Sul Corriere di oggi mi occupo di un classicone torinese: le sorti, sempre periclitanti, della sede Rai di via Verdi. L'articolo comincia così:
Prima i sindacati denunciano le “scelte dirette a ridimensionare il ruolo del Centro di produzione Rai torinese”, la mancata sostituzione di chi va in pensione, lo spostamento di programmi a Milano “con l'utilizzo del personale di Torino in trasferta”. Poi scende in campo il presidente Alberto Cirio, che sceglie la cerimonia inaugurale del Tff per chiedere “investimenti chiari e di prospettiva” per la sede Rai di via Verdi. E intanto si moltiplicano le voci allarmanti sui destini della fiction “Cuori”: negli studi Lumiq di corso Lombardia il regista Riccardo Donna sta terminando le riprese della seconda stagione, e non c'è certezza che alla seconda ne segua una terza. Anzi, rincarano i pessimisti, è già deciso che non si farà.
Prima i sindacati denunciano le “scelte dirette a ridimensionare il ruolo del Centro di produzione Rai torinese”, la mancata sostituzione di chi va in pensione, lo spostamento di programmi a Milano “con l'utilizzo del personale di Torino in trasferta”. Poi scende in campo il presidente Alberto Cirio, che sceglie la cerimonia inaugurale del Tff per chiedere “investimenti chiari e di prospettiva” per la sede Rai di via Verdi. E intanto si moltiplicano le voci allarmanti sui destini della fiction “Cuori”: negli studi Lumiq di corso Lombardia il regista Riccardo Donna sta terminando le riprese della seconda stagione, e non c'è certezza che alla seconda ne segua una terza. Anzi, rincarano i pessimisti, è già deciso che non si farà.
Perdere la fiction sarebbe catastrofico per i destini dei Lumiq Studios, teatri di posa sui quali Torino puntava, e ancora punta, per irrobustire le proprie ambizioni di “seconda Cinecittà”, ma che in vent'anni d'esistenza hanno attraversato alti e bassi paurosi, dal fallimento del 2013 al successivo accordo fra il Comune e la Rai per rivitalizzarli...
Il seguito, se vi interessa, lo trovate sul Corriere, o a questo link.
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