi”, rappresenta una nuova frontiera della fruizione e dell’arte pubblica e e una valorizzazione delle specificità creative, culturali e urbanistico- architettoniche della città di Torino”. Me cojoni. Allora vado di corsa alla conferenza stampa, che si tiene all'11 di via Nizza all'hotel Cristal, uno degli spazi riconquistati alla decenza dalla lotta incessante della titolare, Gabriella: una simpatica e prestante signora che, mentre mi racconta le sue fatiche per tutelare il suo pezzetto di via, mi immagino come una pioniera nel Far West che difende la casa nella prateria assediata dai pellerossa.
Per arrivare al civico 11, però, anch'io mi son fatto la mia piccola traversata delle terre selvagge: nell'ordine, ho incontrato una pavimentazione in più punti sconnessa e ovunque lercia; le edicole dei piloni vuote, coperte di graffiti, con i vetri spaccati, utilizzate come discariche d'immondizie varie; kebabbari e rivenduglioli di ciapaciapa hanno preso il posto delle vecchie botteghe - per dire, là dove si vendevano penne stilografiche oggi si smerciano bevande alcoliche. Una scelta commerciale, questa, coerente con la potenziale clientela presente in zona: atletici giovinotti - esperti del luogo mi assicurano trattarsi di spacciatori - che vedo ciondolare in garruli gruppetti, tutti con in mano la birra d'ordinanza. Non penso sarebbero interessati alle penne stilografiche. E temo che la videoarte, con proiezioni ogni sera dalle otto alle dieci, non basterà né a redimerli, né a scacciarli. Quanto al cittadino amante dell'arte, faccio difficoltà a immaginarlo che passeggia di notte lungo i portici di via Nizza ammirando le installazioni di videoarte in mezzo agli spaccini. Magari mi sbaglio: una di queste sere andrò a verificare di persona, non appena trovo qualcuno disposto ad accompagnarmi.
Posso dire una cosa reazionaria? Bon, la dico. Viva la videoarte, viva la "nuova frontiera di fruizione dell'arte pubblica", viva la rigenerazione dei portici di via Nizza. Però qui si mette il carro avanti ai buoi. La videoarte è bella ma da sola non risolve. Via Nizza, per rigenerarsi, non ha bisogno della videoarte: non ancora. Ha bisogno - urgente bisogno - di due cose: pulizia e polizia. La videoarte - come l'intendance - suivra.
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