L'8 gennaio del 2024 Chiara Bertola affrontava l'ardua impresa di dirigere la Gam, un museo pieno di problemi che da tempo non brillava per successi di pubblico. Siamo quasi arrivati a metà del mandato quadriennale della direttrice Bertola: e la prima domanda della nostra intervista di mid-term è scontata.
La mostra di Fausto Melotti si è chiusa pochi giorni fa, il 7 settembre. Com'è andata?
«Come riscontro della critica, molto bene».
Me ne compiaccio. Ma come presenze?
«Devo dire che ci sono rimasta un po' male, mi aspettavo più visitatori».
Diciamo una cifra?
«Circa 17 mila, che non è poco».
Beh, neppure tanto.
«Per una mostra così io ne immaginavo almeno 25 mila. Penso dipenda in parte dal periodo, durante l'estate le persone preferiscono andare in spiaggia».
Beh, ho visto le presenze nei principali musei torinesi a Ferragosto: l'estate c'è per tutti, ma la Gam era comunque il fanalino di coda.
«Sì, l'ho notato anche io».
E ho anche notato che a Milano la mostra di Casorati al Palazzo Reale ha avuto 100 mila visitatori; e adesso la Galleria d'Arte Moderna di Milano annuncia una monografica su Pelizza da Volpedo... I milanesi fanno i grandi numeri con due artisti piemontesi ai quali Torino non dedica una mostra da tempo immemorabile... È seccante, no?
«Non voglio giustificarmi, dico solo che Palazzo Reale fa delle mostre importanti, assolutamente, però è in pieno centro di Milano, il nostro è pure un problema di visibilità... Infatti la Fondazione Torino Musei sta facendo un grande lavoro per dare forza alla comunicazione: adesso c'è un ufficio apposito, con un nuovo responsabile».
Purché sappiano il fatto loro. Aspetto di vedere i risultati...
L'intera intervista alla direttrice della Gam la trovate sul Corriere di oggi o a questo link.
Ma sono risposte da quinta elementare, banali, spicciole, prive di ogni vera analisi e contezza dell'esistente.
RispondiEliminaIl compito principale di un direttore di un qualsiasi museo è quello di riempire le sale. La conservazione delle opere la fa il conservatore, l'archiviazione l'archivista, la promozione l'ufficio marketing (si spera), l'acquisizione delle mostre esterne la fa un esperto del settore. A mio modesto parere fino ad ora gli ultimi 3 direttori hanno fatto tutt'altro o un poco di tutto o niente di niente, con i risultati che si sono visti. Questo perchè anche la gestione della Fondazione negli ultimi 15 anni è stata ondivaga e si è focalizzata su troppo obbiettivi a seconda delle mode-voglie del presidente di turno (a proposito, che fine ha fatto il nuovo statuto?), per non parlare dei numerosi dispetti fra questi e l'amministrazione comunale. Un museo che conserva 47.000 opere e più di 100.000 fotografie deve saper vendere (bene) quello che ha e non cercare la luna facendo dialogare le opere tra di loro o fuori dalla finestra con i portici di corso Vittorio....basta con questa fuffa. Avete prestato Casorati a Milano? Bene, intanto loro hanno staccato 100mila biglietti. Avete comprato la mostra di Helmut Newton con 80 opere, mentre Milano ne aveva appena fatta una (ed altre ancora nel passato) con più di 200? Un flop totale.... Faccio presente che per la mostra del torinesissimo fotografo Riccardo Moncalvo Camera ha staccato 26mila biglietti in 40 giorni! E non me ne vogliano gli amici di Camera, ma Camera non è dentro un Palazzo reale. La questione dell'insegnare l'arte contemporanea nelle scuole non è competenza del direttore di un museo, ma del ministero che deve adeguare i piani di studio. Tutt'al più il direttore organizzerà delle visite guidate con certe scuole per "ampliare la visione" ai ragazzi. Ma ci vorranno decenni per arrivare ad un risultato. A promuovere gli artisti viventi ci penseranno i galleristi e non i direttori dei musei. Per promuovere la GAM non serve fare un'affissione in Piazza Massaua o a Grugliasco, serve invece farla a Milano, a Roma, a Basilea, a Lione. E basta con questa storia che la GAM è decentrata, dite piuttosto che è un baraccone che quando piove fa acqua da tutte le parti grazie ai lavori eseguiti dal noto geometra 30 anni fa.
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